Capitolo 3: Queen Bee

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Uriel.
Il tempo si era fermato. Non ricordava, ma il suono di quel nome pronunciato da quella dolce voce gli era familiare.

-Credo di sì- sentenziò -sento come di dover riconoscere questo nome come il mio. Non so spiegare bene. Forse, da qualche parte nella mente ricordo, ho bisogno di tempo, credo.

Wingril sorrise smagliante -È già un buon passo avanti, sono felice anche che le cure abbiano funzionato. Ad aiutarti è stato Vipera, è un esperto in campo medico.

Era stato quel ragazzo spaventoso ad aiutarlo? Lo ringraziò con un cenno della testa.

-Ora, potrei sapere dove mi trovo?-

-Prima raccontaci cosa è successo. In breve, preferibilmente.- Un no non era la risposta che si potrebbe dare a Vipera.

Uriel sbuffò spazientito: -Quando mi sono svegliato, questa mattina, ero sulla riva del lago Lys, ho rischiato di annegare, o almeno credo. A salvarmi la vita è stata Wingril. Purtroppo mi accorsi di non ricordare nulla su me stesso o chiunque avesse qualche rapporto con me nè dove abitassi e così via. Wingril ha deciso di portarmi ad Iribund, alle porte del villaggio sono svenuto ed eccomi qua. Non credo che possa essere considerata una storia interessante.-

Uriel non aveva alcuna intenzione di accennare ai suoi strani incubi o alla voce che sentì prima di collassare. Era qualcosa di troppo personale e non si fidava di nessuno di loro, avrebbe potuto accennarlo solo a Wingril. Lei era l'unica meritevole di fiducia in mezzo a quelle bestie; si chiedeva come una ragazza tanto delicata potesse essere finita in un luogo tanto rozzo.

-Ora potresti rispondere alla mia domanda?- riprese vedendo lo sguardo pensieroso di Vipera.

Quest'ultimo sospirò -Diciamo di essere una specie di organizzazione. Nulla di criminale, non siamo una qualche setta religiosa.- sorrise.
-Siamo persone che, accomunate da una stessa sorte, hanno dovuto dimenticare loro stessi. Siamo stati fortunati, molto. Il nostro gruppo così ricco di diversità e abilità viene tenuto insieme da un'unica persona. Incontrerai il capo questa notte e sarà questi a decidere della tua sorte. Tiene le redini di questa banda e gli obbediamo, potesse costarci la vita.- chiuse gli occhi. -Chimera, che ne dici di scortare il nostro Uriel in una camera da letto? Aspetterà lì, Uriel, spero capirai il mio punto di vista. Non posso assolutamente permettere che tu lasci questo posto. Ma sono sicuro che il capo ti lascerà andare immediatamente. Dopo una breve chiacchierata.-

Era inquietante, molto più di Cerbero e Toro messi insieme. Uriel annuì e si fece scortare su per le scale da Wingril.

Solo in quel momento si accorse di quanto fosse grande quel posto. La sala che aveva visto non era altro che un ingresso di un'enorme villa. C'erano tante stanze quanti i membri di questo strano gruppo, più alcune vuote. Forse per eventuali nuovi acquisti. Al primo piano le finestre erano lunghe e strette se non fosse stato per alcuni aspetti la struttura sarebbe potuta essere scambiata per un'architettura gotica. Le pareti erano rosse, il pavimento pianellato era grigio.

Un bellissimo luogo tutto sommato, forse l'unico difetto che Uriel avrebbe potuto trovarci era la presenza di chi lo abitava. Uomini rozzi, maleducati, chi avrebbe mai osato trattare una povera ragazza come loro avevano fatto con Wingril! solo ripensarci gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Per quanto riguarda Vipera, con i suoi modi di fare pacati e il volto aguzzo pronto all'attacco, preferiva non averci nulla a che fare; era troppo pericoloso. Non doveva inimicarselo. Anche se un tipo come quello difficilmente si potrebbe fare degli amici, bastava non essere un suo rivale.

-Oggi riposarai qui, è una stanza vuota- disse Wingril facendolo passare oltre una porta semiaperta. La stanza era piuttosto spoglia. Un letto con delle lenzuola bianche, una scrivania sulla parete a destra, un mappamondo sulla sinistra e una finestra dietro il letto. Completamente anonima.

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