Giorno 6'310:
Mi guardo alle spalle: sono tutti andati via per la pausa cena. C'è solo la guardia, ma sta giocherellando con il cellulare, e non mi sta guardando. Apro la porta furtivamente, coprendo con il braccio il microfono del dispositivo, per evitare che il rumore si propaghi nel silenzio ed attiri l'attenzione. Mi infilo nella camera 405, Jimin è già vestito e mi attende seduto per terra dietro alle ante aperte dell'armadio.
-Sei pronto?- gli chiedo preoccupato.
-Credo...credo di sì...- risponde insicuro.
-Andiamo, tra poco apriranno le porte, dobbiamo raggiungere gli altri medici se non vogliamo rimanere fuori.- lo esorto allungando una mano per aiutarlo ad alzarsi in piedi.
Sgattaiolamo fuori dalla camera, e ci precipitiamo nei sotteranei. I chirurghi e qualche altro medico generale sono già lì, una grossa barella è in mezzo a loro. Qualcuno dal viso coperto mi passa una mascherina di carta, degli occhiali da laboratorio e una cuffia per i capelli. Indosso tutto, e attendo istruzioni. Jimin mi tocca delicatamente un avambraccio con le mani guantate.
-Yoongi-hyung...guarda il corpo...- sussurra spaventato. Posso vedere le lacrime iniziare a fare capolino dietro ai suoi occhiali. Mi alzo sulle punte dei piedi per poter sbirciare oltre il mare di teste. Il corpo addormentato, steso sul lettino e coperto dal telo bianco, è molto piccolo. Quando riesco a vedere il viso, capisco il disconforto di Jimin: è un bambino. Avrà al massimo otto o nove anni. È straziante...
Le porte si aprono con un fischio, e i medici si muovono in massa, trascinando la barella con loro. L'interno è bianchissimo, e somiglia ancora di più a un ospedale. E sinceramente, credo proprio che lo sia.
Solo lunghi corridoi, pieni di porte con finestrelle di vetro, e delle scale sul fondo, che salgono per chissà quanti piani.
Il letto viene posizionato all'interno di un ampissima stanza, e chi non fa parte dell'equipe di medici viene fatto salire al secondo piano, dove delle lunghe finestre permettono la visione completa della visita. I vari uomini si posizionano in ordine religioso, in perfetto silenzio. È come se ognuno di essi sapesse esattamente dove deve stare. Guardiamo in basso, l'operazione è già iniziata...è stomachevole. Devo distogliere lo sguardo più di una volta, la visione è dannatamente pesante. Gli altri non sono minimamente toccati dalla vista, vedo addirittura qualcuno sorridere soddisfatto. Sono disgustato da tutto ciò, mi viene la nausea. Controllo Jimin: ha lo sguardo sconvolto, deve reggersi al parapetto per non schiantarsi contro alla finestra e suda leggermente.
-Jimin...stai bene?- sussurro senza farmi sentire.
-No...Hyung...credo di...- respira male, e non riesce neanche a formulare una frase sensata. Non distoglie lo sguardo, non ci riesce, nonostante gli chieda di guardarmi in faccia.
-Jimin...Jimin! Seguimi, ti prego...- lo trascino fuori dalla stanza. Nessuno si smuove di un millimetro, tutti troppo presi dallo spettacolo cruento che si sta svolgendo ad un vetro di distanza.
Una volta usciti, cerco di far riprendere Jimin. Trovo un bagno dove farlo sedere e sciacquargli con cura il viso con acqua fredda. Gli levo l'attrezzatura medica e sterilizzata, e gli apro il camicie, abbassandoglielo sulle spalle. Ha bisogno di aria, ma qui non ci sono finestre.
Quando il suo respiro si calma e smette di tremare, lo aiuto ad alzarsi in piedi.
-Stai...stai bene?- balbetto preoccupato.
-Sì, credo...- si tiene il capo con le mani, e sbatte le palpebre un paio di volte.
-Non entriamo più là dentro, ok? Te lo prometto, ma ora ho bisogno che tu sia coraggioso e venga con me. Dobbiamo controllare il resto delle stanze. Sono sicuro che ci sia altro, oltre a quello che abbiamo visto.- lo scuoto leggermente, tenendogli il volto tra i miei palmi, per costringerlo a guardarmi negli occhi. Voglio infondergli sicurezza, non terrore. Annuisce piano, ma non mi sembra convinto. Lascio che si aggrappi al mio braccio per reggersi in piedi, e ci dirigiamo al di fuori del bagno. Questa nuova area sembra avere una struttura architettonica completamente differente rispetto al resto, il che significa che molto probabilmente tutto ciò è scollegato dai due edifici principali. Anzi, credo proprio che sia un nuovo stabile. Considerando il lunghissimo passaggio sotteraneo che lo precede, ha senso.
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ROOM 215
Fanfiction"Passo le mani tra i miei capelli e poi sugli occhi, come per spazzare via il sonno e la sensazione d'intontimento che mi rimane sempre addosso dopo una dose di quelle droghe. Mi allungo verso il pavimento, ancora nel buio, e faccio per prendere la...