Capitolo 31-Parte due

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Appena parcheggio, corro subito al sedile di Harry per aprirgli la portiera.
-Hai deciso di fare il galantuomo oggi?- mi chiede Harry prendendomi la mano.
-Diciamo che ho deciso di essere un po' più gentile del solito stasera.- dico, sollevando le spalle imbarazzato, spingendolo verso l'entrata della piccola taverna in cui l'ho portato.
-Ti prego, poi ritorna come prima, sei estremamente adorabile quando fai il maleducato.- non posso fare a meno di ridere, perché dai, cose del genere può dirle solo Harry.
Dopo esserci accomodati, noto che Harry si guarda intorno ammirato. Speravo davvero che avesse questa reazione.
Poco dopo sento toccarmi una spalla, e poi una voce familiare arriva alle mie orecchie, scaldandomi il cuore.
-Louis? Sei proprio tu?- una signora poco più anziana di come ricordavo, mi guarda incredula.
-Signora Hale? Non ti vedo da così tanto tempo!- mi alzo, e la stringo fra le mie braccia.
-Caro non riesco neanche a riconoscerti per quanto sei cresciuto. Fatti guardare.- mi prende il viso fra le mani, osservandomi attentamente con gli occhi lucidi.
-Mi sei mancata molto, ma sai sono stato impegnato ultimamente...-
-Così impegnato da non poter venire a parlare un po' con la tua vecchia amica? E poi lo so...ti ho visto in televisione tesoro. Penso tu abbia fatto benissimo a lasciare quella sgualdrina, non mi è mai stata simpatica e lo sai. Non si meritava un uomo come te.-
-Se fosse per te, nessuna donna mi meriterebbe. In ogni caso, lui è Harry, il mio...-
-Il suo ragazzo, piacere.- Harry fa per porgerle la mano, ma come sempre la signora Hale preferisce abbracciarlo. Guardo Harry con gli occhi spalancati, incredulo per quello che ho appena sentito, mentre lui con un sorriso, mi guarda con gli occhi luminosi, ancora stretto fra le braccia di una delle donne più importanti della mia vita.
-È un piacere conoscerti caro, sapevo che Louis sarebbe riuscito a trovare qualcuno adatto a lui. Siete qui per un appuntamento?-
-Per così dire...- dice, staccandosi.
-Allora non vi trattengo oltre. Louis adesso faccio venire Bella per ordinare.- con un ultimo occhiolino, si allontana dal nostro tavolo.
Ci risediamo, e mi giro verso Harry, con l'aria molto più tranquilla e felice rispetto a prima.
-Sai Harry, c'è un motivo preciso per cui ti ho portato qui. Quando ero bambino venivo quasi ogni weekend a mangiare qui. All'epoca il locale era appena aperto e la signora Hale si era appena trasferita in città con suo marito e la loro figlia ancora piccola, Bella.
Abbiamo legato subito, era diventata una seconda madre per me e le mie sorelle Lottie e Fizzie, poi però...-
Veniamo interrotti ancora una volta da un'altra voce, Bella.
Dopo gli stessi convenevoli che con sua madre, su quanto io sia cambiato, e lamentandosi di non vedermi spesso quanto lei vorrebbe, finalmente riusciamo ad ordinare e a tornare tranquilli.
-Dicevo...- mi fermo un attimo, indeciso se raccontargli o no del dolore che mi porto dentro da undici anni ormai. -Avevo diciassette anni, mia sorella Lottie venti e mia sorella Fizzie undici. Una mattina come sempre io ero uscito per andare al liceo, e accompagnare mia sorella a scuola, mentre Lottie era uscita per andare all'università. Quel giorno i miei genitori avevano il giorno libero da lavoro perché era il loro ventitreesimo anniversario di matrimonio, quindi avevano deciso di passare del tempo insieme e poi la sera saremmo venuti tutti qui a cena per festeggiare.- non oso guardare Harry negli occhi. Non voglio leggere la pena nei suoi occhi, come la leggo in tutti quelli che sanno cosa mi è successo e cercano di aiutarmi. -Quel giorno andai a casa di un mio amico a studiare, e quando decisi di tornare a casa, ero già in ritardo, quindi mi misi a correre per raggiungere casa, non avrei saltato quella cena per niente al mondo. Quando però sono arrivato davanti a casa, non credevo ai miei occhi. Dei pompieri stavo spegnendo un incendio che aveva distrutto quasi tutto. In preda al panico, scorsi Lottie in mezzo alla folla e mi fiondai da lei per sapere cosa fosse successo. Solo che lei non dava retta a me, ma guardava dritto davanti a se. Seguendo il suo sguardo, notai quattro pompieri che portavano fuori due corpi così pieni di bruciature da essere irriconoscibili. Subito mi crollò il mondo addosso. I miei genitori erano morti. In quel momento arrivò anche Fizzie insieme allo zio Peter, e ricordo benissimo che con le lacrime che le scendevano sulle guance, cercava di correre verso i cadaveri, mentre Peter la tratteneva per non farle vedere nulla.- la mia voce si spezza, non riesco più a continuare. Scene di quella notte si ripetono velocemente nella mia testa, facendomi male. Subito la mia mano stringe quella di Harry, che mi guarda con gli occhi lucidi.
-Louis, non sai quanto mi dispiace. Vorrei prendere tutto il dolore che senti, e tenerlo tutto per me per non farti provare quello che provi.-
Un piccolo sorriso malinconico si forma sulle mie labbra, e mentre lo guardo, penso a quanto sia fortunato ad averlo qui con me, in questo momento.
-Forse l'hai già fatto.-

Dopo la mia confessione, la situazione si è sciolta, e alla fine la cena è stata piuttosto divertente. Ogni tanto Bella e sua madre venivano al nostro tavolo per parlare con Harry, inutile dire che hanno raccontato un sacco di storie imbarazzanti su di me, che non facevano altro che aumentare la mia voglia di sotterrarmi in una buca.
Alla fine della cena hanno anche insistito per venti minuti di voler offrire tutta la cena, insistendo con "è da tutta la vita che vieni a mangiare qui, di certo un pasto in più non mi arricchirà" inutile dire che ho ceduto. Come si fa a resistere a quelle due?

Una volta essere usciti, abbiamo ripreso la macchina per andare nella prossima tappa.
Dopo quasi altri venti minuti in cui abbiamo parlato piacevolmente di cose poco importanti, finalmente arriviamo a destinazione.
Una volta essere scesi dall'auto, apro il cofano per prendere tutto quello di cui abbiamo bisogno. Una tovaglia, una coperta e due cuscini.
Poi prendo Harry per mano, facendogli strada.
-Non mi avrai portato in un bosco per stuprarmi, vero?- mi dice Harry rimanendo un po' indietro.
-Ma sei serio?- dico ridendo, per poi prenderlo per le spalle e baciarlo a stampo, per la mia prima volta della serata. -Posso o no essere carino a volte?-
Lui sbuffa, ma poi annuisce. Ricominciamo a camminare, addentrandoci negli alberi. Spero di riuscire a trovare la strada giusta con questo buio.
Dopo aver superato una leggera altura, finalmente mi fermo, e con l'aiuto di Harry, stendo la tovaglia sul prato, per poi mettere i cuscini.
Subito dopo mi stendo, portandomi la coperta addosso, per poi abbracciare stretto Harry.
-Come mai mi hai portato qui?-
-Per guardare le stelle.-
-Come quando ci siamo baciati la prima volta.-
-Invece non è la stessa cosa.-
-Perché?- mi dice, guardandomi confuso, restando abbracciato a me.
-Perché all'epoca era spaventato. Ricordo ancora la paura che ho avuto quando hai poggiato le tue labbra sulle mie. Non accettavo che una cosa del genere fosse giusta. Che io fossi giusto. Che fossi giusto con te. Infatti è inutile ricordare che poi sono scappato, da vero codardo quale sono in realtà. C'è differenza fra quel giorno e oggi, perché a differenza d'allora, adesso non ho paura di dire che è da due mesi che non riesco a levarmi la tua immagine dalla testa. Ormai ogni pensiero riguarda te, ogni cosa che dico, e sembrerà melenso, ma è così. Non so dare un nome a quello che sento, ma ci proverò. Credo di essere molto vicino all'essere innamorato di te, Harry Styles.-
Harry non dice nulla per qualche minuto, restando a guardarmi con gli occhi spalancati, e il fiato leggermente accelerato.
Poi, come risvegliatosi da una specie di trans, fa avvicinare i nostri visi, lasciandoli a pochi centimetri di distanza uno dall'altro. Il suo profumo mi invade, e tutto quello che vedo, sono i suoi occhi ancora increduli che mi fissano.
-Io credo di aver cominciato ad essere innamorato di te dal primo momento che ti ho visto signor Tomlinson.-
Senza darmi il tempo di replicare, fa incontrare le nostre labbra.
In questo momento, sembra come se tutti i pezzi del puzzle fossero al loro posto. E per la prima volta dopo tanto tempo, posso dire che mi sento bene, bene davvero.
Dopo un tempo che mi pare troppo poco, Harry si stacca da me, avvicinando le labbra al mio orecchio.
-Portami a casa Louis.-

Quello che le telecamere non vedono [Larry Version]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora