Non poteva essere...

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“Il ladro che ha rubato il quaderno ha delle prove sul fatto che io sia Kira. Mi avrà pedinato e spiato in qualche modo, perché altrimenti non sarebbe riuscito a toglierlo dal comodino senza ustionarsi e far incendiare casa.
Ma L è morto e lo dovrebbe essere anche Near, chi è che sta indagando contro di me?
Forse se lo andassi a prendere farei il suo gioco, anzi lo farei sicuramente.
Ma se riuscissi a ucciderlo prima? Devo rischiare. Io sono destinato a essere un dio, non riusciranno a ostacolarmi adesso.”
Mentre Light stava pensando sentì una porta aprirsi. Era Misa.
Disse: “Misa, dobbiamo uscire, puoi chiamare un taxi?”
Misa rispose: “Oh Light, ma non è un po’ tardi, sono le 23:00, e poi sono stanchissima!”
“Se te l’ho detto c’è un motivo, adesso, Misa, chiama un taxi e ti spiegherò nel mentre che arriva.”
“Ok Light, se lo dici tu.” Misa allora compose un numero.
Light, nel frattempo, prese la giacca. Attese che Misa terminasse la conversazione e aggiunse: “Misa, qualcuno ha rubato il quaderno. Devi venire con me perché hai gli occhi dello shinigami. Poi, ucciderò io il ladro.”
Entrarono nel taxi, Light mostrò l’indirizzo al taxista che li portò fino a una grande villa scura. Sembrava molto vecchia.
Aveva un grande portone in legno con decorazioni, dello stesso materiale, ormai rovinate.
Per come era ridotto, non sarebbe stato difficile forzarlo, anche per uno come Light che non l’aveva mai fatto. Praticamente cadeva a pezzi.
Ciò continuava ad alimentare i suoi sospetti, ma aveva preso una decisione, non si sarebbe tirato indietro.
Light non avrebbe mai rischiato la sua vita, ma il quaderno era troppo importante, poi non conosceva le intenzioni del ladro. Avrebbe rischiato sia se non avesse fatto nulla, sia se fosse intervenuto. Ormai qualcun altro aveva scoperto il suo segreto più grande e recondito.
Una volta che il taxista se ne andò, Light si avvicinò lentamente al portone, seguito da Misa.
Riuscirono ad entrare.
Si ritrovarono in un ampio ingresso.
Il buio eclissava tutto ciò che si trovava nella stanza. Anche il pavimento, di marmo splendente, rifletteva l’oscurità proveniente da delle grandi finestre anch’esse deteriorate.
Il silenzio, però, dopo pochi secondi, si dissolse, lasciando spazio a poche parole:
“Ci si rivede Light”
Quella voce, quel tono lento e pacato, sfortunatamente era familiare a Light.
Non poteva essere…

ANGOLO AUTRICE

La storia sta per concludersi.
Grazie mille per aver superato le 100 letture.
Non avrei mai pensato che qualcuno potesse avere l'interesse di leggere la mia storia.
Grazie mille ancora.

Death Note: il trionfo di L Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora