Un segno indelebile

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Una volta terminata la conversazione L esclamò: “Bene. Near, Mello, tra un ora partiamo per il Giappone. Troviamoci davanti all’entrata dell’orfanotrofio.”
Near andò nella sua camera, aprì l’unica valigia che aveva e ci mise dentro un po’ di cambi, tutti uguali, ovvero: lunghe camicie bianche e pantaloni lunghi del medesimo colore. Una volta messi, decise di finire di riempire la sua valigia con dei pupazzi e, quando la riempì, mise altri giochi in una busta.
Anche Mello fece la propria valigia, mettendo i suoi panni e un paio di barrette di cioccolata.
L non dovette preparare nulla, poiché nel venire alla Wammy’s House non si portò niente, fatta eccezione della chiavetta USB e i panni che indossava.
Li attese davanti al portone e, una volta arrivati, li condusse verso un elicottero. Li fece salire e si mise alla guida.
Alle 6:30 del giorno seguente arrivarono in Giappone, a causa del fuso orario.
L aveva prenotato tre stanze in un albergo poco distante dall’edificio che fece costruire per risolvere il caso.
Le stanze erano molto grandi e confortevoli e si trovavano una vicino all’altra. Nonostante ciò, sarebbero rimasti lì solo per quel giorno, infatti in quello seguente sarebbero andati in un altro hotel, sempre vicino al vecchio quartier generale di L.
Questo caso lo stava consumando, gli stava togliendo tutto.
Ma lui era ostinato, doveva risolverlo. Light, o meglio Kira, non avrebbe vinto.
Ma tra le cose che questo caso gli aveva tolto, c’era anche Watari.
L non lo dava a vedere, ma gli mancava molto Watari, a lui più che a Mello e Near.
Watari rappresentò l’unica figura paterna che prima degli 8 anni non aveva mai avuto. Watari gli ha aperto molte possibilità, e se adesso era quel che era, fu solo merito suo.
Near e Mello non gli avevano voluto bene mai quanto L. Inoltre, L stava sempre con Watari, Near e Mello avevano passato meno tempo con lui.
L ne sentiva molto la mancanza, forse Watari era l’unico che teneva davvero a L. L gli doveva tutto. Inoltre, il detective ne aveva una grande stima. Watari fu un grande inventore, un genio anch’egli e aveva fondato molti orfanotrofi, tra cui la Wammy’s House.
Watari impresse in L un segno indelebile.
Anche Watari aveva provato un grande orgoglio paterno nei confronti di L.
Sapeva che L aveva qualcosa in più, rispetto agli altri bambini.
Sapeva che si sarebbe distinto.
Sapeva che era diverso dalla massa.
Sapeva che era speciale.
Solo lui lo conosceva veramente a pieno, solo lui lo comprendeva.

Death Note: il trionfo di L Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora