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13 gennaio 2013

Caro Jeon Wonwoo,

Oggi al termine delle lezioni ti ho aspettato difronte la tua classe per tornare a casa insieme come ormai facciamo da qualche mese. Ho aspettato diversi minuti; tu non uscivi. Allora mi sono affacciata dentro l'aula. Alcuni ragazzi erano ancora dentro a riordinare. Io ho chiesto di te, mi hanno detto che eri già andato via. Ho pensato che forse avevi qualche commissione urgente, magari un appuntamento, infondo sei un bel ragazzo, non mi sorprenderebbe sapere quante ragazze della scuola muoiano dalla voglia di uscire con te... me compresa.

Sono uscita dall'edificio con uno strano peso sul cuore. Ormai fare la strada del ritorno insieme era diventata una nostra abitudine. Non eri tenuto a farlo, quindi non potevo incolparti se avevi deciso di tornare da solo.

Ho varcato il cancello della scuola e tu eri lì. Mentirei se ti dicessi che non ero sollevata nel vederti. Avevi le spalle poggiate al muro e le cuffie nelle orecchie. Guardavi assorto il freddo cielo invernale che era già in procinto di abbuiarsi nonostante fossero appena le 17:00. Credo di essere rimasta ferma ad osservarti per qualche secondo, prima che tu mi notassi e mi facessi cenno di seguirti. Ti raggiunsi ed iniziammo ad incamminarci verso casa.

Quali pensieri ti riempivano la testa durante quel silenzio che accompagnava i nostri passi? Fuori faceva freddo ma tu non sembravi essere infastidito da ciò. Camminavi dritto a passo lento e costante fissando il marciapiede. Io stavo al tuo fianco e ti lanciavo di nascosto veloci occhiate con la coda dell'occhio. Sei così difficile da leggere, Jeon Wonwoo. Guardi a malapena la gente negli occhi, te ne stai sempre in silenzio e nascondi il tuo sguardo dietro alla tua lunga frangia mora.

Sei stato tu a rompere il silenzio. Non ero sicura se tu stessi parlando a me o meno. Era come se io non ci fossi e tu stessi pensando ad alta voce. Hai iniziato a raccontare di come siamo diventati amici, di quando durante l'ora di pranzo andavo sempre a cercarti in biblioteca per assicurarmi che tu non dimenticassi di mangiare per finire un altro libro, dei pomeriggi passati insieme a tornare a casa. Io ascoltavo in silenzio e sorrisi ripensando a quei momenti. Hai continuato a parlare per un altro po', poi hai arrestato i tuoi passi. Io ho fatto lo stesso. Ti sei voltato verso di me e mi hai guardato. I tuoi occhi si sono intrecciati ai miei, ma non prima che tu studiassi il mio viso. Quando i nostri sguardi si sono incontrati, ho sentito le gambe tremare e stavo sul punto di cedere. Non avevo mai notato quanto fosse bello il taglio dei tuoi occhi. Ti danno un'aria minacciosa, ma non lo sei affatto; basta guardarti negli occhi per capirlo. Le tue iridi scure e buie erano leggermente inumidite, facendo brillare appena il tuo sguardo timido. Il tuo naso aveva preso una lieve tonalità di rosso che davano colore al tuo viso candido e le tue labbra pallide tremavano esitando a pronunciare chissà quali parole. La tua mano sinistra mi ha sfiorato delicatamente la guancia ed io ho chiuso gli occhi al tuo tocco caldo e gentile. Hai sussurrato qualcosa, troppo a bassa voce perché io potessi sentire. Poi hai ripreso a parlare. Hai detto che non sapevi cos'era, ma lentamente era sbocciato in te un sentimento nuovo, un sentimento che s'intensificava quando io ero al tuo fianco. Mi morsi il labbro inferiore per trattenere un sorriso, perché segretamente io provavo lo stesso. Allora mi hai chiesto se mi andava di provare. Io ho domandato "provare cosa?" E tu mi hai risposto "provare a capire cos'è questo sentimento che mi fa battere il cuore ogni volta che ti vedo." Non sono più riuscita a trattenermi, ti ho sorriso e ti ho detto "Si".
Jeon Wonwoo, tu non puoi saperlo, ma sono cinque mesi che mi piaci.
Buonanotte,

Tua T/N

To: Jeon Wonwoo || SVT, WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora