NB: il look che indossa Corinne per la sua solita cena di famiglia è rappresentato dalla foto in alto.
Non avete idea di quante volte è stato cancellato e riscritto questo capitolo, quindi comprenderò se non vi piacerà perché non piace neanche a me.
Buona lettura!Giovedì sera.
Indovinate dove ero?
A casa a vedermi un film strappalacrime dal pc mentre Colin era intento a vedersi un suo adorato film della Marvel alla televisione, portandomi all'uso degli occhiali prima dei trent'anni?
Certo che no, che diamine.
Ero a Villa Montgomery, a Cambridge, all'inutile cena di mia madre.E nuovamente non mi ero sprecata con l'abbigliamento e avevo optato per dei pantaloni aderenti neri, una blusa rossa che si intrecciava dietro con un fiocco, i capelli lasciati sciolti in tutta la loro lunghezza e un paio di immancabili tacchi neri.
Non che lei avesse avuto da ridire, mia madre avrebbe solamente alzato gli occhi al cielo per il mio abbigliamento poco adeguato e mi avrebbe ricordato che preferiva vedermi a cena con indosso un vestito e delle calze velate e magari i capelli raccolti.Illusa.
Se mi sentivo forzata con le tue cene, figurati se mi fossi messa pure in tiro con un vestito.Colin si era appostato per terra con Victor e stavano colorando insieme un album che lui gli aveva preso e provavano a ricopiare i disegni su altri fogli.
Altra ossessione di Colin, oltre alla Marvel, era appunto il disegno e i colori. Non sia mai che potesse diventare un artista nell'immediato futuro.— Drink, mia cara? — chiese mio padre mentre si versava dello scotch e io alzai lo sguardo su di lui, per poi annuire.
— Fammelo doppio e liscio. — risposi, sedendomi più composta sul divanetto e osservando che al conteggio forse mancava un soggetto.Ero più una tipa da vino, ma per mandare giù una serata con mia madre dovevo scolarmi qualcosa di forte. E lo scotch di mio padre era perfetto.
Quando mi porse il bicchiere, bevvi subito un sorso lasciando che il liquido mi bruciasse la gola e sciogliesse i miei muscoli tesi.
Non ero neanche sicura di volerlo chiedere, ma dovevo farlo prima di risultare troppo cafona.— Dov'è mamma? — chiesi piano, concentrando il mio sguardo sul liquido ambrato de bicchiere e picchiettando le dita sopra la superficie fredda.
— Ha una conferenza a Liverpool, quindi mancherà.
— Davvero? — esultai felice, voltandomi immediatamente verso mio padre che intanto si era seduto accanto a me e aveva tirato fuori il giornale del giorno e lo aveva aperto sulla pagina dello sport.
— Certo che no, tesoro. È in cucina a discutere l'ordine delle portate della cena. — rispose lui, nascondendo un sorriso.Non fosse mio padre, gli avrei già spaccato il bicchiere oramai vuoto sulla fronte. E poi mi sarei dedicata anche al bastardo che era Victor visto che si stava letteralmente sganasciando dalle risate nell'aver ascoltato la conversazione.
Cane immondo, me l'avrebbe pagata questa.
— E io che ci speravo in una sua assenza. — borbottai, incrociando le braccia al petto e poi essere sorpresa dal passo svelto di mia madre che irrompeva nella stanza.
— In che assenza speravi, Corinne? — chiese lei, lisciandosi il suo vestito rosa cipria mentre si sedeva con grazia accanto a me.Ecco come rimanere intrappolata tra i genitori.
Non rimanevo seduta in mezzo si miei da quanto, dieci anni?
Assurdo che mi dovesse ricapitare ora a ventitré anni.Victor provò a rispondere, ma mi voltai talmente di scatto da fulminarlo sul posto, quando ci provò mio padre, si guadagnò una gomitata nel costato.
Tutti nella massima indifferenza.
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OMNIA FERT AETAS || Tom Hiddleston || SOSPESA
ФанфикOmnia Fert Aetas. Il tempo porta via tutte le cose. Forse era vero, ma in quel momento il Tempo mi aveva donato qualcosa, forse per scusarsi degli ultimi ventitré anni. ________________________________________ La protagonista e la sua storia sono pu...