wednesday

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3.

«Ma sei proprio un idiota! Io sono morto di paura, che stupido! Già, mi vedevo davanti alla porta di casa tua a spiegare a tua mamma come il figlio idiota è morto, invece tu lo hai fatto solo per il bagnino! Solo perché vuoi scoparlo, sei un vero irresponsabile Louis!»

«Parla piano!» esclama Louis. «E poi non è vero che non è servito a niente... ho scoperto il suo nome, Harreh

«E non potevi semplicemente chiederglielo, come fanno di solito le persone normali?» urla ancora il ragazzo biondo, aumentando con velocità il passo.

Louis aveva portato l'amico a fare una passeggiata, così da potergli spiegare la situazione ma ora che ci pensa era meglio se la lingua se la fosse tenuta in bocca. Si affretta a raggiungere l'amico, premendo una mano sulla sua spalla, non ha le gambe così lunghe okay?

«È acqua passata, Nì. Facciamo pace okay?»

Niall osserva con diffidenza il dito che gli porge Louis, unendolo poi al suo ma tirandogli una sberla sul braccio. «Non farlo più va bene?!»

Louis si porta una mano sul cuore ed annuisce. «Promesso.» dice il più grande. «Adesso però devi fingere un malore, non qualcosa di grave anche una caviglia slogata va bene, ma che basti perché serva l'aiuto del bagnino. Okay?»

«Louis Tomlinson!»

«Cosa?» mormora Louis con finta innocenza. «Lo farei io, ma non è andata bene con l'ultima volta, ho bisogno del tuo aiuto! Andiamo, amico!»

Niall scuote la testa, fermandosi in un punto. «Ho detto di no, Lou.»

«Però io ti ho aiutato con quella ragazza! Sto ancora aspettando i tuoi ringraziamenti.»

«Ringraziarti per un frappe sopra la mia t-shirt preferita?» esclama Niall con sarcasmo, camminando poi fino all'ombrellone. Louis alza gli occhi al cielo, sbuffando. Non si può contare neanche più sugli amici, mica è colpa sua se Niall non sa fare conversazione.

«Grazie tante, Nì!»

Louis si siede su un sasso, non sa cosa inventarsi in realtà. Potrebbe semplicemente chiedere ad Harry un appuntamento, ma questo gli direbbe di si? Accetterebbe? Non ne è poi così convinto e non vuole un rifiuto per rovinarsi l'estate.

Potrebbe accendere una sigaretta così da far intervenire il riccio, ma onestamente non vuole passare per un idiota che non rispetta le regole ai suoi occhi. Osserva tutte le persone intente a divertirsi nel mare, alcuni bambini costruiscono castelli di sabbia a riva mentre altri giocano a palla, potrebbe anche invitarlo a fare una partita. Certo, con quale palla e quale campo ma dettagli inutili.

«Hey, amico!» Louis guarda con la coda dell'occhio un ragazzo che si è appena parato affianco a se. Ha i capelli corvini, troppi tatuaggi e lo scruta attentamente. «Mi puoi passare la palla?»

Con tutti questi pensieri nemmeno si è accorto che una palla è volata ai suoi piedi. La raccoglie senza troppa esitazione, porgendola al moro che non sembra allontanarsi però.

«Hai bisogno di qualcosa?» chiede il liscio, un sopracciglio alzato.

«In realtà, uhm-» Il corvino lancia un'occhiata alle sue spalle, dando poi attenzione a Louis di nuovo. «Per caso ti andrebbe una partita a pallavolo? Siamo solo in tre e ci servirebbe un'altra persona!»

Il liscio alza una spalla, dopo tutto al momento non ha idee su come sedurre il riccio, magari giocando gli verrà in mente qualcosa.

«Va bene!»

«Grandioso!» esclama entusiasta il moro, dandogli una spacca sopra la spalla che lo sposta di qualche centimetro. «Comunque, io sono Zayn e tu sei-?»

«Louis, va bene.»

Louis segue silenziosamente quel ragazzo appena conosciuto fino a un punto dietro la spiaggia dove è montata una rete da pallavolo. Ma il suo cuore comincia a battere in modo esageratamente anormale, i suoi occhi azzurri si posano sulla figura di Harry che con una mano sul fianco parla con un ragazzo e l'altra tira indietro un riccio.

Allora qualche volta Dio lo ascolta.

«Ragazzi, ho trovato un'altra-»

«Ciao Harry! Ti ricordi di me? Così, siamo in squadra insieme, se non è destino questo proprio non so!»

Harry sorride, una mano davanti al viso per coprire il sole. «Il ragazzo che ho salvato ieri giusto? Come stai, amico?»

Louis rotea gli occhi al cielo, non vuole essere esattamente ricordato da lui per quella cosa, un'idea che gli si è decisamente rivoltata contro. Ci contava abbastanza, a dire il vero.

«Si esatto.» brontola Louis. «Ecco, a dire il vero so nuotate, ho perso il, uhm, controllo. Sto bene, però grazie.»

«Ne sono davvero felice, Lou.»

Lou. Lo ha appena chiamato con un diminutivo, questo basta al suo cuore per uscire dal petto o anche più semplicemente perdere ogni traccia di controllo.

«Io sono Liam, comunque.» Louis alza una mano, salutandolo. Non è realmente interessato ai ragazzi e non quando Harry cammina con un misero costume giallo addosso e una bandana tra i capelli. «Allora squadre fatte, iniziamo?!»

«Come squadre fatte, io-»

«Verrai fatto a pezzi, Lou. Se fossi in te, mi metterei in seconda fila.»

La voce roca di Harry scatta nella sua testa, ripetendosi all'infinito e quelle parole non possono fare a meno che svegliare il suo spirito competitivo. Si sente come all'età di sei anni la maestra gli diceva che si gioca per partecipare e non per vincere, ma se partecipi e non vinci cosa partecipi a fare? Louis non lo ha mai capito.

«E se vincessi? Sai, io non farei pronostici senza sapere nulle delle mie doti sportive!» Louis sorride e si dondola sui talloni, adora tutto questo in realtà, si sente così del tutto vicino ad Harry, seppure per una stupida partita.

«Ti ho visto, sai? Passi tutto il tuo tempo sdraiato su una sdraio o su un asciugamano, posso dedurre che tu invece di avere doti su qualche sport poltrisci e basta, Lou.»

E dopo queste parole Louis non sa se saltare di gioia perché allora anche Harry ogni tanto lo guarda o se prendere la palla e tirargliela in faccia, nonostante abbia detto la pura verità. Ama poltrire, e allora?

«Allora principesse, ci muoviamo o no?!»

«Principessa a chi, scusa?!»

Harry ridacchia. Ridacchia, Harry sta fottutamente ridacchiando di lui e okay può farlo quando vuole, pensa Louis dopo aver sentito la risatina dolce del riccio.

«Vagamente ci assomigli.» dice il ragazzo dagli occhi verdi da dietro la rete, posizionandosi pronto per ricevere la palle e se Louis non si decide a voltare gli occhi avrà una bella erezione nel bel mezzo di un campo da pallavolo.

«Potrei dire la stessa cosa di te, darlin'. Forse Biancaneve, anche se la Bella addormentata è molto più rappresentativa!»

Harry sbatte gli occhi, arrossendo e abbassando poi lo sguardo. «Io- come?»

La loro conversazione però viene interrotta da un «palla!» urlato da Zayn e per poco questa non arriva in testa a Louis, che impreca con la lingua tra i denti.

Tutto sommato la partita però non è andata malissimo, hanno perso tutte e tre i set ma Louis era molto distratto da un Harry che saltava per schiacciare; ha provato perfino a giocare con gli occhi chiusi, ma forse quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma non solo ha capito che non è dotato in nessun modo per la pallavolo, ma ha capito che deve avere anche un appuntamento di dieci minuti con Harry altrimenti si sentirà male o forse più.

Le occhiatine che il riccio gli ha lanciato per tutta la partita, per poi non parlare dell'occhiolino prima di battere la palla, per poco non cadeva all'indietro. Deve inventarsi subito qualcosa per restare solo con Harry; o uccide i due ragazzi mentre Harry è girato oppure pure meglio... «Merda, la mia caviglia!»

lifeguard ; larryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora