friday

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5.

Louis e Niall sono scesi presto in spiaggia questa mattina, così da trovare un posto davanti al mare e un po' di tranquillità. Come tutte le mattine, Niall si è addormentato e Louis è seduto sulla sdraio con gli occhi ben aperti.

Ormai ha capito i turni di Harry, fa la mattina a giorni alternati, stessa cosa per il pomeriggio e dato che ieri era di turno alle tre adesso si dovrebbe già trovare in spiaggia al suo ombrellone.

Ieri è stato un totale disastro, non vuole mettere mai più piede sopra una barca e tanto meno sopra una barca in mare. Per non parlare dei vermi e del pescare, proprio no e no! Ma tutto poi è svanito in una nuvola, nel momento esatto in cui ha sentito le labbra di Harry.

E ora non smette di pensare alla bocca del ragazzo, così piena e dannatamente rossa. Vuole solo sentirla premuta contro la sua fino a non avere più aria nei polmoni, ci pensa da quasi dieci ore.

E poi le sue carezze? Sembrava che un angelo lo avesse portato a provare le gioie del paradiso. Non può avere assolutamente sognato tutto questo. Forse Niall non si è mai sbagliato, forse potrebbe solo raccogliere il coraggio e chiedergli finalmente di uscire.

Tanto peggio di ieri non potrà mai fare, cos'ha da perdere? E di certo non avrebbe problemi nel farlo, ma la natura lo ha voluto orgoglioso e cocciuto.

«Lou, ciao!» Louis alza appena gli occhiali da sole, sorridendo dopo aver sentito il candido suono della voce di Harry. È diventata il suono che preferisce al momento e se si facesse più furbo potrebbe anche registrarla e sentirla in loop- okay, troppo strano anche per lui.

«Hey bellissimo. Cosa fai?» Louis vorrebbe sotterrarsi dopo le parole appena pronunciate, ma osservare le guance di Harry diventare rosse, e non per il sole, in qualche modo lo appaga.

«Distribuisco i volantini per la gara di castelli di sabbia! Niente di che a dire il vero, non penso verranno bambini al di sopra dei sei anni.»

Harry gli porge gentilmente il foglio con un sorriso timido. Sembra un po' giù di tono questa mattina e il più grande non riesce a decifrarne il motivo. È colpa sua? Potrebbe avere fatto anche qualcosa di non molto corretto senza nemmeno rendersene conto, succede più o meno così nella sua vita.

«E perché sei triste?» sussurra con voce flebile Louis. «Tu adori tanto i bambini, Haz.» aggiunge subito in uno scatto. Non vuole sembrare troppo invadente, ma vuole sapere davvero cosa abbia spazzato via il sorriso tutto fossette di Harry.

«Io- niente, è tutto okay.» E Louis può davvero dire che Harry per un solo istante si stesse aprendo con lui. «Allora? Parteciperai?»

«Io? Oddio ma non esiste- le iridi di Louis si posano sul viso del più piccolo e vorrebbe prendere il muro a testate per la risposta che sta per dare- che io non partecipi ad una gara di castelli di sabbia

E prima che Louis possa terminare i suoi pensieri masochisti, un paio di braccia si allacciano intorno al suo collo e una guancia si posa contro il suo petto. Le mani sono fisse in aria, non sa cosa fare; se qualcuno lo abbraccia è solito posare le mani sui fianchi della persona, ma Harry è Harry e sa, inoltre, che se posasse le mani su quei fianchi non saprebbe fermarsi a quell'altezza.

«Grazie, Lou. Lo apprezzo tanto.»

E poi Harry compie nuovamente il gesto che potrebbe portare Louis sotto altri sette treni, le sue labbra si posano delicatamente contro la sua palle, o meglio a pochi passi dalle sue labbra. Il moro non ha il tempo per aprire gli occhi che il riccio cammina lontano da lui, non si rende nemmeno conto di come le sue gambe cedano e si ritrovi a terra sulla sabbia.

lifeguard ; larryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora