sunday

350 16 3
                                    

«Puoi accompagnarmi all'albergo, devi andare al lavoro no?»

Harry chiude un occhio, bevendo un sorso di caffè. «Meglio di no, Lou. Possiamo salutarci qui.»

«Potresti farlo per la mia coscienza almeno? Mi sono addormentato come un idiota, ieri sera.»

«No caro mio, vivrai con questo senso di colpa!» esclama Harry, ridendo sincero.

Louis abbassa gli occhi mentre si dondola sui talloni, lo fa spesso quando è nervoso. È arrivato quel momento che tanto non voleva e se all'inizio credeva che Harry lo calcolasse solo nei suoi sogni ora è in piedi, di fronte a lui, con gli occhi colmi di speranza.

«Mi piacerebbe venire a trovarti. Se vuoi ovvio- cioè, forse tu hai la tua vita e io non vorrei-»

Harry si piega e posa le labbra su quelle di Louis, chiudendo per una volta le sue parole. Il più grande lo stringe, spingendolo appena con la schiena contro la soglia. Lascia scivolare una mano sulla curva del sedere del ragazzo, proprio sotto il costume e sorride nel bacio.

«Certo che ci vedremo. Tra un po' ma ci vedremo.»

Louis annuisce. È la prima volta che rimane senza parole, non sa cosa dire, nemmeno una cavolata o qualcosa che possa far alzare gli occhi al cielo a chiunque. Sente il telefono vibrare per i continui ed insistenti messaggi di Niall, ma è semplicemente immobile.

«Sarà meglio- che vada, non vorrei fare altri casini. Sono leggermente goffo.» dice, calciando un sasso e voltandosi. «Grazie per il regalo.»

Lentamente scende le scale con il cuore che ormai gli è esploso nel petto. Ha una voglia matta di salire e tornare indietro, ma cosa deve fare? Ha sentito qualcosa di strano e di diverso ogni volta che ha posato gli occhi su Harry e ieri sera gli è scattato qualcosa.

In fondo, forse è meglio per tutti e due. L'estate è così per i ragazzi della sua età, storie di una sera, o di una settimana, tutto qui. Non deve farsi nemmeno tanti problemi in fondo, magari Harry voleva solo qualcuno con cui trascorrere il sabato sera.

Cammina silenzioso, guardando le prime luci del giorno e fermandosi a comprare delle brioche per lui e Niall; raggiunge l'albergo e trova il suo amico seduto sopra una delle poltrone, vicino alla reception. Si avvicina al suo amico che, come un bambino, si è appisolato e gli scuote la spalla. «Nì, sveglia. Ma cosa hai fatto?»

Niall sobbalza appena e brontola alcune parole. «Il volo, Lou... fai un po' di silenzio.»

Louis sorride, si siede di fianco al suo migliore e posa la testa contro la sua spalla. Chiude gli occhi e si lascia andare ad un'amarezza che non avrebbe mai creduto di poter provare per qualcuno. «Tutto okay Nì, dormi altri cinque minuti.»

Niall annuisce, probabilmente in uno stato di dormiveglia. «Harry- avete scopato sugli scogli come volevi?»

Louis ridacchia appena, dando alcune pacche al suo amico che non vuole aprire gli occhi. A volte non si rende conto di quanto sia stato fortunato ad avere un amico leale come Niall, pronto a piangere e a ridere con lui. Davvero. Così si limita a dire: «È andato.»

***

Louis allaccia la cintura, ha sempre avuto una piccola fobia per l'aereo, niente di grave certo, di sicuro però dopo aver visto, sotto grande consiglio di Niall, Manifest è più cauto.

Ha scoperto che Niall ha passato le ultime ore di sonno su quella poltrona, preoccupato per lui e si sente dannatamente in colpa. Non sa per quante altre volte nella sua vita dovrà scusarsi, ma lo farà con ogni probabilità. Niall ha preferito rimanere in silenzio e gli è grato da questo punto di vista.

lifeguard ; larryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora