Capitolo V - La Fratellanza Bianca -

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"Non ti ho io comandato: Sii forte e coraggioso? Non temere dunque e non spaventarti, perché è con te il Signore tuo Dio, dovunque tu vada"

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"Non ti ho io comandato: Sii forte e coraggioso? Non temere dunque e non spaventarti, perché è con te il Signore tuo Dio, dovunque tu vada"

Giosuè 1, 9

Il Vescovo di Avezzano Giacinto Piano arrivò in Vaticano alle dieci di mattina in punto, con la sua nera BMW serie 7 di rappresentanza.

Scese velocemente dall'auto e fu accolto celermente da padre Silvano Moratti, un prete alto e magro con una precoce calvizia assegnato da poco alla segreteria pontificia.

< La stavamo aspettando eccellenza, ben arrivato! Il gran consiglio è già riunito nella Cappella Paolina! Sua Santità ha convocato doverosamente tutti come da lei urgentemente richiesto nel telegramma! >, disse pacatamente conciso padre Silvano. Dopo aver baciato reverenzialmente l'anello episcopale nella mano destra del vescovo.

< Molto bene! Non perdiamo tempo con i convenevoli padre, andiamo mi faccia strada avanti! >, disse con tono perentorio il vescovo al prete.

I due entrarono così spediti nel solenne Palazzo Apostolico, e fecero in religioso silenzio tutto il lungo tragitto interno all'edificio che conduce all'austera Cappella Paolina. Designata non ufficialmente dal pontefice in persona, come la sala di riunione straordinaria del suo gran consiglio ecumenico. 

Oltrepassarono i quaranta metri di lunghezza della maestosa Sala Regia, e si fermarono davanti al massiccio portale della Cappella Paolina.

Padre Silvano bussò deciso ed entrò annunciando ai presenti il vescovo di Avezzano, poi riuscì e fece gentilmente cenno a Giacinto di entrare.

All'interno della Cappella era stato allestito per la segreta riunione, un antico e lungo tavolo di rovere posizionato al centro della grande sala circolare.

Il Papa Celestino VI andò animosamente subito incontro al vescovo, con fare serio ed accogliente come è  solito fare tra due amici di vecchia data.

< Giacinto! Benvenuto carissimo...finalmente sei giunto tra noi! Aspettavamo solo te per iniziare la nostra riunione, prego accomodati pure e aggiornaci su tutto quello che dobbiamo sapere! >, gli disse affabilmente il Papa. Mettendogli poi con sincera benevolenza, una mano sulla sua spalla destra.

< Grazie Santità! Certamente sono qui per questo! Sarò veloce e conciso nell'esporvi gli ultimi fatti, perché non abbiamo tanto tempo a disposizione purtroppo per agire fratelli miei! >, gli rispose perentorio il vescovo.

Così Giacinto prese posto al tavolo del gran consiglio, e si versò un bicchiere da un caraffa con acqua e ghiaccio, per attenuare la sua grande arsura nervosa.

Compreso il Santo Padre seduto a centro tavola, in tutto c'erano dodici persone raccolte attorno al lungo tavolo di rovere.

Il gran consiglio era composto da quattro vescovi, quattro cardinali, dal monaco sohei giapponese Ushio Aotsuki, dal rabbino israeliano Elio Akiva, dall'imam saudito Ammar Muhammad e dal Papa.

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