Capitolo 19

1.6K 173 9
                                    

Alzai lo sguardo, fissando mia sorella ad occhi spalancati. Non riuscivo a credere alle sue parole...che significava che Camila non era umana? L'avevo vista crescere, farsi male, innamorarsi, soffrire...gli esseri divini non sono così, quindi che significava?
Taylor mi porse la mano, aiutandomi a rimettermi in piedi. Con un cenno del capo, mi indicò Baal e Aamon, che la guardavano con attenzione. Cercavano di capire se fosse una minaccia, e io non riuscivo a credere che mi fossero ancora fedeli in quel momento. Sarebbero stati capaci di combattere contro un angelo, per salvare un altro angelo. Sorrisi, rendendomi conto che non tutti i demoni erano uguali, dopotutto.

<<Rispediscili all'Inferno. Non c'è più bisogno di loro>>, disse Taylor, usando un tono di voce neutrale. Mi domandavo se quando parlava con le anime delle persone morte, utilizzava lo stesso tono di voce. 

<<Grazie, ragazzi. Davvero>>, dissi. Loro due mossero leggermente la testa, poi Baal si avvicinò a me.

<<Le ali ti rendono davvero sexy>>, mormorò, facendomi scoppiare a ridere.

<<Siamo contenti per lei, Signora>>, disse Aamon, facendo un passo avanti.

<<Lauren. Solo Lauren>>, gli ricordai.

<<Forza, togliamoci il pensiero>>, disse Baal. A malincuore, tracciai il triangolo capovolto sulla spalla di entrambi, e li osservai in silenzio mentre le loro anime ritornavano all'inferno, reclamati dai cancelli. Di nuovo, senza sapere per quale motivo, tracciai un terzo triangolo- questa volta con la punta rivolta verso l'alto- ed avvertii un leggero rumore provenire dal basso. Spalancai gli occhi, guardando di nuovo Taylor.

<<Tutte le anime sono tornate all'inferno, quindi hai chiuso i Cancelli. Proprio da brava guardiana>>, mi spiegò. Perché se non sapevo nemmeno di avere le chiavi, sapevo cosa fare per rimandare un'anima all'inferno e chiuderne poi i cancelli? Ma dopotutto, c'erano tante altre cose che non conoscevo sulla mia natura angelica, che tuttavia ero in grado di fare. Nostro padre era un tipo misterioso, che operava in modi altrettanto misteriosi.

<<Non ha mai pensato di scrivere un manuale per angeli?>>, mormorai, alzando gli occhi verso l'alto. Taylor ridacchiò, poggiandomi una mano sulla spalla.

<<Ritornando a noi...non vuoi sapere cos'è Camila?>>, chiese.

<<Sì, sì...certo>>, dissi.

<<Noi li chiamiamo Angeli Terreni. Sono esseri che, a differenza degli umani, non sentono il bisogno di peccare e il loro compito, quindi, è quello di aiutare chi si trova in difficoltà, rimettendolo sulla giusta strada. Papà insegna loro come usare i loro poteri, come persuadere, come aiutare e poi, li fa nascere come umani. Dimenticano tutto, questo sì, ma nella loro mente resta impresso il desiderio di aiutare, soprattutto le persone a cui vengono assegnate>>, spiegò. Strinsi le sopracciglia.

<<Ma non esistono gli angeli custodi per evitare che questo accada?>>, domandai, confusa.

<<A volte, gli umani si rifiutano di ascoltare gli angeli. Ma ascoltano se a parlare con loro, è qualcuno della stessa specie>>, disse.

<<Non è un po' una presa in giro? Voglio dire, dopotutto, non sono umani>>.

<<In realtà, viene dato loro un limite di tempo. Se alla scadenza del periodo, hanno aiutato l'umano, continuano la loro vita come esseri umani. Se falliscono, vengono eliminati e cancellati dalla mente di tutte le persone con cui sono entrati in contatto>>, concluse il suo discorso alzando gli occhi verso l'alto. Non era un qualcosa che fece in maniera annoiata, sembrava quasi che stesse cercando qualcuno.

<<Camila chi doveva aiutare?>>, chiesi, sentendo il panico impossessarsi del mio corpo. Non voleva mica dirmi che...aveva fallito? Che non c'era più? 
Qualcosa cambiò nell'aria, prima che Taylor rispondesse e avvertii poco dopo una presenza alle mie spalle. Dei brividi si formarono lungo il mio corpo, e ancor prima di voltarmi per poterla guardare, seppi che era lei.
Sembrava una visione paradisiaca e adesso, avevo tutti i motivi del mondo per descriverla in quella maniera.
Indossava un vestito bianco, composto dallo stesso materiale del vestito di Taylor. I suoi capelli ricadevano lungo le sue spalle, e una coroncina di fiori posava sul suo capo. Un piccolo sorriso abbelliva il suo volto, e mi ritrovai a chiedermi se non stavo sognando ad occhi aperti.

<<Ciao, Lauren>>, disse, avvicinandosi a me.

<<Chi dovevi aiutare? Hai fallito?>>, domandai, subito, preoccupata. Lei continuava a sorridere, come se dentro di lei ci fossero solo calma e tranquillità.

<<Qualcuno che non capiva cos'era l'amore. Qualcuno che si era perso, e doveva trovare sé stesso proprio grazie all'amore>>, disse, allungando la mano verso il mio viso. Lo accarezzò lentamente, e io chiusi gli occhi, lasciando che il suo corpo riportasse in vita ogni singola cosa che sentivo quando lei mi era accanto.

<<Guardati e poi, dimmi tu se ho fallito>>, disse. La guardai intensamente negli occhi, poi mi voltai a guardare Taylor, che aveva fatto un paio di passi indietro per darci un po' di spazio.

<<Il suo compito era quello di aiutarti. Lei è speciale, molto di più di tutti gli altri umani. Parecchi Angeli Terreni si sono lasciati conoscere, altri sono rimasti nell'anonimato, ma nessuno ha mai avuto un compito come il suo>>, disse.

<<Quindi, tutto quello a cui credevo era una bugia>>, dissi, allontanandomi dalla sua mano. Credevo che a lei importasse di me, che ci fosse qualcuno che finalmente mi apprezzava per quello che ero, e adesso...scoprivo che non aveva mai avuto scelta. Nessuno aveva mai avuto scelta. Proprio come aveva detto Lucifero, papà decideva tutto di tutti e non facevamo altro che recitare uno spettacolo per lui, per il suo divertimento.

<<No, Lauren>>, disse Taylor, ma non riuscivo ad ascoltarla. Fissavo Camila, il cui sorriso si era appena spento e mi guardava come se non potesse credere alle mie parole. Prese un respiro profondo, poi scosse la testa.

<<Sono stata creata per aiutarti. Ogni volta che ti guardavo, sapevo che dovevo aiutarti, però non capivo come. Ma poi, Lauren, ho iniziato a provare davvero qualcosa per te. Tuo padre se n'era reso conto, e ha mandato Keana sulla tua strada. L'ho vista come una fonte di pericolo, perché poteva portarti via da me. Anche se il mio compito era quello di dover farti credere di nuovo nell'amore, non volevo che tu l'amassi. Volevo che tu amassi me, me e nessun altro>>, disse, afferrandomi le guance. Mi costrinse a guardarla dritta negli occhi, dove trovai così tanto amore da farmi quasi paura.

<<Ogni singola cosa che abbiamo fatto, che ti ho detto, è stata dettata da quello che provo per te. Non posso evitare di innamorarmi di ogni piccola cosa che fai...non posso evitare di guardarti, qui, adesso, e sentire che Lui potrebbe togliermi tutto e non mi importerebbe, finché ci sarai tu al mio fianco>>, mormorò a voce bassa. La strinsi a me, e la baciai con passione. Tutto quello che sentivo quando mi era accanto, prese vita in quel bacio. Ancor prima di rendermene conto, le mie ali si erano avvolte introno a lei, come a farle da scudo contro ogni cosa che poteva attaccarla in quel momento. La strinsi forte e seppi, in quel momento, che il mio compito di proteggerla non era finito. Anzi, era appena iniziato.

A/a

Il prossimo è l'epilogo. 

LaurenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora