Capitolo 9

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Lo sferzare dei colpi delle spade da torneo che s'infrangevano contro le armature dei duellanti assaliva le lizze, rendendo praticamente impossibile conversare al di sopra di tutto quel frastuono. Tuttavia c'era da dire che Daenora era sufficientemente testarda da proseguire imperterrita, alzando la voce ben più di quanto si addicesse a una signora e tantomeno a una principessa del sangue del drago.

In quel momento in particolare stava tifando energicamente per Ser Lyonel, che aveva sfidato Aerion e che menava fendenti con rapidità e precisione.

- Credi sul serio che sia saggio tifare tanto vivacemente contro nostro cugino? – domandò Aelora, osservandosi attorno quasi pensasse che qualcuno dei commilitoni di Aerion fosse in ascolto pronto a riferire le loro parole.

- Non ho paura di lui – asserì la sorella per tutta risposta, le iridi violacee che luccicavano fiere tra la coltre di capelli scuri.

- E Valarr certamente vincerà il torneo perciò nessun timore di vederlo incoronato come campione – aggiunse Matarys.

Flamaerys avrebbe voluto avere la loro medesima convinzione, ma al di là dell'affetto che la legava al Giovane Principe doveva riconoscere che suo cugino era un guerriero molto più esperto e aveva dalla sua anche il vantaggio della stazza e di una muscolatura maggiormente sviluppata.

E quando Aerion disarmò Ser Lyonel mandandolo a gambe all'aria nella polvere della lizza, tra la sorpresa e le acclamazioni generali, sembrò che anche Daenora e Matarys l'avessero compreso.

Sollevando la gorgiera dell'elmo a mostrare il volto dai tratti perfetti e la chioma argentea, Aerion puntò dritto verso il padiglione di Valarr.

Il Giovane Principe smise di bere dal calice che teneva in mano e lo porse al suo scudiero, alzandosi e avvicinandosi al suo scudo. C'era una certa rigidità nel modo in cui vi stava ritto accanto e Flamaerys suppose che fosse il suo modo di tradire la tensione.

Quando la lancia di Aerion s'infranse contro il drago smaltato impresso sul suo scudo una scintilla passò nelle iridi blu violacee.

Una prima piccola resa dei conti.



*



I due principi si giravano attorno come avrebbero fatto due lupi decisi a studiarsi per instaurare una superiorità gerarchica e comprendere chi si sarebbe sottomesso all'altro tra il silenzio generale dei presenti.

Dopotutto non capitava tutti i giorni di veder scontare due principi di sangue.

Maekar e Baelor si scambiarono un'occhiata, probabilmente ripensando a quando anni addietro avevano compiuto la stessa azione dei loro figli seppur con decisamente meno astio e rivalità.

Il primo a lanciarsi all'attacco fu Aerion, spingendo Valarr ad arretrare di alcuni metri sotto la carica furiosa e la tempesta di colpi che s'infrangeva contro di lui.

Schivò all'ultimo momento un fendente particolarmente pericoloso indirizzato verso l'elmo, roteando l'arma e colpendo Aerion al fianco.

Il colpo doveva essersi avvertito persino con cotta e armatura, perché lo incassò piegandosi leggermente e dando modo a Valarr di passare a sua volta all'offensiva.

Tra colpi andati a segno, scambi di lame e parate infrante sugli scudi l'uno dell'altro il combattimento si preannunciava come il più avvincente dell'intero torneo.

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