CAPITOLO 9

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La mattina successiva, Cipriani tornò di nuovo sulla scena del delitto. Marta lo condusse nel solito salotto e l'uomo si sedette in attesa. Gloria non lo fece attendere molto e, al suo ingresso, Cipriani si alzò in piedi e le andò incontro.

"Buongiorno, signora Silvestri. Sono lieto di vederla da sola. Noi due dobbiamo parlare."

"Sì, ispettore, io e Tim saremmo venuti in centrale se lei non fosse tornato."

"Allora non mi ero sbagliato..." Lasciò la frase in sospeso.

"No, ha capito perfettamente. Io e Tim abbiamo passato parte della notte insieme, ma tutti gli altri qui, non ne sanno niente."

"Bene, non sarò certo io a renderlo pubblico, a meno che non sia strettamente necessario. Allora, c'è qualcosa di rilevante che dovrei sapere?" Domandò Cipriani pacatamente.

"Non molto, temo. Sono andata nella stanza di Tim dopo che tutti erano andati a letto. Non ho idea di che ora fosse, ma dopo cena siamo rimasti tutti insieme per circa un'ora, poi sono andati tutti nelle loro camere, quindi posso dedurre che non doveva essere molto tardi. Sicuramente era prima di mezzanotte."

"E a che ora è tornata nella sua camera?"

"Erano circa le quattro. Di questo sono sicura perché non appena mi sono svegliata, ho guardato l'orologio."

"Le quattro..." Mormorò Cipriani pensoso. "E non ha visto, né sentito niente di insolito?"

"L'ho già detto al dottor Ferri; mi è sembrato di vedere qualcosa che si muovesse, ma è stato solo un momento. In realtà, non saprei dire cosa fosse. Io non ho visto nessuno."

"Capisco. Be', è un vero peccato, perché l'ora del decesso è compresa fra le tre e mezzo e le quattro. È probabile che per poco non sia incappata nell'assassino."

"Già, ma... vista l'ora della morte,... c'è anche la probabilità che l'assassino sia io."

Cipriani si limitò a sorridere. In quel momento entrò Enrico.

"Ah, dottor Ferri, buongiorno." Esordì Cipriani avvicinandosi per tendergli la mano.

"Buongiorno, ispettore. A cosa devo tanto calore?"

Cipriani sorrise. "Ieri ho parlato con un collega di Spoleto e... credo di doverle delle scuse. Ho saputo che lei ha brillantemente risolto un caso di omicidio avvenuto lì.¹ Il modo in cui mi hanno parlato di lei, mi ha colpito molto, devo ammetterlo."

(¹vedi: Il mistero di villa delle rose)

"Be', la ringrazio, adesso mi fa sentire in imbarazzo."

"Non era questa la mia intenzione. Anzi, non disdegnerei affatto la sua collaborazione riguardo a questo caso, per quanto le sia possibile." Riprese l'ispettore.

"Bene, allora qualcosa da dirle ce l'avrei. Gloria, vuole scusarci, per favore?"

Gloria si limitò ad assentire e li lasciò soli.

"Ecco, ispettore, io ho parlato con il cuoco e la cameriera. Luisito era contrario che sua moglie mi parlasse e temo che con lei non apriranno bocca, quindi le riferirò le informazioni che ho avuto da loro."

Cipriani si mostrò molto interessato e, guidando Ferri verso un divano appartato, lo invitò a sedersi.

"Mi racconti tutto." Disse con gli occhi scintillanti.

Ferri raccontò dell'interesse che Patrizia Spaziani provava per il marito di Clarissa, delle continue richieste di soldi da parte di Barbara a sua zia. Poi gli raccontò di Pietro e Cora e del desiderio di quest'ultima che Clarissa morisse per mettere le mani sull'eredità. Gli riferì, insomma, tutte le informazioni che aveva avuto da Carmen.

"Il personale di servizio sente molte cose. Le cameriere sono sempre in giro per casa e chissà quante volte a Carmen sarà capitato di ascoltare discorsi privati. Non ho ancora parlato con Marta Rivetti, la governante, ma ho in mente di farlo quanto prima." Terminò Ferri.

"Riguardo alla signora Silvestri, ha saputo nulla di interessante?"

"Su Gloria? Oh, no. È l'unica persona che, secondo Carmen, era sinceramente affezionata a Clarissa. Ma su di lei sentirò anche il parere di Marta."

"Bene, ora ho io qualcosa da dirle. Ho interrogato Mauro Blasi e, a quanto pare, ha un alibi inattaccabile. E il suo alibi è proprio Pietro Rivoli."

"Accidenti, questa sì che è una notizia. Ma mi racconti tutto."

"Dunque" Iniziò l'ispettore. "Blasi ha dichiarato che Pietro è arrivato a casa sua intorno alle tre del mattino. Ricorda l'ora perché sentendo suonare alla porta in piena notte, è stato istintivo per lui guardare la sveglia che ha sul comodino. Ha dichiarato che hanno parlato per un bel po', finché non sono arrivati alle mani. Detto per inciso, aveva un occhio nero e un paio di taglietti sullo zigomo.

"Sembra che tutto questo si sia consumato nel giro di un'ora o poco più, perché Blasi dice di essere tornato a letto intorno alle quattro e mezzo, e Pietro se ne era andato da una decina di minuti. Considerando che l'abitazione di Blasi dista circa trenta minuti da qui, Pietro Rivoli deve essere tornato a casa intorno alle cinque meno dieci e, dato che la morte della signora Benedetti è stimata tra le tre e trenta e le quattro, automaticamente anche Pietro diventa insospettabile."

Ferri emise un fischio prolungato. Domandò: "Ispettore, lei crede che una cocainomane dorma profondamente per tutta la notte? La sera precedente il delitto, Barbara Montebarocci tirava su col naso in continuazione. Secondo me, aveva già sniffato la sua bella dose di cocaina e non mi stupirei se ne avesse presa dell'altra una volta andata in camera sua. Eppure ha dichiarato di aver dormito per tutta la notte e di non aver sentito nulla."

"Questa è una cosa che approfondirò. Piuttosto, c'è un'altra cosa che devo dirle. La signora Silvestri mi ha detto di essere uscita dalla stanza di... Ehm, immagino lei sappia che..."

Ferri alzò gli occhi al cielo. "Mio nipote. Già. Sì, ispettore, ne sono al corrente."

Cipriani ingoiò a vuoto. Per un momento aveva temuto di aver fatto una gaffe senza rendersene conto. Si grattò la testa e riprese a parlare.

"Insomma, è uscita dalla stanza di suo nipote giusto intorno alle quattro. Certo, non significa niente, ma c'è la possibilità che abbia visto qualcuno e non voglia dirlo, oppure che sia stata proprio lei a commettere il delitto."

"C'è un'altra possibilità, ispettore." Osservò Ferri calmo.

"Quale?" Domandò Cipriani con vivo interesse.

"Che abbia detto la verità. E cioè che non abbia davvero visto nessuno e, allo stesso tempo, che non sia lei l'autrice del delitto."

"Già." Replicò l'ispettore pensoso.

"Comunque" Riprese Ferri "Dobbiamo tenere in considerazione Patrizia Spaziani. Era innamorata del marito della vittima e, con la morte di Clarissa, potrebbe prendere due piccioni con una fava: Mauro Blasi e il patrimonio di sua moglie."

"Crede che avessero una relazione?" Domandò Cipriani.

"È possibile. Io ho a malapena conosciuto la Spaziani e non ho mai visto Mauro Blasi. Forse conoscerlo mi sarebbe d'aiuto. Lei non potrebbe combinare un incontro?"

"Sì, certo, dottor Ferri. Potrei interrogarlo di nuovo in sua presenza, se crede."

"Molto bene, ispettore. Allora lo faccia al più presto."

L'altro uomo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora