CAPITOLO 32

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Il viso di Pietro sembrò diventare di marmo.

"Esatto." Si intromise l'ispettore. "Il DNA rilevato sul maglioncino della vittima, è il suo, signor Rivoli. Ma una cosa devo dirla; senza questa prova, non so se sarei arrivato alle stesse conclusioni del dottor Ferri. È stato semplicemente straordinario e io sono fiero che abbia collaborato a questa indagine con me."

Ferri si inorgoglì quando vide lo sguardo colmo di ammirazione da parte di suo nipote.

Pietro si guardò intorno smarrito. "Voi non potete... Che razza di prova è questa? Non potete accusarmi di omicidio usando come prova quella stupida forfora! Io mi rifiuto di..."

"Le consiglio di chiamare il suo avvocato." Lo interruppe Cipriani. "Lei è in arresto, signor Rivoli. E lo stesso vale per lei, signor Blasi." Il suo tono fu tagliente.

Il volto di Pietro era sconvolto. Sembrava che dovesse scoppiare a piangere da un momento all'altro. Il tono querulo della sua voce risuonò nella stanza.

"No, io... io non c'entro! È stato lui che mi ha convinto a farlo! Diceva che saremmo stati insieme per sempre, ma mentiva. Non appena ha incontrato..." Fece un gesto per indicare Tim. "Non appena ha incontrato il primo bellimbusto, è cambiato tutto! Io l'ho fatto per te, Mauro, e tu mi hai ripagato con l'inganno! No, lasciatemi!"

"Smettila, Pietro." Proruppe Mauro. "Abbi almeno un po' di dignità. Abbiamo perso."

"No, se qui c'è qualcuno che ha perso, quello sono io. Se l'avessimo passata liscia, tu mi avresti abbandonato per... per quello là."

Mauro strinse gli occhi fino a farli diventare due fessure. "Portagli rispetto." Gli intimò. "Tu non sei degno neanche di pulirgli le scarpe."

Lo stupore di Tim a quelle parole fu palese. Quei due uomini stavano litigando per lui! Lo trovò grottesco data la situazione. Stavano per finire in carcere, eppure non trovavano niente di meglio da fare che azzuffarsi per lui.

"Per favore!" Esclamò Gloria. "Siete patetici, ve ne rendete conto? Vi state azzuffando per qualcosa che non esiste. Tim non avrebbe mai potuto mettersi fra voi due per più di un motivo, uno dei quali sono io. Ma evidentemente siete gli unici a non averlo capito."

Allora Mauro si pose davanti a Tim. "Non lo so se fra noi sarebbe mai potuto nascere qualcosa. Anzi, sicuramente no. Ma ora sto per andare in prigione e non ne uscirò molto presto, quindi lascia che almeno ti dica quello che avrei voluto dirti da molto tempo.

"Io ti amo. Amo tutto di te. Il tuo sguardo, il tuo sorriso, la tua intelligenza, la tua bellezza interiore ed esteriore. Amo il tuo modo di sentirti in imbarazzo quando tuo zio ti prende in giro. Amo la tua allegria, il tuo temperamento brillante.

"Non ti dimenticherò, Tim. Il tuo ricordo mi farà compagnia per tutti gli anni in cui resterò chiuso in una cella. E quando sarò triste, mi basterà rivedere il tuo sorriso con gli occhi della mente per superare la malinconia. Forse sto per chiederti molto, ma... se una volta ogni tanto venissi a trovarmi, io ne sarei felice."

Forse era una delle più belle dichiarazioni d'amore che Tim avesse mai ricevuto. Ne restò colpito, senza sapere cosa rispondere.

"Lo vedi? Anche adesso sei imbarazzato e io ti trovo adorabile."

"Mauro, io..."

"No, Tim, non dire niente. Va bene così. Cerca di essere felice almeno tu." Terminò la frase e guardò Gloria. Poi si voltò verso gli agenti e lasciò che lo portassero fuori.

Tim era senza parole, completamente paralizzato dalle emozioni che provava. Ferri accompagnò fuori il gruppetto lasciando la coppia da sola.

"È incredibile." Iniziò Gloria. "Mauro ha espresso esattamente quello che anch'io provo per te. Lui... lui ti ama come ti amo io, Tim. Mentre parlava, sentivo che tutte le emozioni che gli suscitavi, appartenevano anche a me. È riuscito a esprimere in poche parole tutto l'amore che prova, mentre io non ci sono mai riuscita."

"Sei gelosa?" Sorrise lui ironico.

"Sì. Avrei voluto essere io a dirti quelle cose e invece..."

"Tu non hai bisogno di parlare, Gloria. Quello che provi lo leggo nei tuoi occhi. Cosa che non sono mai stato capace di fare con lui. Ma se mi è possibile leggerti dentro, è solo perché i tuoi sentimenti per me sono ricambiati. Quindi rilassati. Non entrare in competizione con lui. Non ha senso."

"Non è competizione." Riprese lei dirigendosi verso la finestra. "Sono solo colpita."

Tim le si avvicinò e, scrutando fuori, vide Mauro che si voltò a guardarlo ancora una volta prima di salire in macchina.

"Mi fa pena, Tim. Deve soffrire molto."

"Be', allora faresti bene a ricordare che ha pianificato l'omicidio di sua moglie e quello di Barbara. Altro che pena! È un assassino e non merita la tua pietà." Il suo tono fu tagliente e Gloria ne fu colpita.

"Non mi sembrava che la pensassi così, fino a qualche minuto fa. Ho avuto la sensazione che anche tu provassi pietà per lui."

"Io provo solo compassione per un uomo che si è perduto. Si è perduto nel momento in cui ha deciso di togliere la vita a un altro essere umano. Amore e delitto non vanno d'accordo. Come può essere in grado di amare chi è capace di uccidere?"

Gloria annuì. Tim non aveva tutti i torti.

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