[three]

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quella notte dormii bene, e finalmente sognai.
mi ero addormentata in pochissimo tempo, e non me ne resi neanche conto di quando, chiudendo gli occhi, mi abbandonai tra le braccia di morfeo.
mi svegliai prima del solito, quando presi il telefono vidi che erano le 9:36, durante l'estate ero solita a svegliarmi alle undici.
decisi di rimanere nel letto ancora un po', guardando il cielo limpido incorniciato dalle  chiome verdi degli alberi.
d'un tratto entrò in camera mia madre, mi diede il buongiorno e mi fece alzare per far colazione.
quella mattina avevo fame, infatti mangiai ben tre brioche, io che di solito mi sentivo nauseata dopo una sola.
mi vestii come mi vesto sempre per stare in casa, cioè con degli shorts sportivi e una maglietta e andai a leggere in camera mia.
ultimamente cercavo di rimanere il meno possibile sola con i miei pensieri, una cosa abbastanza pericolosa se, come me, si possiede una mente assai sadica; e benché io non abbia mai avuto problemi di autostima, la mia testa riusciva comunque a farmi deprimere per qualche oscuro motivo.
quindi continuai il mio carissimo libro.
pensai poi di prendere la mia chitarra elettrica e suonare un po', ma qualcosa di imbattibile (la pigrizia) non mi lasciò scivolare via dal letto.

osservai la mia camera, aveva veramente bisogno di essere messa apposto e avrei dovuto salvare la mia povera sedia dalla montagna di vestiti che giacevano su di essa.
preferii distogliere lo sguardo da quella pattumiera che era anche la mia camera e continuare a leggere.
poi ritrovai l'inizio di un disegno vecchissimo, mai finito.
era un ritratto di abel, the weeknd, che avevo cominciato e perso tra gli altri fogli.
presi il foglio e una matita e continuai il disegno.
quando lo finii era ora di pranzare.

-preparati che andiamo in piscina-

a quelle parole feci una smorfia involontariamente.

-vacci senza di me, non ho tanta voglia di andare in piscina- cercai di salvarmi da quel pomeriggio che si prometteva noiosissimo, con la consapevolezza che però, quella con mia madre, era una battaglia persa sin dall'inizio.

-non mi importa, devi nuotare, sai che ti fa bene no?- ribattè lei con tono fermo.

-ma chi ci sarà?-

-sicuramente anton con i cugini, e mi sa che ci sarà anche un ragazzo un po più grande di te- disse lei, sperando che questa notizia avrebbe suscitato interesse da parte mia.

-non ho voglia- provai di nuovo, con un filo di voce.

-vai a prepararti- tagliò corto.

mi misi un costume che mi piaceva molto, se mi sarei annoiata almeno mi sarei sentita a mio agio. la parte alta era bianca e quella del basso nera, legata ai fianchi.
indossai una maglia bianca, una gonna in jeans e delle nike e presi ciò che mi sarebbe servito.
in macchina faceva un caldo tremendo. mi bruciai anche una coscia mentre mi sedetti sul sedile in pelle nera, lanciando un gridolino di dolore.

gone. [yugyeom]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora