[eight]

17 3 1
                                    

quando sentii il mio nome pronunciato da una voce familiare, alzai lo sguardo e vidi una ragazza un po' bassina con i capelli scuri e occhiali da vista.
riconobbi subito ale, mi alzai e sfrecciai nella sua direzione a braccia aperte, pronta ad abbracciarla.

-hey, come va?-

-male- mi rispose -non sono mentalmente pronta a rivedere certa gente-

-manco io. che facciamo entriamo subito o aspettiamo ancora fuori?-

-ti prego, non ho per niente voglia di entrare-

rimanemmo fuori, parlando e aspettando il momento in cui avrebbero cominciato a chiudere il cancello per poi entrare.
arrivò alice, ci alzammo entrambe e la stringemmo in un caloroso abbraccio.

-raga, mi ammazzo. non ho voglia di entrare-

"NO" rispondemmo in coro.
ovviamente eravamo obbligate ad entrare, quindi, facendoci forza e tenendoci sotto braccio a vicenda, varcammo l'entrata di quella dannata scuola.
fino a quel momento non avevo sentito neanche minimamente l'ansia, ma quando vidi il vecchio edificio sentii una fitta allo stomaco.
stava iniziando un altro anno di rompimento di scatole, interrogazioni e il cibo della mensa (che d'altronde, la mensa scioperava al meno quattro volte al mese).
ci avvicinammo alla fila dove stava il resto della nostra classe; era composta da casinari, poracci bocciati e qualche persona incaricata di alzare la media della classe.
c'erano un paio di persone nuove che non conoscevo, tra cui una ragazza molto carina.
la osservai, aveva una carnagione leggermente abbronzata, gli occhi color nocciola chiaro, una bocca sottile, dei leggeri capelli castani che si poggiavano delicatamente sulle sue spalle e una frangetta che le finiva sopra gli occhi.
fui distratta dalla nostra prof principale che ci salutò e ci pregò di seguirla mentre si dirigeva verso l'aula.
entrando, io e alessia ci sedemmo al banco davanti alla cattedra, dietro di noi c'erano alice e imen.
mi girai e vidi nuovamente quella ragazza, c'erano solo pochi banchi tra il suo e il mio.
si vestiva anche bene, poi notai che non si truccava, tanto non ne aveva bisogno, era già molto bella di suo. mentre la prof ci spiegava come avremmo trascorso questo anno scolastico mi dimenticai di ascoltarla, ero troppo occupata a pensare e osservare quella ragazza, tanto, chi è che ascoltava la prof?

suonò la campanella, annunciando che era finalmente l'intervallo.
l'intera classe si precipitò verso la porta, ignorando totalmente la povera professoressa che, indignata, urlava frasi come "chi vi ha detto che eravate liberi di uscire?!" o "imparate a rispettare le persone".
fuori non era cambiato niente, le stesse panchine, gli stessi alberi, le stesse tavole da ping pong, le stesse persone... o quasi. notai che c'erano un bel po' di persone nuove, tra cui ragazzi che avevano messo piede al liceo per la prima volta e gente di altre scuole che si era trasferita.
poi intravidi un ragazzo alto, troppo alto rispetto agli altri, con i capelli neri che quasi gli coprivano gli occhi. mi era famigliare...
era il tizio che era in piscina quel giorno?
si, era sicuramente lui, il naso era identico.

gone. [yugyeom]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora