M'illumino D'immenso

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Pov's Alice

Non ne capisco il perché, come può un ragazzo che a mala pena conosco dettar legge sulla mia vita.
Non so neanche cosa indossare dato che ovviamente questo Tyler non mi ha detto dove andremo.
Opto per una semplice salopette con una maglietta gialla, le Dr. Martens e lascio i miei voluminosi capelli ricci sciolti.
Prendo uno zaino infilandoci all'interno la mia instax, il portafoglio, e una giacca simile al colore della salopette.
Ormai  manca mezz'ora prima che venga a prendermi, mi siedo sul divano mentre guardo le solite soap opere che mettono di Sabato.
Sento il campanello, sono agitata, prendo lo zaino ed esco.
Lo vedo, è esattamente di fronte al palazzo, appoggiato alla sua aston martin, mentre al collo ha una 1300d.

<Bella la 1300d! Ma sono più team Nikon>

<Pure le Nikon mi piacciono ma ho sentito dire che per far le foto alla gente è meglio utilizzare una Canon, sai ha uno scatto più veloce ed efficace giusto per prendere "il momento esatto" >
disse con tono di superiorità.

<Io credo chi sia meglio la polaroid, dissi tirandola fuori dallo zaino e scuotendola . >

<Adoro le cose vintage e da quanto ne so la prima reflex ad essere inventata fù proprio una Nikon>

Continuano così, per tutto il tragitto mentre dalla radio si sentono di sottofondo i Beatles.
Dopo un'po svoltò a destra e ci ritroviamo nel quartiere francese o per meglio dire la "Nouvelle Orleans".
Rimango incantata dalle luci del locale e dal vociare misto fra inglese e francese che proviene dal finestrino, non ci ero mai passata di notte e devo ammettere che è meraviglioso.
Tyler parcheggia e scendiamo dirigendoci in un locale chiamato "Tropical Isle".
Entriamo e ci sediamo al bancone, l'intero bar è decorato con bastoni di bambù.
Tyler ordina un cocktail di litches analcolico e decido di prenderlo anch'io.
Appena arrivano i cocktail, toglie la Canon dal collo mettendola sul bancone e si gusta il suo drink cercando di metter su conversazione.

<Dimmi sei all'università o?.... >

<No, per qualche strana ragione, a me ignota, il mio istinto ha detto di non doverla fare>

<E perché?! Insomma avevi programmato già di far l'università no? > annuii, <e allora perché non hai deciso di ascoltare la ragione? > chiese, con un tono sorprendentemente curioso.

<Perché delle volte è meglio fidarsi dell'istinto>

<Ma  significa "sognare" > disse con disprezzo.

<È che male c'è a sognare>

<Ti fidi della speranza e quella è una falsa amicizia, ti prende, ti far credere che tutto andrà per il meglio e poi? Poi ti distrugge  ridendo di te alle spalle per esserti fidata di lei>

<Hai ragione> risposi, mentre lui si girò di scatto dato che aveva il capo girato dall'altra parte mentre controllava la macchina fotografica.
<Secondo me dovrebbe esserci un equilibrio tra ciò che è la ragione e ciò che è il sogno>

La conversazione cessò quando una bambina di 5 anni a vista d'occhio mi venne incontro.

<Ciao! >disse la bimba entusiasta

<ciao>risposi dolcemente

<Lui è il tuo principe azzurro vero? >chiese.

Sorrisi mentre sentii una rumore simile ad uno scatto.

<Jessica non importunare la gente. >
disse una signora trentenne mentre correva verso di noi.

<Non fa niente>

AFFOGARE NELLA BANALITÀWhere stories live. Discover now