L'esperimento

7 0 0
                                    

Lo vedo così, terribile e inarrestabile.

Il simpatico (ma poi, non tanto) scorrere del tempo. 

"E Roberta in tutto questo, dove la collochiamo?" - dice un signore con la barba grigia e le palpebre stanche - "Io direi su quella piattaforma, lì, in mezzo all'oceano. Lascia che intorno ad essa si sviluppi un'isola circolare dell'ampiezza di 8miliardi di chilometri. 

Ma fai si che Roberta non possa raggiungerla a nuoto, ma riesca solo a scorgerla un poco e in modo lieve, da quella piattaforma che è la sua casa, la sua vita" - rispose il nano baffuto e senza denti, mentre compilava scartoffie di carta cenere e papiri ingialliti che scricchiolavano sotto le sue unghie lunghe e nere.

"Osserviamo cosa fa, da sola lì in mezzo all'oceano" - esclamò l'oca reale,dotata di cappello di feltro verde e perle colorate.

"Che oca sei, non siamo più nel 1984" - si rivolse rude il Nano. "Dopotutto non è un'idea malvagia, Oca. Direziona il tubo argento morto verso di lei, vediamo cosa fa" - la ammonì il vecchio con la barba grigia, le palpebre stanca, e una statura che contava i due metri e mezzo.

Roberta era seduta a gambe incrociate, osservandosi il grembo, osservando il ferro consumato della piattaforma, talvolta osservando a due metri di distanza una fetta d'oceano mare

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Roberta era seduta a gambe incrociate, osservandosi il grembo, osservando il ferro consumato della piattaforma, talvolta osservando a due metri di distanza una fetta d'oceano mare.

I capelli le svolazzavano in direzione sud est, ma lei non si scomponeva. "E' solo vento" pensava. "Prima o poi si calmerà".

Nella piattaforma le era stato consentito di portare una cosa sola. Un foglio di carta. Bianco. Ma non aveva penne per scriverci sopra, e non conosceva l'esistenza del dolore. Indi per cui,la possibilità di scrivervi sopra un messaggio di sangue era assolutamente bandita dal suo cervello.

Mentre teneva nelle mani screpolate dal freddo il foglio, una folata gelida di vento glielo portò via.

Si alzò in piedi di scatto con il cuore che faceva male, e lo riprese al volo tagliandosi con la carta. Una macchia rossa adesso era gocciolata al centro del foglio, che appariva come una distesa di nulla con un centro di tutto.

Non riuscì a staccare gli occhi da quello splendore. Davvero il niente può diventare tutto? Davvero? Cosa serve allora? Forse solo del dolore. 

Del dolore e della perdita di sangue, come le aveva insegnato l'imprevista folata di vento.

Ma il caso volle che, proprio mentre meditava su quest'infinito cosmico,il foglio volò via definitivamente.

"Oh no" si fece sfuggire, con quella voce rauca dal troppo non comunicare. E lo vide, precisamente, volare al di là.

Al di là. Oltre la piattaforma, oltre quei due metri di oceano mare. Piu giù, più al largo, più a lungo.

E gli occhi nocciolati e smeraldini la videro. Solo allora la videro. Un'enorme fetta di terra, distante anni luce, che si stagliava proprio davanti e intorno a lei.

All'inizio pensò di andarci per recuperare il suo foglio, quel tutto creato dal nulla. Mise una gamba nell'acqua, ma le si gelò seduta stante. Non poteva nuotare fino a raggiungere quell' ignoto.

Allora cominciò ad osservarlo in modo insistente, senza mai sbattere le palpebre, con gli occhi che le lacrimavano, e che le rendevano ancor più difficile quella vista sfocata. Il desiderio era talmente forte. Ma lei non poteva.

Passò la vita (breve, per altro) ad osservare l'anello di terra che la circondava, che possedeva il suo foglio di nulla improvvisamente tutto, senza poterci andare. Morì sulla piattaforma, con la testa rivolta a nord-ovest. Non seppe mai che legata sul fondo della piattaforma vi era una barca a remi. Che avrebbe potuto remare. Che avrebbe potuto raggiungere quell'anello, riprendere il suo foglio, e non tornare mai più sulla piattaforma.

"E' stata veramente un'oca" - se ne uscì l'Oca stessa, osservando il corpo privo di vita di Roberta.

"Zitta idiota, qui l'unica Oca di professione sei tu. Secondo me non era abbastanza intelligente per accorgersi della barca" - borbottò il nano con le unghie rovinate.

"Amici, andiamo a pranzo. L'intelligenza l'aveva, ma non aveva abbastanza cuore" - disse serafico il vecchio.

"Nel senso che non gli ha retto, eh vecchio?" riprese il Nano

"Beh. Credo di si. Credo. Forza, l'arrosto ci aspetta" rispose il Vecchio, chiudendo la porta d'alluminio dietro di se e girando il cartellino appeso da "ESPERIMENTO IN CORSO" ad "ESPERIMENTO CONCLUSO"

I Racconti Del SaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora