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Il buio e il fresco lo accompagnavano facendogli vagare la mente e l'anima a destra e a sinistra. Si sentiva intontito e galleggiante ma tuttavia non stava male. Il calore di qualche raggio di sole filtrava dalla finestra ospedaliera accarezzandogli il viso come quando accadeva nella sua camera da piccolo e sua mamma lo svegliava facendogli poi trovare delle fette biscottate al burro e marmellata a tavola. Gli mancava tutta quella spensieratezza. Aprì gli occhi pesantemente sotto il rumore ritmico dell'elettrocardiografo. Cercò di alzarsi inutilmente mostrando una smorfia di dolore causato da delle fitte al ventre. Grugnì insofferente e indolenzito mentre si guardava il polso ammanettato al letto. Tsk pure qui non hanno pietà per nessuno... pensò il moro deluso. -Wo non ti muovere! Potrebbero allentarsi i punti...!- ancora quella voce. Quella voce... Taehyung si girò di scatto verso la provenienza del suono. Davanti a lui c'era un poliziotto molto giovane, capelli corvini, occhi vivaci e sopracciglia perfette, un nasino aggraziato e delle labbra da lucida labbra. Mentre si leccava le labbra realizzò che gli sarebbe piaciuto morderle. -Lei non è Wang.- disse poi sorprendendosi da solo per le sue parole. Il poliziotto sorrise sinceramente divertito socchiudendo appena gli occhi e rivelando dei denti a coniglio -No, io sono Jeon.- si presentò amichevolmente. Che diavolo ci fai in un posto del genere, Jeon? Pensò il detenuto 2319. Si schiarì la voce interrompendo il contatto visivo -Wang sta bene? Non lo hanno trovato vero?- chiese guardandosi attorno cercando il collega del bel ragazzo vestito da agente -È andato al bar, salirà tra pochi minuti per darmi il cambio...- il tono era calmo eppure il moro si sentì in colpa -Non che la tua presenza mi dia fastidio, anzi sei piuttosto D.S.D.*, ma ero preoccupato per la storia dei messicani...!- si spiegò per poi guardarsi la fasciatura sullo stomaco -È tanto brutta?- chiese poi più tristemente. Pensava alle prossime tre settimane e al suo corpo ridotto in quel modo e gli occhi si fecero automaticamente lucidi nonostante cercasse di trattenersi -Le ferite si rimarginano presto, sei un ragazzo forte...!- cercò di rincuorarlo avendo notato lo stato d'animo dell'altro. Il moro si girò sfoggiando un magnifico sorriso quadrato -Se non fossi forte non sarei qui altrimenti!- anche Jeon sorrise e poi guardò verso la porta -Oh Jackson! Il tuo ammiratore ti cercava...!- gli disse alzandosi mentre il biondo entrava -Kim, vedo che ti sei ripreso un po'! Ti va di parlarmi di cosa è successo?- chiese sorridendogli dopo avergli offerto una brioche alla crema che il moro aveva subito afferrato -Non sa davvero niente?- Tae era piuttosto sorpreso perché loro erano poliziotti e avrebbero dovuto intuirlo. Jackson andò avanti spiegando -Abbiamo delle ipotesi ma tu sei l'unico testimone a poter confermare la nostre teorie.
-Mmh, beh allora glie lo dirò io, ma voglio in cambio qualcosa...- Jeon rise a Wang come se si aspettasse quella reazione da parte del moro -Mi devi 15₩!- disse il corvino al biondo. Tae non fece domande ma osservò la scena in silenzio. Osservò Jeon più che altro. Aveva un paio di nèi sulla guancia destra e un collo da sbavo. Forse il carcere non è così male...!
-Cosa vorresti in cambio?- chiese Wang tirando fuori la cifra citata e porgendola al collega -Dei fogli e dei carboncini da disegno neri.- entrambi gli sbirri alzarono lo sguardo fissandolo increduli: avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa, puttane, più cibo, docce riservate, più tempo all'aperto, ma lui aveva chiesto materiale da disegno. Accordarono immediatamente e il moro iniziò a parlare -I messicani volevano farla fuori Wang. Ero lì per quando se ne sarebbero andati lasciandola marcire. Non sono così insensibile da lasciarla morire come un cane sapendo cosa sta succedendo. Fatto sta che sono entrato prima di lei ed ora eccomi qui.- i due lo fissavano a bocca aperta finché Jackson non ricominciò a parlare -Stai dicendo che tu mi avresti salvato la vita?- era letteralmente sconvolto: da un ragazzo con tanti capi d'accusa, gravi come quelli, si sarebbero aspettati tutto meno che questo.

Dopo altre chiacchiere Wang si alzò -Vado a fare una telefonata a Tuan, Jungkook resta tu con Kim.- il ragazzo annuì e si sedette tranquillo sulla sedia mentre sfogliava il cellulare. Taehyung lo fissava interessato mentre studiava ogni dettaglio del suo viso e corpo -Sai per quanto devo rimanere qui? Vorrei tornare al più presto...
-Penso ancora un paio di giorni. Come mai hai tanta fretta? Devi fare qualcosa?- chiese incuriosito da quello strano soggetto -Ho molte cose da fare e devo sbrigarmi in realtà.
-E di che si tratta?- Jungkook era sempre più curioso. Non sapeva resistere a Kim Taehyung e non si spiegava perché. -Devo consegnare una cosa a mia sorella, e chiarire un paio di conti in sospeso...
-Cosa devi darle?
-Una lettera, ma insistono per non farmela spedire senza prima averla letta. Non voglio che sappiano.- il secondino azzardò una cosa che non avrebbe dovuto fare -Potrei farlo io.- il moro sgranò gli occhi sorpreso
-Davvero? Lo faresti per davvero?- il corvino sorrise -Se non lo dici a nessuno...
-Ti giuro su qualunque cosa tu voglia che porterò il segreto nella tomba Jeon Jungkook.- il suo nome pronunciato dal moro era davvero molto più melodioso attraverso la sua voce profonda.

Due giorni dopo Tae era di nuovo tra le sbarre per sua gioia. L'agente Tuan gli aveva posizionato i fogli e i carboncini sulla scrivania presente nella cella mentre l'agente Park Jinyoung era ancora a sorvegliare la sua cella. Doveva allontanarlo per prendere la lettera che aveva nascosto nella federa del cuscino, così gli venne un'idea -Hey Jinyoung!- lo chiamò attirando la sua attenzione -Per te sono l'agente Park!- gli ripetè scocciato dopo la milionesima volta avvicinandosi alle sbarre -Poi andartene per un po'?
-Assolutamente no!- disse ridendo divertito dalla nuova sparata del detenuto 2319 -Come vuoi. Non ti dispiace se ti fisso allora...- si avvicinò anche Tae. L'agente non capiva dove volesse andare a parare -...mentre mi masturbo pensando alle tue labbra carnose avvolte sul mio cazzo.- si leccò le labbra fissando quelle dell'agente mentre si era già infilato una mano nei pantaloni. Jinyoung indietreggiò -Ma sei un maniaco! Che schifo!
-Oh andiamo! Non mi dirai che ti è dispiaciuto vedermi venire sbattuto in questa cella dall'agente Wang...! O forse ti piacerebbe guardarci mentre mi scopa...?- lo stava intimidendo di proposito. Park scosse la testa e si voltò -Senti, io non posso lasciare la postazione ma posso lasciarti un minimo di privacy voltandomi.
-Così è ancora meglio... hai un culo estetico fatto apposta per essere sculacciato...
-Smettila...
-Non hai idea dei succhiotti che ti lascerei sul collo, la schiena, l'inguine e il tuo fisico scolpito...- si leccò le labbra gemendo -Kim stai zitto.- provò a ribattere rosso di vergogna -Potrei scoparti per ore senza mai stancarmi...
-BASTA!
-Vuoi schiaffeggiarmi? Dii che sono la tua puttana? Se ti eccita puoi farlo...
-KIM HO DETTO BASTA!- sospirò rosso come un peperone -Vado a chiedere il cambio di ala a Jeon.- disse frustrato. Appena si allontanò Tae prese la lettera e la nascose sotto la maglia. Dei passi decisi raggiunsero la sua cella -Kim che gli hai fatto a quel poverino?- chiese Jeon tra il divertito e il confuso: non riusciva a leggere Taehyung. Era troppo paradossale e contraddittorio. -È gay e non vuole ammetterlo.- fece spallucce il moro. Si avvicinò alle sbarre seguito da Jungkook che fece lo stesso. I viso erano molto vicini è solo allora il corvino notò la bellezza incredibile dell'altro: occhi da gatto, naso a patata delicatissimo, labbra carnose e rosa e dei piccolissimi nèi in posti caratteristici -Ho la lettera.
-Dammela.- il moro fece come richiesto e Jeon se la infilò nella divisa senza muoversi dalla postazione. -Hey agente Jungkook...- mormorò Tae afferrando le sbarre sensualmente -Come posso sdebitarmi?- l'agente non rispose subito perché troppo stregato dalle labbra e dalla voce dell'altro. Un'idea ce l'aveva... ma forse era meglio di no. -Non serve, stai tranquillo.

Nell'ora d'aria in cortile Tae era seduto al tavolino con un foglio e il carboncino mentre disegnava. I tratti erano decisi e armoniosi in altri piccoli punti. Le ombre ben studiate e le proporzioni perfette. L'agente Tuan, che come sempre ammirava i suoi lavori, riconobbe immediatamente il viso ritratto dall'artista -Ma quello è l'agente Jeon!- Taehyung sorrise
-Questo è solo mio.- il moro lo asserviva orgoglioso è incantato dalla sua stessa opera. Ancora era indeciso su cosa farne.

*D.S.D.: Da Scopare Duro

The dark angel | Vkook || Saga del ferro e dell'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora