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Nove. Questo rimbombava nella testa di Tae quella mattina, finché non venne sostituito da un gemito leggero di Jungkook. Quel pensiero gli fece accelerare i battiti e trattenere il fiato come se l'azione si stesse ancora svolgendo. Quel ricordo così vivido che ancora lo faceva tremare ed emozionare.
-KIM! HO DETTO IN PIEDI!- la voce di Wang gli fece aprire definitivamente gli occhi. Era ancora sdraiato sulla sua branda, sudato e tremante -Cosa...?- il detenuto era più che confuso: un attimo prima era dentro Jungkook è un attimo dopo aveva Wang a poche spanne dal viso che gli schiacciava il petto col manganello -Kim, sicuro di stare bene?- se prima il volto della guardia era infastidito ora era perplesso e Tae avrebbe osato dire "preoccupato". Il castano fece per alzarsi, ma una forte fitta all'addome gli fece stringere i denti e ricadere con le spalle sul letto.
-JINYOUNG VIENI SUBITO QUI!- gli urlò il biondo mentre sollevava la maglia del castano per controllare. Le bende avevano alcune piccole chiazze rosse e quando l'agente Park si affiancó al collega sgranò gli occhi a quella vista -Ci serve un medico. Subito.
-Fatelo vedere a me.- era una voce nuova. Taehyung non l'aveva mai sentita era profonda ma delicata contemporaneamente. I due agenti si girarono verso la cella posta sulla fila opposta e in direzione diagonale a quella di 2319. -Ero un chirurgo prima di arrivare qui.- i due poliziotto si guardarono ed annuirono. L'agente Wang si alzò e andò a prendere il detenuto al quale apparteneva la voce: Im Jaebum. L'ex chirurgo sorrise al malconcio -Ciao.- disse soltando e poi cominciò a slegare le bende. Quando le ferite furono esposte, i due agenti sgranarono gli occhi mentre Jaebum non sembrava affatto colpito. Tutta esperienza. -Mi servono ago da sutura, filo sterile, betadine, morfina, tamponi e pinze.- disse con tono autoritario -Ehm... noi...- iniziò Jackson -... non disponiamo di tutte queste cose...- concluse. Jaebum sospirò depresso -Va bene... mi arrangerò come posso. Avete un ago?- Park annuì -Filo?- annuì ancora -Vodka liscia o whisky?- Wang annuì energicamente -Bene. Prendeteli assieme a delle garze e bende pulite.- Wang si avviò mentre Park si sporse fuori dalla cella -JEON! VIENI!- gli urlò. A quel nome Taehyung sentí le viscere muoversi: non doveva vederlo così. Cercò di fermare Jinyoung ma ormai Jungkook era lì. -Resta qui, io vado ad aiutare Wang.- e corse via anche lui. Il corvino si avvicinò all'altro detenuto per poi notare il ventre sfasciato di Taehyung. -Oh mio Dio... Tae...- sgranò gli occhi e cadde in ginocchio affianco a lui mentre gli accarezzava il viso spostandogli le ciocche sudate dalla fronte -Jungkook... mi dispiace non dovevi vedere...
-Tae ma che dici? Certo che dovevo! Devo aiutarti, voglio aiutarti.- gli prese la mano e la portò unita alla sua vicino al viso -Starai bene, te lo prometto.- il detenuto annuì guardandolo negli occhi e Jungkook strofinó il dorso della mano del castano sulla sua guancia in modo affettuoso. Più che affettuoso. Il cuore di Tae smise di battere per un secondo a quella scena: aveva ragione a pensare che fosse fecero puro e buono. Jungkook tornò alla realtà solo quando Im finse di tossire. Il corvino si girò di scatto accorgendosi solo in quel momento della sua presenza -Oh, io... non é come...
-Non ho visto niente è mai lo vedrò. Ma io sono io, loro non sono me. Cerca di stare più attento.- disse accennando un sorriso. Taehyung sapeva che Jaebum capiva come ci si sentisse in quella situazione perché egli stesso era coinvolto in una storia simile.
Il corvino si alzò in piedi velocemente continuando a tenere inconsciamente la mano al castano. Non capiva cosa gli stesse accadendo, non aveva mai fatto così con nessuno, ma con Taehyung sembrava così naturale. Gli lasciò la mano nel momento in cui gli altri due agenti tornarono con il materiale richiesto.

Jaebum lavorò duramente con quel poco che aveva e disinfettó tutto con il whisky dopo averne fatto bere una buona quantità al suo paziente. Tae aveva gridato fortissimo mentre l'ago gli si infilzava nella carne e gli agenti lo tenevano fermo. -Cerca di stare calmo Kim!- lo implorava Jinyoung mentre gli teneva ferme le gambe, Jackson invece le braccia e Jungkook le spalle. Spesso Tae lo guardava negli occhi nel breve frangente in cui Jaebum sostituiva il filo e il corvino gli diceva in labiale "Non mollare, tieni duro."
Quella frase. Ancora. Taehyung ormai aveva inquadrato quella voce e quella frase alla sua salvezza. Chiuse gli occhi e poi buio più totale.

The dark angel | Vkook || Saga del ferro e dell'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora