Faccia d'angelo. [IRAMA FF]

Addio o arrivederci?

ANIA'S POV

Mi sveglio immediatamente non appena sento l'autobus fermarsi. Questa volta la stanchezza ha prevalso sull'adrenalina post vittoria, e mi sono addormentata non appena ho trovato una posizione comoda. Ancora non riesco a realizzare tutto ciò che è accaduto oggi, mi sento come se avessi trascorso l'intera giornata in una bolla. Non vedo l'ora di dare la notizia ai miei amici. Controllo l'ora sul display del cellulare, che segna le 23,22. Suppongo che Luca stia ancora di turno al pub, sempre che non sia svenuto per un eccesso di esalazione di alcool. Ridacchio al solo pensiero.

Capisco che è il momento di scendere quando le porte dell'autobus si aprono, ma prima di alzarmi mi accorgo di avere di fianco il mio compagno di gara, che continua tranquillamente a dormire in una posizione visibilmente scomoda. Non ricordo di averlo sentito occupare il sedile a fianco al mio, e questo la dice lunga sul mio stato.

'Irama?!' - lo richiamo con la voce ancora assonnata, e mi chiedo se io l'abbia detto sul serio o meno, visto che non ricevo alcuna reazione. Gli scuoto la spalla poco cordialmente, ma oltre un grugnito infastidito non ricevo. Decido di scavalcarlo prima che perda la pazienza e lo riempia di pugni, ma nel tentativo di farlo rimango incastrata tra il sedile di fronte e le sue gambe, che non accennano a spostarsi nonostante i miei movimenti irruenti. Cerco di liberarmi da questo tramezzino vivente usando la forza ma perdo malauguratamente l'equilibrio, ritrovandomi goffamente seduta su di lui che, finalmente, si sveglia. E' intontito, e il sorriso che gli spunta non appena capisce la situazione non promette niente di simpatico.

'Siamo già passati a questo? Se vuoi cavalcarmi basta chiedere, rischi di risultare scortese.' - mi prende in giro, e sento le guance avvampare. Mi ricompongo immediatamente, riuscendo finalmente ad uscire da questo spazio striminzito.

'Sei disgustoso.' - mi lamento, impegnandomi per risultare il più schifata possibile. Lo sento ridere alle mie spalle, e ringrazio Dio che questa collaborazione sia finita. Due persone come noi non hanno molta scelta: o si amano, o si odiano, e io non ho alcun dubbio verso quale sentimento viri il nostro rapporto.

'Lo so, lo so.' - continua a ridere, mentre scendiamo dall'autobus per ultimi. Rabbrividisco non appena entro in contatto con l'aria gelida di novembre, e mi rendo conto solo ora di essere rimasta a piedi, non potendo contare su Luca che si trova ancora al pub. Mi tocca tornare nuovamente a piedi, rischiando di essere seguita ancora una volta. Saluto tutti con un buonanotte collettivo, cercando di evitare qualsiasi approccio con chiunque, perfino con Tony. Tutto ciò che ha da dirmi potrà riferirmelo domani in palestra. Ho già perso di vista il mio compagno di vittoria, immagino che non abbia perso tempo a dileguarsi.

Mi stringo maggiormente nella sciarpa non appena imbocco il vicolo usuale, che sembra essere più tetro del solito a causa di un lampione difettoso che fa l'effetto discoteca. Spero vivamente che nessuno abbia voglia di seguirmi oggi, non credo di avere le forze necessarie per scappare come l'ultima volta. Ma la mia speranza diventa vana quando sento un rumore di passi alle mie spalle. Ci risiamo. Prendo un respiro profondo e cerco di non farmi prendere dal panico, dopotutto ora sono capace di difendermi. Affretto il passo, ma questo non sembra servire a molto. Qualcuno mi sta alle calcagna, e devo subito scoprire chi sia.

'Non irrigidirti occhi di ghiaccio, non sono un serial killer.' - riconosco immediatamente la sua voce, e mi rilasso di colpo. Non che io sia felice di averlo ancora tra i piedi, ma poteva capitarmi di peggio. Lo colpisco su un braccio mentre rilascio un sospiro di sollievo, sotto il suo sguardo divertito.

'Mi hai appena confermato di essere tu il mio persecutore, mossa geniale Mr. Piuma.' - alzo gli occhi al cielo, ora ho la certezza che anche la scorsa volta fosse lui in quell'auto.