Nothing Compares To You || Larry Stylinson

Capitolo 15

Fu probabilmente la doccia più lunga della sua vita, un po' perché gli ci era davvero voluto molto, un po' perché aveva timore di affrontare il discorso con Gemma.

Ma alla fine dovette farlo e non fu meno doloroso di quanto immaginasse: gli ultimatum di Cowell, il dolore di Louis e i suoi messaggi, Parigi, il suo silenzio prolungato e l'ultimo avvertimento del suo ragazzo.
E la bionda non poté che guardarlo prima con tristezza e poi con rabbia.

- E tu, sapendo tutto quello che ha passato la prima volta, mi spieghi perché cavolo stai agendo così? Perché non gli parli?
- Te l'ho spiegato, non so... - provò a ripetere, venendo interrotto dalla sorella.
- Non sai cosa fare e bla bla bla. Tutte scuse.
- Non sono scuse.
- Sì lo sono e sta zitto. Ora l'unica cosa intelligente da fare è preparare la borsa e andare a farti quella diavolo di vacanza e spiegare a Louis come sei stato un cretino e perché lo hai fatto -. Vedendo che il riccio stesse per replicare disse ancora: - Non puoi non parlargli. Questo per ora e per qualsiasi altra situazione, fosse anche il latte da comprare. Siete una coppia, avete una relazione. Questo vuol dire comunicazione -, marcando la parola.
- Ma tu sei appena arrivata e io non voglio lasciarti subito.
- Oh Harold questa è un'altra scusa, ma facciamo finta che tu ti senta davvero in colpa. Vorrà dire che rimarrò qui ad usufruire della tua Styles-caverna fino al tuo ritorno -. Poi aggiunse con un ghigno che somigliava terribilmente a quelli di Niall: - Per custodirla ovvio.
- Devi davvero smetterla di passare tutto questo tempo con quello stupido irlandese.
- Oh ma dai, lascia stare Nialler. Quel biondo tinto è semplicemente adorabile.
- Stiamo parlando della stessa persona?
- Sì e smettila di tergiversare. Vuoi andare a preparare sta valigia sì o sì?

Ci fu un lungo silenzio, durante il quale i loro occhi si scontrarono in una conversazione silenziosa. Era un botta e risposta di insicurezza del riccio e di rassicurazioni della ragazza, tutte parole superflue e non pronunciate anche per il troppo orgoglio.

- Mi aiuteresti a prepararla?
- Certo Haroldino, ovvio che sì.
E sapevano entrambi che la valigia era solo una scusa.

- Hai preso il costume giallo? Lo avevi lasciato sul letto.
-Sì, sì, l'ho preso.
- E hai preso la protezione solare? Lo sai che diventi subito rosso.
- Sì Gemma, l'ho presa.
- E il caricabatterie? L'hai preso dal comodino?
- Sì mamma, ho tutto, hai finito adesso?
- Certo, certo. Fa lo spiritoso. Intanto ti stai dimenticando la borsa frigo con l'acqua.
- È vero! Grazie Gems.
- Ecco appunto. Ora andiamo, ti aiuto a portare giù le cose.

- Ehi Styles donna! -. Una inconfondibile voce squillante salutò Gemma dal posto del guidatore.
- Sul serio Horan? - disse guardandolo storto e poggiando una mano sul fianco.
- Oddio sembra proprio tua mamma Haz.
- Oh ma sta zitto Niall, o i panini che ho preparato per il viaggio li mangiano tutti questi bei giovanotti qui.
- No no no, sto buono e zitto qui. Sei fantastica Gems, come faremmo senza di te?

Una risatina sottile smorzò l'occhiata della bionda, provocando un risolino che Harry avrebbe riconosciuto fra tutti.

- Lou - sospirò infatti, attirando l'attenzione del liscio, che si girò e aprì lo sportello, per poi scendere lentamente dalla macchina.
- Harry - disse con voce mortalmente seria.
- Lou, io...
- Dopo, Harry. Dopo - rispose con voce stanca per poi aggiungere - Tu devi essere Gemma. Ho sentito tanto parlare di te - con un sorriso, seppur flebile.
- Louis. Non vedevo l'ora di conoscerti. Sono davvero contenta.
- Non sapevo fossi in città - aggiunse guardando eloquentemente il riccio, che subito abbassò la testa.
- Sono arrivata ieri sera per una improvvisata. Penso che andrò a trovare la mamma e poi tornerò qui - fu la risposta. - Neanche Harry sapeva nulla, è stata una decisione dell'ultimo minuto - disse con un sorriso dolce.