Capitolo 6.

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«Non rinunciare solo perché le
cose sono difficili».
Scarlett Leithold

Justin

Mi hanno portato in uno strip club alla periferia della città, il palazzo piccolo e anonimo, la scritta all'esterno luminosa e sgargiante nella notte altrimenti scura e fredda. Il posto si chiama Avventuriere. L'ho già sentito, ma non ci sono mai stato.
Né mai ci andrei. Ma quando Jace mi ha chiesto se mi andava di unirmi a loro, ho detto subito di sì. Ero ancora sconvolto per le parole del capo di Scarlett.
Capo. Se la fa con il suo capo. Non posso crederci. Sono a pezzi.
Quindi me ne sono andato. Sono scappato dai miei problemi come al solito. E stavolta mi sono circondato di altre persone. Ragazzi che conosco e che vorrei considerare amici. Chissà se la mia strizzacervelli sarebbe orgogliosa di me.
Ora sono decisamente più ubriaco di quando siamo arrivati, e sono ancora arrabbiato con Ty per aver insultato Scarlett. E con Scarlett per avermi rifiutato. Non posso vincere: evitarla mi ha spinto a tornare da lei. Ma come potevo essere preparato allo shock di rivederla lì, così meravigliosa? Sono arrabbiato con me stesso, perché mi ero illuso che fosse ancora mia quando in realtà lei ha voltato pagina.
Il dolore diventa quasi fisico, si impossessa del mio corpo come sta facendo l'alcol. Odio che le mie emozioni abbiano un controllo così forte su di me. Di solito riesco a essere padrone di me stesso, perché le sofferenze del passato mi hanno spinto ad alzare delle barriere e a fingere che tutto andasse bene - o più che altro che nulla importasse.
Lei però importa. O almeno importava.
Quindi tengo il broncio come un poppante mentre guardo donne mezze nude che volteggiano sul palco, i corpi sfacciatamente in mostra, l'espressione annoiata, come se avessero ripetuto quei gesti migliaia di volte e li detestassero. Il club è pieno di gente, noi siamo probabilmente i più giovani, e la birra scorre a fiumi.
Dritta in gola, la ingollo alla massima velocità.
«Ti diverti?». Logan mi dà un colpetto con il gomito, lo sguardo malizioso. È più ubriaco di me, e ci sta, dato che è lui il festeggiato. Potrei anche sbronzarmi quanto lui, no? Dopotutto non ho nulla da perdere, solo dolore da affogare.
Sono il ritratto dell'angoscia. E mi sono trasformato in un disco rotto.
Faccio spallucce. «La birra è buona».
Logan ride. «La birra è una merda. Le donne però non sono male. Hanno tutte un bel davanzale». Indica con un cenno della testa una ragazza dalla pelle scura che si dimena a qualche metro da dove siamo seduti. «Ty sta cercando di organizzare una lap dance per me con lei».
Mi innervosisco solo a sentir pronunciare il nome di Ty. Siamo rimasti seduti dalla parte opposta del tavolo per tutto il tempo, senza scambiarci mezza parola. Meglio così, perché se mi viene vicino potrei riprendere da dove ho lasciato.
E continuare a pestarlo fino a spezzarlo in due. Solo allora sarei soddisfatto. Anche se non so perché mi ostino a difendere Scarlett, dato che lei è la fuori che si fa un altro ragazzo mentre io mi dispero per lei.
Cazzo!
«Sono sicuro che potrei organizzare una lap dance anche per te», continua Logan.
«Neanche per sogno. Non mi interessa». Mando giù il resto della birra in un sorso. Ho caldo. Mi gira la testa. Sto perdendo il controllo e per una volta non mi dispiace.
«Mi fai venire ancora più voglia di pagartene una».
Mi volto e vedo Ty, birra in mano e ghigno in faccia. Vorrei farglielo passare a suon di schiaffi ma mi trattengo, comportandomi da indifferente. «Perché vuoi buttare via i soldi per organizzarmi una lap dance? Pagala per te».
Ty ride. «Voglio vederti contorcere, Bieber. So che non è il tuo posto. Mi sorprende che tu sia venuto e ancor di più mi sorprende che mi hai preso a pugni per una stupida ragazza».
Non dico niente, anche se anch'io sono sorpreso.
«Conosci Scarlett? Sei stato con lei per caso?». Ty scuote la testa. «L'ho portata fuori una volta, non molto tempo fa. Piuttosto insignificante».
Se racconta qualche dettaglio del loro appuntamento apparentemente irrilevante, gli sfondo la faccia a pugni.
«Non la conosco troppo bene», dico fra i denti, ogni parola affilata come una bugia. «Ma io non manco di rispetto alle donne, Ty. È da stronzi».
«Non ho mai detto di non esserlo». Il ghigno sulla sua faccia scompare. «Ecco perché ti ho già pagato una lap dance, amico. Con una bionda carina che mi ricorda la nostra comune amica». Fa un cenno con la testa.
«Ciao». La ragazza mi sorride, allegra e falsa, e per un attimo rimango senza parole. Somiglia a Scarlett in maniera inquietante, come la mia compagna di classe, ma poi mi rendo conto che non ha nulla a che vedere con la ragazza di cui sono innamorato.
Questa finta Scarlett è più alta e più magra, con i capelli corti e una brutta pelle. Ha le unghie lunghe, pitturate con uno smalto fucsia. Si getta i capelli dietro le spalle e spinge il petto all'infuori, i capezzoli duri visibili dietro al bikini fucsia fluorescente.
Ty mi appoggia le mani sulla schiena e mi spinge verso di lei. «Non saluti il tuo regalo? Rispettare le donne, eh?».
Stronzo! «Non sei obbligata a farlo», le dico, ignorando le risatine di Ty. Mi guardo intorno in cerca di Logan, ma è andato via. Forse per la sua lap dance personale.
La ragazza si acciglia. «Mi ha pagata per farlo. È il mio lavoro».
«Tieniti i soldi», dico, prendendola per il braccio per portarla da un'altra parte. In un posto in cui possiamo fingere che sia successo davvero, anziché fare uno show davanti a tutti.
Con la mano libera mi sfiora il petto. «Non ti piaccio?».
La studio con occhi appannati. Se li strizzassi, forse potrebbe anche passare per Scarlett. Il suo tocco mi dà un brivido. «Dài», mormora a voce bassa.
Seducente.
Neanche morto ci starò, ma le permetto di guidarmi verso una sedia e di spingermi a sedermi. Mi lascio cadere pesantemente, mi gira la testa, e la musica inizia proprio quando la donna sul palco inizia a muoversi.
A ritmo con la ragazza davanti a me.
Per un attimo mi lascio trasportare dall'immaginazione. Non è un'estranea, è Scarlett. Balla per me, e quando si muove è bellissima, le labbra incurvate in un sorriso malizioso, gli occhi lucenti mentre mi guarda. Mi si secca la bocca, mi sento avvampare..
Poi sento la risata di Ty che mi riporta con forza alla realtà.
La ragazza mi sorride, appoggia le mani sulle mie spalle, muovendo i seni davanti alla mia faccia mentre si piega e si dimena a ritmo di musica. Agita i fianchi, e con una mano si slaccia il costume, che le scivola sul petto per cadere a terra.
Ha seni piccoli e capezzoli grandi, non è come Scarlett. Ovvio che non è come lei. Devo smetterla di paragonare tutte le donne a lei. È un errore. È perverso.
«Sbattigli le tette in faccia!», urla Ty, e lei si scompiglia i capelli e ride, strofinandomi il petto addosso proprio come Ty le ha ordinato di fare, la pelle che sfrega contro la mia. Sento odore di sudore, profumo scadente e alcol, e arriccio il naso.
Questa ragazza non ha nulla a che vedere con la mia.
«Sei sexy», sussurra la ballerina. «Vuoi che ci vediamo dopo il lavoro? Il mio turno finisce fra un'ora».
«Preferisco di no», le dico. Me lo chiede con leggerezza, forse non è la prima volta che fa una cosa del genere.
Fa il broncio. «Scommetto che hai una ragazza, vero? Tutti i più tranquilli ne hanno una».
«Già, ho una ragazza». Una finta, sulla quale ho perso i diritti mesi fa. Ma è più facile dire di sì che spiegarle la situazione.
Il broncio si trasforma in una smorfia esagerata. «Sono sicura che l'amico che ti ha pagato la lap dance è disponibile, eh? Scommetto che la maggior parte delle ragazze non lo sopporterebbe per più di cinque minuti».
È intuitiva. «È disponibile eccome».
«Certo che lo è», dice.
La canzone finisce, e così il mio ballo, e lei si allontana con un leggero sorriso sulle labbra. Noto solo adesso che il colore del rossetto è lo stesso delle unghie e del bikini. Luccica al buio, con un effetto strano e innaturale. «Sei un gentiluomo». Si piega per raccogliere il bikini da terra. «È un complimento».
«Grazie», rispondo imbarazzato, immobile sulla sedia. La testa mi gira ancora. Ho bevuto troppo e ho paura di alzarmi. Potrei cadere a terra come un idiota. «Per il ballo e per il complimento».
Muove le dita in cenno di saluto e va da Ty. Lui la afferra come se fosse una sua proprietà, muovendo le mani sulla schiena e sul sedere. Non si è nemmeno rimessa il top e lui ha già le mani dappertutto, e con i denti le morde il lobo. Lei gli dà una spinta al petto e sono tentato di andare a dirle di stare in guardia, ma poi la sento ridacchiare e capisco che le piace.
Che le piace lui.
Disgustato di me stesso, mi guardo attorno aspettando che mi passi la sbornia. C'è così buio qui dentro e ci sono così tanti ragazzi che non capisco più chi è chi. In questo caos non troverò mai i miei amici. Devo tagliare la corda, andare a casa, ma il mio appartamento è dall'altra parte della città. Ho laaciato il pick-up al ristorante dove lavora Scarlett.
Sono bloccato qui.
Tiro fuori dalla tasca il cellulare e studio lo schermo. Mi sfido a digitare la parola che potrebbe portarla da me.
Subito, prima che mi manchino le palle e mi chiuda in me stesso per sempre. Undici lettere, a formare una parola che mi fa felice e che infesta i miei pensieri.

Dammi un'altra possibilità » jdb.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora