Capitolo 3.

1.2K 48 10
                                    

«Se arriverà mai il giorno in cui
potremo stare insieme, tienimi
nel tuo cuore, e rimarrò lì
per sempre».
Winnie The Pooh

Justin

Mio padre arriva venerdì intorno mezzogiorno e usciamo insieme per pranzo, in uno dei caffè più famosi del centro, pieno di studenti e di lavoratori in pausa pranzo. È piccolo e affollato, e i tavoli sono minuscoli e rotondi. Le nostre ginocchia picchiano l'una contro l'altra perché siamo entrambi alti, ed è piuttosto imbarazzante. Io parlo solo di argomenti generici, perché è lui quello con la notizia importante.
Bugia. Anch'io ho una notizia, ma non sgancerei mai quella bomba su di lui adesso. Potrei traumatizzarlo per sempre e rovinare il nostro rapporto.
Non correrò questo rischio.
Quando la cameriera ci porta il pranzo, dice finalmente qualcosa di importante.
«Ieri ho firmato le carte per il divorzio. Adele le riceverà la prossima settimana».
Alzo la testa e mi accorgo che mi studia con attenzione. Come se avesse capito tutto. Per un attimo, ho paura che sia così. Ma poi affonda la forchetta nell'insalata che ha ordinato insieme a un panino e inizia a mangiare. Come se le parole che ha appena detto non avessero alcun peso.
«Dov'è lei?», chiedo dopo aver ingoiato un boccone. Non riesco neanche a pronunciare il suo nome.
Scarlett apprezzerebbe. Se avesse potuto, le avrebbe strappato gli occhi dalle orbite.
«È ancora a casa. Le ho chiesto di andarsene e si è rifiutata». Papà si asciuga gli angoli della bocca con un tovagliolo. «Non so cosa fare. Non posso buttarla fuori, non ancora. Non ha un posto dove andare. Ed è la madre di mia figlia».
Forse. «E allora tu dove andrai?».
Fa spallucce. «Per ora sto in un albergo. Ma prima o poi farà un passo falso. Ho un piano».
All'improvviso mi è passata la fame. Se questo sarà un divorzio difficile e mi ritroverò coinvolto, non penso di poterlo sopportare. «Che piano?»
«Ha una relazione. Lo so, me lo sento, anche se non ho ancora le prove».
Mi si stringe lo stomaco. Se ha a che fare con me, non so cosa farò. Dio, è passato così tanto tempo! Non credo che i loro problemi c'entrino qualcosa con me. «Con chi pensi che stia?»
«Non ne sono sicuro. Va avanti solo da qualche mese, credo. E non penso che sia la prima volta che fa qualcosa del genere».
Merda. Ha ragione, non è la prima volta. Io non sto con lei da anni, perciò non sono certo di essere stato l'unico. Forse sono il primo di una lunga serie. Adele è sempre in cerca di attenzioni. Ne ha bisogno, come dell'ossigeno per respirare.
«Mi dispiace, papà». È vero. Mi dispiace che debba attraversare tutto questo con una moglie perfida, traditrice e immorale. Non ha idea dei danni che ha causato alla famiglia. Anche lui ha le sue colpe. So che non è perfetto, ma non gli avrei mai augurato di ritrovarsi in una situazione come questa.
È lui che l'ha scelta, però. E ora deve affrontare il fallimento del suo matrimonio.
«Non dispiacerti». Fa un gesto con la mano per minimizzare le mie preoccupazioni. «È una stupida stronza che alla fine non ha più avuto alternative. Chiunque si stia scopando, credo che lavori al country club».
Gira per bassifondi. Ottimo.
«E credo che sia giovane. Lei si veste come una ventenne e ascolta musica che piacerebbe solo a un'adolescente smorfiosa. L'ho beccata ad allenarsi con una maglietta di Taylor Swift qualche settimana fa, mentre ascoltava qualche band di ragazzini. È troppo vecchia per portare quelle cretinate. Quale donna della sua età si comporta così?».
Vorrei ridere, ma mi trattengo. Non per l'irritazione di mio padre, più che altro per la disperazione di Adele e perché evidentemente ha un debole per i ragazzini. Non mi resta che ridere, oppure infuriarmi. È disgustosa. «Come fai a sapere che ha una relazione?»
«Non ne sono sicuro al centro per cento, ma ho assunto un investigatore privato. La sta seguendo adesso, per scoprire tutti i suoi succosi segreti. Quella stronza non ha chance».
E non ne ho neppure io, se scopre il succoso segreto che condivido con lei. «Spero che questa cosa non ti distrugga».
«E come? Non sono io quello che ha fatto qualcosa di sbagliato qui. È lei. Io le sono sempre stato fedele».
Il senso di colpa si annida dentro di me e allontano il piatto. È l'ultima cosa che voglio sentire. Preferirei che mio padre ammettesse di averla tradita. «Davvero? Puoi essere sincero con me, lo sai. Di certo non glielo andrei a raccontare».
«Davvero». Ha un'espressione severa: gli occhi, nocciola come i miei, sono gelidi. «La amavo. E dentro di me la amo ancora. Ma mi chiedo se lei abbia mai amato me. Da quanto tempo è infedele? Chi altro è implicato? Quanto sono profonde le sue bugie?». Scuote la testa disgustato. «Mi ha ferito. Mi ha fatto fare la figura dello scemo davanti ai nostri amici. Per quanto ne so, se ne va in giro con il suo giovane amante mentre io sono fuori città per lavoro».
«Parli come se volessi vendicarti». Le sue parole mi fanno paura. Potrebbe spingerla ad ammettere cose che non vorrei mai confessasse. Non so se ho mai visto mio padre così fuori di sé.
«Forse sì». Ride, ma è un suono rabbioso, rauco. «Forse voglio farla soffrire. Farle fare la figura della puttana. Le ho dato tutto. Quando ci siamo incontrati era perfetta. Bella, divertente, premurosa e incredibile a letto».
Faccio una smorfia. «Non ho bisogno di sapere i dettagli».
«Dai, Justin. Sei adulto ormai, non dovrebbe darti fastidio». Mi scruta. «Ora che ci penso, non mi hai parlato della tua ragazza. State ancora insieme?».
Al ricordo di Scarlett mi irrigidisco. «Abbiamo rotto». Non proprio, perché tecnicamente non siamo mai stati insieme.
«Peccato». Bugiardo. «Anche se non mi sembrava la persona giusta per te».
«Che diavolo significa?», sbotto, chiudendo le mani a pugno.
«Sai benissimo cosa significa. È il tipo di ragazza che ti fai tanto per, non quella con cui vuoi passare la vita».
Mi alzo così in fretta che la sedia sbatte contro la persona seduta dietro di me. Mi ribolle il sangue, guardo mio padre ma vedo rosso. «Non sai di che parli. Scarlett è una delle persone migliori che conosco. È fedele, tenera, dolce..»
Papà mi guarda con gli occhi pieni di sdegno. Sto facendo una scenata e non gli va giù. «Se è così fantastica, allora perché non sei con lei?».
La verità mi esce di bocca senza fatica. «Perché io non sono abbastanza per lei».
Lascio il ristorante senza aggiungere altro.

Dammi un'altra possibilità » jdb.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora