-That day-

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Luke Hemmings e Michael Clifford erano praticamente cresciuti insieme.

Le loro madri erano migliori amiche fin dall'asilo e avevano deciso che anche i loro futuri figli lo sarebbero stati.

Solo che non sempre le cose vanno come si spera e, gira e rigira, Luke aveva finito per prendersi una crush esorbitante per il tinto di rosso.

Ma il problema non era quello.
Il problema era un altro e il suo nome era MCAS, per esteso sindrome di attivazione mastocitaria.

Era stata diagnosticata a Michael quando aveva dodici anni.

La madre era preoccupata dal fatto che non riuscisse a mangiare determinati alimenti come il gelato, i pomodori o il pesce, senza stare tremendamente male.
All'inizio aveva pensato ad una normale allergia alimentare ma c'era stato un episodio... Qualcosa che né lui né il biondo avrebbero mai dimenticato.

Erano nella stanza di Luke e stavano giocando con la playstation, quando il biondo, semplicemente, lo sfiorò.

L'unica cosa che Michael sentì fu un piccolo bruciore.
E poi il caos.
Il respiro iniziò a farsi irregolare, pesante, fino a sfociare in vere e proprie crisi respiratorie.

Il biondo, terrorizzato, era corso a chiamare sua madre e quella di Michael e, quest'ultimo, era stato portato via di corsa dall'ambulanza.

Il tinto ricordava quel giorno attraverso immagini sfocate: la stanza bianca dell'ospedale, una serie di medici che parlavano confusamente, sua madre che lo guardava da fuori.
C'era una cosa però che era impressa a fuoco nei suoi occhi.
Una cosa che da lì a sei anni non avrebbe mai dimenticato.
Lo sguardo del suo migliore amico.

Poteva vedere la sofferenza in quelle due iridi azzurre, la paura di scoprire che era stata lui la causa di quel problema e, effettivamente, lo era.

Dopo aver ripreso a respirare normalmente, avevano fatto entrare Karen e le avevano spiegato cosa stava succedendo: Michael soffriva di una rara patologia, che lo rendeva allergico ad una lista lunghissima di cose, da cui doveva tenersi alla larga.

Nella lista c'era anche l'odore di Luke.

Per il ragazzino dodicenne sembrava una cosa assurda. Come si poteva essere allergici ad un odore? Bastava che il biondo cambiasse profumo, no?

Ma la sua ingenuità venne subito fermata.
Non si trattava di profumo, ma di odore vero e proprio.
Come se fosse stato allergico alla pelle, di Luke.

Dopo la notizia, non aveva parlato per giorni. Non era uscito dalla sua camera nemmeno per mangiare.
In qualche modo, era lui a sentirsi in colpa... A sentirsi in colpa per il fatto di non poter più toccare normalmente il suo migliore amico, la persona che più adorava al mondo.
Perché Dio era stato così crudele con lui?
Se l'era chiesto molte volte in quel periodo ma non aveva mai trovato una soluzione.

Anche il biondo se lo domandava.
Cosa aveva fatto di male per avere l'unico odore a cui il suo preziosissimo Michael era allergico?
Se avesse potuto ne avrebbe fatto volentieri a meno, avrebbe fatto di tutto per lui, ma la soluzione non esisteva.

Lui e Michael erano destinati ad essere due rette parallele: non potevano nemmeno sfiorarsi.

Nonostante questo, la loro amicizia non era finita.
Si tenevano sempre a debita distanza, non rimanevano mai in una stanza troppo stretta per più di qualche minuto, per paura che si diffondesse l'odore di Luke; proprio per questo, casa sua era off-limits, il suo odore sarebbe stato ovunque.

Stavano attenti a non scambiarsi i vestiti o i quaderni, non usavano nemmeno la stessa penna, per la paura che potesse succedere la stessa cosa di quella giornata.

Ma Michael non si sentiva per niente bene.
Sentiva di star sopravvivendo, non vivendo.

La cosa peggiore era che, col tempo, Luke si era innamorato di lui.
E lui lo sapeva.

Eppure, continuavano a comportarsi come se niente fosse.
Il tinto sapeva di non avere l'opportunità di dare al più alto quello che si meritava.
Non poteva nemmeno sfiorarlo, figuriamoci baciarlo o tenerlo per mano.

E così, si crearono una specie di bolla, di routine, in cui nessuno si avvicinava più del dovuto, soprattutto nella sfera emotiva e sentimentale.

Ma a Luke faceva male.

L'unica cosa che voleva non poteva ottenerla.

Sei anni dopo, un Michael diciottenne, aveva ancora quella malattia.


OKAY ALLORA,
Questo è il primo capitolo vero e proprio e spero vi piaccia!
Sì, è abbastanza depresso (infatti l'ho scritto ascoltando la mia playlist personale tragica di spotify tipo "young and beautiful" o "how to save a life" se non le conoscete, dovete assolutamente ascoltarle!) 
Credo che questo sarà più o meno il ritmo di tutta la fanfiction.
Lo so, è completamente diversa da quelle che scrivo qualcosa ma come """""""scrittrice"""""" voglio mettermi alla prova anche con cose un po' più tristi, quindi spero che non abbandoniate questa storia anche se Luke e Michael non fanno i coglioni, che ho davvero bisogno di una vostra opinione :')
Ovviamente, dato che i capitoli non li preparo ma li scrivo uno alla volta potrebbe anche succedere che la storia prenda una svolta diversa e sia stra divertente, non lo so nemmeno io, QUINDI SIATE PREPARATE A TUTTO
E niente
Spero sul serio che vi piaccia <3

𝐀𝐥𝐥𝐞𝐫𝐠𝐢𝐜 || 𝑴𝒖𝒌𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora