-Happy...?-

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La sua casa stava diventando una prigione.

Dopo l'ennesimo attacco, sua madre era stata caregorica: non doveva avvicinarsi a Luke.

Ci teneva tantissimo a quel biondino, proprio come se fosse il suo secondo figlio, ma non poteva lasciare che succedesse qualcosa al suo adorato Michael e due volte erano state sufficienti per vederlo soffrire in quel modo.

Il rosso capiva le motivazione di sua madre e aveva deciso lui stesso di stare lontano dal suo migliore amico ma era stato più forte di lui.

Luke era come un magnete: lo attraeva continuamente.

Rinchiuso in quella stanza dalle parete bianche, troppo troppo bianche, Michael dondolava le gambe sul lettino su cui era seduto.

Ennesima visita.
Ennesimo responso.
Ennesimo "non esiste una cura, signora".
Ennesimo "non è stata colpa tua Luke" mandato per messaggio.

Qundo sarebbe finita quella storia?
Non ne poteva più.

Che strana la parola "fine".

Se la si leggeva in inglese significava "bene", come quando qualcuno ti chiede come stai e tu rispondi con quella parola, ormai in automatico.

Come stava Michael?
Bene.
La risposta che dava a sua madre, agli insegnanti, ai medici.

Come stai Michael?
Male.
La risposta che invece dava a sé stesso, quando era da solo e al buio.

Luke era l'unica persona che non gli aveva mai posto quella domanda da quando si era ammalato.
Mai.
Nemmeno in ospedale.

Che senso ha domandare a qualcuno che ha appena scoperto di non poter più avere una vita normale, come sta?
La risposta è ovvia.
Male.
Triste.
Sconvolto.
Sconsolato.
Vuoto.

Sensazioni che, stranamente, si amplificarono quando, sulla strada verso casa da scuola, vide il biondo parlare con un altro ragazzo.

Aveva i capelli castano chiari, ricci e un sorriso da far invidia alla più felice delle persone.
Lui era una persona che stava bene.
Non Michael.
Michael stava male.

Sapeva sarebbe successo, lo sapeva eccome.
Era stato lui a dire a Luke di essere felice, era stato lui a sperare che incontrasse qualcuno migliore di lui, era stato lui a pregare Dio affinchè avesse una vita migliore della sua.

E Dio aveva esaudito il suo desiderio.

Luke stava ridendo con qualcuno che non era lui, spezzandogli il cuore.
Ma almeno era felice.

Con un sorriso triste, si era avvicinato alla porta di casa e, in quell'esatto momento, i loro occhi si erano incontrati.
Quello era l'unico contatto che poteva permettersi.

Eppure, c'era qualcosa di strano.

L'azzurro degli occhi di Luke era spento.
Le sue labbra formavano un sorriso, ma i suoi occhi erano vuoti.
Persi.
Fermi a quel giorno.

Michael non riuscì a sopportarlo.

Troppo dolore incanalato in un paio di iridi.
Voleva rompere tutto e gridare.

Entrò in casa di corsa, cercando di dimenticare ciò che aveva appena visto.

Luke era davvero felice...?

Ed ecco che compare Ashton!
Non credo avrà un ruolo importante quindi non ci fate molto caso AHAHAHAHA

𝐀𝐥𝐥𝐞𝐫𝐠𝐢𝐜 || 𝑴𝒖𝒌𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora