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Accarezzo una guancia della bambina, continuando a sorridere mentre si agita tra le mie braccia; Erix appoggia la testa sulla mia spalla, guardando nostra figlia.

«Vivi...»

«Sì?» gli chiedo voltandomi appena verso di lui. È notte fonda, ma Sayth non accenna a volersi addormentarsi, iniziando a piangere ogni volta che la sistemo nella culla.

«Io...»

Lo sento singhiozzare mentre mi abbraccia.

«Erix?»

«Mi dispiace, Vivi, mi dispiace davvero».

Aggrotto la fronte, stringendo Sayth al petto. «Che è successo? Mi stai facendo preoccupare, lo sai?»

Scuote la testa, mormorando più volte no. «Per tutto quello che è successo, per come... sono una pessima persona».

Sospiro, girandomi verso di lui. «Erix non lo sei. Lo saresti stato se non fossi cambiato. Hai capito i tuoi errori e credo che sia stata la cosa più importante».

«Ti ho fatto del male».

«Hai detto bene: hai fatto. Non lo stai facendo ora, quel che è successo, è successo. Lasciatelo alle spalle, non puoi dire la stessa cosa a Nayla e poi continuare a sentirti legato alle tue azioni».

«Io...» Incrocia le gambe, abbassando lo sguardo. «Non credo di essere un buon esempio per la piccina...»

«Non so cosa mi trattenga dal lanciarti nello spazio e tirarti addosso Minerva» sibilo cercando di far poppare Sayth che continua ad agitarsi.

«Probabilmente lei... ha fame?»

«Ha sempre fame» gli rispondo mentre le guardo mangiare – è l'unico momento in cui non piange. «Però, Erix, davvero, sono felice che tu abbia capito i tuoi sbagli. Credo che lei ti possa insegnare parecchio».

«Che vuoi dire?»

«A ricominciare da zero... con una nuova vita. Di quel che abbiamo sempre conosciuto ormai credo sia rimasto davvero poco. L'unica cosa possibile è cercare di costruire un futuro migliore di quel che è stato distrutto per noi».

«Immagino tu abbia ragione» mormora distendendosi sul letto. «È che... tutto questo mi spaventa: credevo di essere una pessima persona, eppure tutto quel che è successo mi sembra che sia scomparso quando l'ho presa per la prima volta in braccio... sono passate solo pochi ol, eppure mi sembra che Sayth sia con noi da sempre».

Le asciugo un rivolo di saliva dalla bocca e lei sorride, tornando ad agitarsi. «Mi farai mai dormire, tesoro?» le chiedo dandole un bacio sulla fronte.

«Non credo» risponde Erix sbadigliando. «Se non fosse stato per mia madre, non dormiremmo da due settimane filate».

«Non immaginavo che fosse un terremoto, sai».

Sayth sbadiglia e quando la sistemo nella culla vicino al letto non si sveglia di nuovo. Tiro un sospiro di sollievo, sistemandomi sotto le coperte e stringendomi a Erix.

«Sappi solo che sono fiera di te, cretino. Avrei voluto svegliarmi accanto a te con la consapevolezza che non ti avrei dovuto salutare da wakin».

***

La guerra è finita, è tornata la pace dopo wakin.

Abbiamo un nuovo sistema di governo, una nuova flotta – l'Astrea –, ma la Starfall è lì, al comando e spicca su tutte le altri navi, come sempre è la più bella.

È diventata l'orgoglio dell'Atlantis e un motivo in più per Axel per fare conquiste: molte delle reclute sono già ai suoi piedi, spasimano per quel pilota dai capelli biondi e gli occhi azzurri – potessi avere il loro stesso entusiasmo verso la burocrazia, visto essere a capo dalla flotta ha i suoi lati noiosi, soprattutto in tempo di pace.

Ai confini del vuoto 1 - Progetto MinervaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora