16 (Axel)

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Ordine trentadue.

Non c'è mai stato un tale silenzio sulla Starfall: nessuno parla, ma l'ordine dato da Vivi l'abbiamo sentito tutti. Non ha detto niente, ma è stata eloquente: decollo immediato significa che Brunnos l'ha tradita.

È successo ciò che in molti si aspettavano: l'ha raggirata, è riuscito a far sì che Vivi si fidasse di lui... era un piano ben progettato, chissà da quant'è che volevano metterlo in atto lui e l'Orlan. Aspettavano solo il momento opportuno per arrivare a lei.

Sbatto i pugni sui comandi, serrando le labbra: io le avevo detto di lasciarlo a bordo, ma lei si fidava, era certa che tutto sarebbe filato liscio – era certa che lui fosse cambiato, ma non lo farà mai, io ne sono sicuro.

Scuoto la testa, alzando lo sguardo dai comandi della Starfall, i cui pulsanti non sono più illuminati. «Dobbiamo salvarla».

«C'è la Pegasus vicino al cuore, ci prenderanno subito se ci avviciniamo» mi risponde Zavis. «Sicuramente adesso saranno in allerta: dobbiamo aspettare che le acque si siano calmate e che loro abbassino la guardia: cercheranno sicuramente di ottenere informazioni da Vivi. Senza contare che non sappiamo niente della situazione di Aesta».

«Lo so... è che... senza Vivi e Aesta al comando non andremmo molto lontano... io le avevo detto di fare attenzione...»

«Non è colpa tua, Axel, né sua. Siamo stati ingannati e traditi. De Algy aveva ragione a chiedere la pena di morte per Brunnos quando è stato nelle nostre mani su Lemuria, è stato un peccato che il consiglio l'abbia solo fatto torturare per ottenere informazioni che non ci sono servite a niente».

«Lo so... non posso rassegnarmi all'idea di perdere anche Vivi. Non mi sono ancora abituato a non avere Aesta al mio fianco, figuriamoci a non sentire Vivi urlare ordini da quella balaustra».

L'ultimo messaggio da parte della Federazione che abbiamo ricevuto notificava una sconfitta e la flotta nell'orbita dell'Atlantis, ma risale a sette ol fa, quindi non abbiamo idea di come le cose si siano evolute. Vivi è prigioniera nel cuore da troppo tempo, siamo rimasti su Minerva sperando che in questo modo l'Alleanza non riesca a risalire alla nostra posizione – siamo l'unica speranza che è rimasta alla Federazione e abbiamo un solo tentativo.

«Il piano è questo: ci porteremo sulle coordinate del cuore di Minerva, se la Pegasus è lì, distruggeremo la nave non appena è a tiro. Dobbiamo essere in grado di penetrare all'interno senza che ci scoprano, l'ideale sarebbe mandare una piccola squadra con una delle LWSS nelle stive».

Annuisco alle parole di Zavis. «La piloterò io».

«Dovresti restare sulla Starfall, sei il primo ufficiale, in teoria avresti il comando in assenza di Vivi».

«Sì, ma io sono il pilota della Starfall: per quello che abbiamo in mente servono persone abili ai cannoni, mantenere l'assetto di volo a distanza per sparare non è difficile. Arrivare senza essere visti, sì, invece. Fidati, Zavis, è meglio che io piloti la LWSS. Non puoi togliermi la possibilità di tirare almeno uno schiaffo a Brunnos, non dopo quello che ha fatto a Vivi».

Lui annuisce. «Verrò con te. Adesso formiamo le squadre, partiremo domani all'alba».

Prendere sonno è più difficile di quel che pensassi: continuo a fissare il soffitto senza sapere a cosa pensare. Ho paura per Vivi: abbiamo provato a metterci in contatto con lei, ma non abbiamo ricevuto risposta. Abbiamo rischiato – forse troppo – perché se il comunicatore le fosse stato preso da Brunnos, potrebbero tracciare la nostra posizione in pochissimo tempo. Non sembrano averci individuati: finora nessuna nave dell'Alleanza ha solcato i cieli di Minerva, sempre più coperti dalle nuvole scure, e la Pegasus è sempre stata ferma nella sua posizione. I radar parlano chiaro, ma l'abbiamo anche verificato con i nostri occhi.

Ai confini del vuoto 1 - Progetto MinervaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora