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«Siamo quasi sulle coordinate... ma non è strano? Il fatto che non abbiamo incrociato nemmeno una nave dell'Andromeda, dico».

Brunnos si gratta una guancia, poi si avvicina, guardando fuori nella direzione che fissavo fino a poco fa.

«Be', in quasi un ol di volo di questi tempo, sì, è strano. Davvero strano. Credi che ci stiano aspettando con i sistemi di invisibilità alzati? Da quel che so, non possono usarli molto a lungo, sprecare così tanta energia mi sembra una mossa davvero stupida».
«Non lo so, ma non sono tranquilla. Ci stiamo allontanando troppo rispetto al luogo in cui si sono scontrate le due flotte, potrebbe essere sospetta la cosa e i rapporti che sono arrivati in questo periodo fanno pensare solo a una nostra sconfitta imminente: dobbiamo cambiare quel programma. Non è normale essere da soli nello spazio in un momento come questo, ho paura che siano su Minerva... almeno una parte... e che non abbiamo abbastanza armi per vincerli».

«Condivido la tua preoccupazione. Non è normale».

«Non so neanche cosa aspettarmi: insomma, che siamo tornati su Minerva lo sapranno sicuramente, l'Alleanza riesce a tracciare ogni nostra nave».

Stringe una mano sulla mia spalla. «Calmati. Se ce li troviamo davanti, combatteremo».

Annuisco, ma sono poco convinta.

«Abbiamo raggiunto le coordinate, comandante».

Mi affaccio alla balaustra. «Ottimo. Allora credo che sia il momento: procedete all'apertura del portale, ma tenetevi pronti alle posizioni di combattimento, non sappiamo effettivamente cosa ci sia al di là».

Abbiamo attraversato con successo il portale e, come sempre, la tempesta è sotto di noi.

«Il radar non rileva navi. Attraversiamo la tempesta?».

«Sì. Puntiamo diretti al cuore alla massima velocità che possiamo usare: se riprogrammiamo Minerva siamo già un passo più vicini alla vittoria. La Starfall dovrebbe reggere il contraccolpo della tempesta, in ogni caso, poco prima di scendere di altitudine, attivate gli scudi».

«Agli ordini» risponde Axel.

Stringo le mani sulla balaustra: non mi sento tranquilla e mettere a repentaglio la vita di tutti non mi sembra affatto una cosa giusta: l'intera faccenda di Minerva si potrebbe ridurre a una cosa tra me, Brunnos, l'Orlan, Aesta e Axel.

«Tempo stimato all'arrivo?» chiedo esasperata.

«Quindici ked».

Quindici ked d'ansia.

Essere da soli nello spazio non è mai stato così inquietante.

Cammino avanti e indietro, non riesco a calmarmi: sento che c'è qualcosa che non va. Sarei più tranquilla se ci fosse qualche nave segnalata dal radar. E sono certa che quello funzioni.

Il tempo scorre troppo lentamente, la velocità di crociera mi appare troppo bassa. Voglio distruggere questo mostro, voglio mettere la parola fine a questa storia.

Le strutture del cuore sono in vista: una tempesta magnetica è in formazione, ma è ancora troppo debole: possiamo scendere.

«Fase di atterraggio iniziata».

«E quindi ci siamo. Prendi il tablet, Brunnos. Vieni con me».

«Va bene».

«Il resto dell'equipaggio rimarrà a bordo».

«Perché?» chiede lui sistemando una pistola alla cintura.

«Perché non ho intenzione di farmi rapire altri uomini. E la fase di decollo è molto più rapida se sono quasi tutti ai loro posti e non mi pare che abbiamo altro da fare che inserire un programma e ripartire a dare man forte alla flotta» gli rispondo caricando la mia.

Ai confini del vuoto 1 - Progetto MinervaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora