5.

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<<Allora Annabeth, come già anticipato a tua madre, ci rivediamo la prossima settimana per il primo controllo. Questi sono tutti i documenti da firmare e poi sarai finalmente libera>> il dottore mi sorride gentilmente porgendomi i fogli ed io inizio a firmarli uno ad uno. Sono pronta, ho già la borsa fatta, i miei capelli sono stirati alla perfezione ed il mio viso è così ben truccato da non far intravedere neanche un minimo della mia cicatrice. Mia mamma si è data da fare più del solito. <<Ecco a lei>> porgo i documenti firmati e Luca mi si avvicina per prendere il mio borsone. Sono venuti lui e mia madre a prendermi, ma quest'ultima ha detto che stasera tornerà anche mio padre per poter cenare insieme e darmi il bentornata. Ne sono rimasta felice, ma speriamo che non ci sia nessun imprevisto che lo faccia rimanere a lavoro come succede ogni volta. <<Alla prossima settimana allora, buon rientro>> il dottore ci saluta e quando siamo rimasti soli tiro fuori un grande sospiro. <<Andiamo?>> chiede visibilmente irritato il mio fidanzato, che ovviamente non vede l'ora di portarmi via di qui per poter tornare a lavoro. <<Certo>> risponde mia madre e senza degnarmi di uno sguardo si incamminano fuori dalla stanza. Prendo un bel respiro, forse due, forse tre. Mi volto un attimo verso il letto nel quale ho rischiato davvero di morire e mi ritrovo a pensare per la prima volta che forse ci sia un motivo per il quale io sia ancora qui. Sono troppo pretenziosa se penso che forse da lassù qualcuno ha voluto che io continuassi a vivere? Mi sento così strana. Ho una morsa allo stomaco e non riesco a capire da cosa sia dovuta. <<Ti stiamo aspettando>> mia madre torna indietro facendomi tornare con i piedi per terra. <<Sì, scusami>> e mi incammino con lei fuori dalla porta. Mi sento diversa. Sento come se in realtà non fossi qui.
Forse sono troppo pensierosa, troppo su un altro pianeta. Devo tornare a pensare alle cose primarie, università e organizzazione del matrimonio. Sì, basta pensieri astrali. <<Anna!>> ad un certo punto sento una voce maschile e quando metto a fuoco vedo un ragazzo con Il camicie colorato e il naso rosso da clown venirmi incontro. Simon. Oh mio Dio, Simon! Saetto gli occhi tra Luca e mia madre che lo guardano in maniera strana e interrogativa. Se sapessero che ho passato un pomeriggio in sua compagnia non so come la prenderebbero. Forse se fosse stato un dottore vero sarebbe stato diverso, ma con un volontario è tutta un'altra storia. <<Anna, ti stavo cercando>> si avvicina, <<Ma stai andando via?>> chiede sorridente. Non so come comportarmi, non so cosa dire. <<Mi scusi, lei chi sarebbe?>> mia madre prende la parola, scrutandolo da capo a piedi. Lui le sorride, ma smette subito non appena nota il suo sguardo gelido ed io mi sento morire. Luca, intanto, risponde ad una chiamata del suo cellulare. Wow, questa si che è gelosia! <<Salve signora, io sono Simon e sono..>> allunga una mano per stringerla a mia madre, ma lei resta immobile. Intervieni Anna...intervieni Anna. <<Ed è un dottore!>> grido facendo voltare entrambi verso di me, <<Non lo hai mai visto perché mi ha sempre fatto visita fuori dagli orari del passo>> aggiungo, mentre lui mi guarda con una strana espressione, che se non fosse per quel naso, giurerei fosse triste. <<E come mai un dottore ha un naso da clown?>> chiede ironicamente mia madre rivolgendosi direttamente a lui. Oddio, ora gli dirà la verità. E poi perché ho mentito? Ci sarà rimasto male? <<Ero a far visita a dei bambini in pediatria. Adesso che sono tornato nel Mondo degli adulti posso anche toglierlo>> risponde con un mezzo sorriso, togliendosi quel coso dal naso. <<In cosa è specializzato?>> mia madre incrocia le braccia al petto. Ma perché le interessa? <<Sono un...un neurochirurgo>> lui la imita gonfiando il petto.

Perché mi stai reggendo il gioco? In fondo non mi conosci neanche. Oppure lo stai facendo solo per prenderti gioco di noi? Ti capirei sai?

<<Oh capisco. Comunque noi stiamo andando via>> dice lei tagliando il discorso. <<Sono felice che ti abbiano dimesso>> dice rivolto verso di me, <<Ero venuto solo per salutarti>> mi sorride e sento il cuore pompare ad una velocità mai sentita fino ad ora.

Insegnami a sorridereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora