7.

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Il mattino seguente arriva in fretta. Ieri sera dopo la nostra fuga, se vogliamo chiamarla così, siamo tornati alla festa e ci siamo separati, di nuovo. Ho passato il resto della serata a parlare, anzi no ad ascoltare le mie amiche che parlottavano ininterrottamente e poi se ne sono andate senza dirmi niente. Mi siedo dietro la mia scrivania guardandomi nel grande specchio posto davanti, prendo una spazzola e inizio a pettinarmi i lunghi capelli. Oggi dovrei andare in ospedale a trovare i ragazzi, ma non posso. Non posso andare lì e passare del tempo con un ragazzo che non sia il mio. Non posso mentire a tutta la mia famiglia e sopratutto non voglio mentire al mio futuro marito. Indosso un paio di jeans stretti ed un maglioncino rosa di cashmere, metto un lucidalabbra trasparente e un filo di mascara, ai piedi le mie ballerine. Ed eccomi pronta, Annabeth, la ragazza perfetta, con una vita perfetta, con un fidanzato perfetto, con una futura carriera da poter far invidia a mezzo Mondo. Wow... <<Anna, menomale che ti sei alzata. Oggi dobbiamo andare a scegliere del vestito>> mia madre mi raggiunge in salone, una volta che sono scesa e quasi non inciampo sui miei stessi piedi. Vestito? Quale vestito? <<Non mi dire che te ne sei dimenticata! Ma che moglie pensi di diventare se ti dimentichi il giorno della scelta del tuo abito da sposa!>>. Oddio! <<Non me ne sono dimenticata, sono solo un po' confusa, ho un po' di mal di testa>> cerco di giustificarmi, anche se a dire il vero la testa fa veramente male da ieri. <<Chiamo il dottore, magari possiamo andare nel pomeriggio dopo la prova del vestito>> suggerisce e se non la conoscessi, giurerei di averla vista preoccupata. <<Ok>>.

L'atelier è stupendo. Centinaia di abiti da sposa sono appesi giro giro le pareti. L'ambiente è per la maggior parte color rosa antico e per terra ci sono dei rialzi con dei divanetti intorno. <<Salve signorina, posso aiutarla?>> una ragazza che credo abbia all'incirca la mia età si avvicina a noi. Con me ci sono mia madre, la mia futura suocera e le mie amiche. Ovviamente mia madre non mi lascia neanche il tempo di rispondere che inizia subito a parlare, a dire fiera i nostri cognomi e a ribadire l'importanza delle nostre famiglie. Che imbarazzo. <<Oh, certo...venga con me>> la commessa allunga una mano verso di me con le guance rosse. Mia madre fa lo stesso effetto a tutti. <<Oh no! sappiamo già che tipo di vestito vuole mia figlia>> e di nuovo si intromette. Davvero? Non ne ho mai parlato con nessuno. <<Mamma, veramente io...>> provo a dirle sottovoce, ma lei non mi degna di considerazione e si avvia insieme alle altre non so dove. Ed io sono di nuovo sola. La commessa si volta verso di me con occhi comprensivi e non sa quanto vorrei gridare, ma mi limito ad alzare le spalle in segno di resa. <<Questo è perfetto, va a provarlo!>> e così faccio. Il corpetto è a forma di cuore e pieno di brillanti, le spalle sono scoperte e la gonna è ampia stile principessa. Sembro una meringa. Esco dal camerino e salgo su uno di quei rialzi posti in mezzo alla stanza, mentre gli occhi delle mie accompagnatrici si alzano verso di me. Silenzio. Smorfie. Niente di buono. <<Che ne pensate?>> chiedo speranzosa. <<Sinceramente penso che tu abbia troppo poco seno per una scollatura del genere>> risponde Ivon e le altre cominciano ad annuire. Oh....Mi volto verso il grande specchio posto dietro di me, scrutandomi da capo a piedi e in effetti non provo niente vedendomi. Ho sempre sentito dire che quando trovi l'abito giusto, lo riconosci, lo senti dentro di te senza che nessuno ti dica niente. <<Proviamone un altro, tua madre ha già fatto una selezione>> la voce gentile e dolce della commessa mi riscuote dai pensieri e le annuisco. Dieci vestiti dopo sto provando quello che spero sia l'ultimo. E' allacciato dietro il collo e scende giù fino ai piedi lente e morbido. E' di pizzo con tantissimi punti luce che lo rendono quasi brillante. Mi piace. Esco dal camerino e mi sistemo nella solita posizione di prima, ma questa volta sorrido perché mi sento davvero a mio agio. <<Io lo adoro>> dico sincera mentre mi muovo leggermente per far brillare i punti. <<Sì, ti sta bene>> risponde mia madre e non sa quanto vorrei che si emozionasse, quanto vorrei venisse qui ad abbracciarmi. <<Direi che lo abbiamo trovato, finalmente!>> mia suocera si alza dal divano per sgranchirsi le gambe, le altre la seguono. Io voglio guardarmi solo un altro secondo. Mi volto e come in una scena a rallentatore sorrido. Sorrido guardandomi dal basso verso l'alto, ma poi qualcosa cambia. Non sorrido più, quando incontro i miei occhi. Sono davvero felice? Certo che lo sono. Allora perché sto piangendo? Forse per l'emozione. Allora perché mi sento triste? Non lo so. <<Sei bellissima>> la commessa si avvicina a me porgendomi un fazzoletto che afferro con gratitudine. <<Grazie, sei davvero gentile>>. <<No, dico solamente la verità e chiunque non te lo dica è solo per gelosia>> mi fa l'occhiolino e se ne va. Gelosia? Ma di chi poi? Di me? Chi mai potrebbe essere gelosa di me? Torno in camerino e mi spoglio facendo attenzione a non rovinare il vestito, quando sento suonare il cellulare. Un messaggio.

Da Luca:

'Non vedo l'ora di vederti'.

Cosa? Rileggo l'sms più volte quasi incredula. Non so da quanto tempo non ricevessi un messaggio del genere da parte sua ed il mio cuore sembra rendersene conto in quanto inizia a fare un milione di capriole.

Da Anna:

'Anch'io...e non vedo l'ora che tu mi veda con l'abito che ho scelto oggi'.

Sorrido da sola mentre aspetto la sua risposta.

Da Luca:

'Ok'.

E adesso perchè è tornato gelido? Il mio cuore ha smesso di rotolare ed è tornato al suo posto, non so cosa mi aspettassi. Poi un altro suono.

Da Simon:

'Ci hai dato buca :('.

Cavolo! E subito dopo mi arriva una foto che ritrae lui con i bambini e lo stomaco mi si stringe in una morsa. Dovrei rispondergli? Non lo so, forse è meglio lasciar perdere tutto e vedendo che non gli rispondo, smetterà di scrivermi. E allora perchè vorrei che non smettesse? Che confusione.

<<Anna sei pronta?>> mia madre sbuca dalla porta facendomi prendere uno spavento. <<Sì, scusami. Andiamo in ospedale?>> chiedo. <<No, oggi il dottore non può riceverti. Abbiamo appuntamento per domani mattina>>. <<Ok>> e insieme usciamo per tornare a casa. La cena è passata tranquilla, mio padre ha avvisato che domani dovrà partire per un viaggio di lavoro e che tornerà la prossima settimana, mentre Luca ha detto che stasera avrebbe fatto tardi in studio per un caso molto importante. Sarà sempre così la mia vita? Finirò come mia madre. Voglio davvero questo? Torno in camera mia per studiare un po', quando noto tre notifiche sul mio telefono tutte da parte di Simon.

Da Simon:

'Tutto bene, è successo qualcosa?'.

'Mi stavo preoccupando, ma ho notato che hai letto i miei messaggi...ho fatto qualcosa che non va?'.

'Ok, ti lascio in pace. Buonanotte'.

Forse adesso lo avrà capito, forse adesso non lo sentirò e non lo vedrò più. Forse adesso sarà come se non ci fossimo mai conosciuti. Ed è davvero questo quello che voglio?

Insegnami a sorridereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora