<<Allora Annabeth, i mal di testa sono dovuti al fatto che hai subito un trauma cranico e stai assumenti diversi medicinali. In un paio di settimane tornerai come nuova tranquilla>> dice il dottore dopo aver fatto non so quanti controlli stamani. <<Perfetto>> risponde mia madre, <<Anna ti aspetto giù che devo fare delle chiamate alle ragazze del Club>> continua rivolgendosi a me e poco dopo si dilegua. Le ragazze del Club, ovvero signore dai quarantacinque anni in su che non hanno niente da fare nella loro vita, tranne che organizzare feste e bere thé freddo spettegolando di ogni singola persona presente sulla Terra. E ovviamente mia madre è una delle fondatrici. E ovviamente vorrebbe che anch'io ne facessi parte, ma questa è l'unica cosa a cui non ho ancora ceduto. <<Ci vediamo la prossima settimana per il controllo>> la voce del dottore mi riscuote dai miei pensieri. <<Devo tornare anche per sistemare la cicatrice>> sussurro perché in realtà non ho assolutamente voglia di finire sotto i ferri dopo quello che ho passato. <<Non subirai nessun intervento per adesso. Dobbiamo pensare a farti riprendere al massimo...>> mi guarda serio, <<Parlerò io con tua madre>> poi sorride ed io mi sento immediatamente meglio. <<Ok, grazie. Alla prossima settimana allora>> saluto ed esco. Mi sento terribilmente più leggera al pensiero di non dover subire l'intervento, ma alla sola idea della reazione di mia madre e Luca sento salire uno strano senso di nausea. <<Anna>> sento chiamarmi da un'adorabile vocina, quando mi volto trovo la piccola Kim che corre verso di me. <<Ciao piccolina>> mi avvicino, <<Che ci fai qui da sola?>> le chiedo. <<Stiamo giocando a nascondino con Simon>> ride e mi fa cenno con la mano di fare silenzio. Al solo sentir pronunciare il suo nome sento come un vuoto allo stomaco. <<Ma il vostro reparto è al piano di sopra>> mi chino per essere alla sua altezza, <<Non pensi di aver fatto un po' troppa strada?>>. <<Forse sì...>> si rattrista, <<Puoi accompagnarmi nella nostra stanza?>> poi sorride di nuovo. Non so se sia il caso di far aspettare mia madre e non ho idea di che scusa potrò inventarle una volta fuori, ma non posso neanche lasciare da sola questa bambina. <<Certo, andiamo>> allungo la mano verso la sua che afferra subito. Saliamo al piano di sopra mentre non smette di canticchiare e saltellare nemmeno per un attimo. E' assurdo come questa bambina trasmetta felicità nonostante tutto. <<Kim!>>. Proprio mentre stiamo per arrivare sentiamo una voce maschile chiamarla. <<Kim!>> continua a gridare e poi esce di corsa da una stanza per entrare in un'altra. <<Simon>> lo chiama la bambina e lui si volta di scatto. <<Oddio menomale! Ma dov'eri finita? Mi hai fatto preoccupare>> si avvicina velocemente senza darmi nessuna attenzione. Si vede benissimo quanto tenga sul serio a questi bambini. Si vede che prova dell'amore vero verso di loro. <<Scusa...sono andata al piano di sotto, ma almeno ho trovato Anna!>> risponde raggiante lei e a quel punto Simon alza la testa verso di me. <<Anna!>> esclama, <<Non ti avevo vista>> si gratta la testa impacciato. <<Non fa niente, figurati>> sorrido e sento l'imbarazzo cominciare a crescere perché non ho la più pallida idea di come comportarmi. <<Kim, torna dentro con gli altri>> le suggerisce e lei fa come dice. <<Ciao Anna>> mi saluta con la piccola manina ed io ricambio sorridendo. Siamo rimasti soli e la mia agitazione sta salendo ad un livello esageratamente alto. <<Tutto ok?>> chiede ed io annuisco. <<Ho fatto qualcosa che non va? Non mi hai più risposto...>> dice passandosi una mano tra i capelli. <<No, non hai fatto niente>>. <<Allora perché sembra che tu mi stia evitando?!>> alza un sopracciglio. Cosa dovrei rispondergli? E comunque perché gli interessa tanto? In fin dei conti non ci conosciamo neanche. <<Perché sto per sposarmi e non penso sia il caso mandarmi messaggi con un altro uomo che non sia il mio>>. Ok, l'ho detto. Mi stupisco da sola della mia sincerità inaspettata, ma stranamente non sento pressione a parlare con lui. E' come se già sapessi di potergli dire tutto perché so che non verrò mal giudicata. <<Mi dispiace che tu abbia pensato che ti stessi importunando...>> dice dopo qualche secondo di silenzio, <<Io vorrei che fossimo amici>> continua. <<Davvero?!>> chiedo e subito me ne pento perché sembra più una presa di giro che una domanda. Questa persona non sono proprio io. <<Davvero. Anche io ho...una ragazza>>. Wow, non me lo aspettavo. Non perché sia un brutto ragazzo, ma sembrava ci provasse con me. Che arrogante sono stata. <<Oh...scusami tanto>>, penso che le mie guance siano rosse come pomodori. Non mi ero mai ritrovata in una situazione del genere. <<Non devi scusarti...non te l'avevo detto>> sorride, <<Possiamo essere amici adesso?>> allunga la mano che stringo dopo qualche secondo. <<Amici>> rispondo. Non dirò comunque a nessuno di questa nuova amicizia, né a mia madre, né a Luca, ma avendo una ragazza mi sembra di non fare torti a nessuno. Non ho mai avuto un amico del genere e sinceramente il pensiero di poter venire a trovare i bambini mi rende felice. <<Allora ci vediamo la prossima settimana qui?>> chiede ed io annuisco. <<A presto Simon>> lo saluto. <<A presto Anna>> ricambia e vado.
<<Ma dov'eri finita? E' un'infinità di tempo che ti aspetto>> brontola mia madre non appena la vedo fuori dall'ospedale. Non so cosa risponderle, ma devo trovare una buona scusa. <<Mi sono trattenuta con il dottore perché non vuole che la prossima settimana mi sistemi la cicatrice e siccome non sono d'accordo, ho provato a dissuaderlo>> invento la balla perfetta per lei che inizia a guardarmi con uno strano compiacimento negli occhi. E' così mamma? E' così che mi vorresti? <<Oh tesoro, non preoccuparti. Se non sarà la prossima settimana, sarà quella dopo, ma sta sicura che sistemerai quella cosa>> mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre io vorrei soltanto andarmene da qui...da lei. Tornate a casa decido di andare a fare una doccia, dopo di che chiamo Luca per dirgli della visita di oggi. <<Pronto>> risponde dopo due squilli. <<Ciao, volevo dirti che la visita è andata bene, ma la prossima settimana non potrò subire l'intervento per la copertura della cicatrice perché il dottore ha detto che è troppo presto>>. Ok, l'ho detto. <<Fa niente, non sei mica un mostro...>> dice e quasi mi stupisco per la sua strana calma, <<Ti va di mangiare insieme stasera?>> chiede poi e sul mio volto compare un enorme sorriso. <<Certo, ti aspetto>> continuo a sorridere e dopo di che attacca la chiamata. Che strano...di solito non chiede, ma impone. Non ha detto niente né sul mancato intervento e per di più mi invita a cena, forse sto sognando. Prima che possa svegliarmi da un momento all'altro vado alla ricerca di un abito adatto dentro al mio armadio, dopo averlo trovato passo a trucco e parrucco. <<Anna, stai uscendo?>> chiede mia madre una volta che torno nel soggiorno. <<Sì, Luca mi ha invitata a cena>> risponde ed immediatamente il suo viso si illumina. Delle volte penso che sia più felice lei di me per questo matrimonio. <<Perfetto, divertitevi>> cinguetta e poi si dilegua non so dove. Sono già le otto di sera e tra poco dovrebbe arrivare, mi siedo su una poltrona ad aspettarlo quando il mio cellulare vibra.
Da Luca:
'Ritardo'
Da Anna:
'Ti aspetto :)'
Strano anche questo...solitamente non avverte mai, ma vabbé meglio così. Mentre aspetto, non sapendo cosa fare, giro un po' per i sociale e immediatamente le mie dita si muovono da sole andando a visitare la sua pagina. Non perché mi interessi, ma sono curiosa di trovare una foto in cui ci sia la ragazza di Simon. Foto dopo foto, ma nessuna di queste riesce a farmi intendere quale sia. La curiosità è più grande di quanto mi aspettassi e non capisco il motivo. Il suono del clacson riesce a farmi tornare con i piedi per terra e quando scosto la tenda dietro di me vedo subito l'auto di Luca. <<Scusa il ritardo>> dice non appena salgo. <<Figurati>> rispondo leggermente imbarazzata, non sono abituata a tutta questa gentilezza. <<Ho prenotato da Harod>> dice e annuisco. Harod è uno dei ristoranti più rinomati e costoni di tutta la città. Non intendo lamentarmi, la cucina è ottima, ma ogni tanto vorrei provare altro. Comunque non gli dirò niente, sono felice solo per il fatto di passare un po' di tempo insieme. Arriviamo al ristorante e come ogni volta veniamo accompagnati al nostro solito tavolo. Ci sono pochissime persone intorno a noi. Ordiniamo e poco dopo iniziamo a mangiare. <<Com'è andata la giornata?>> chiedo per interrompere il silenzio. Luca non è mai stato un tipo di molte parole, mentre io adoro parlare. <<Bene, la tua?>> risponde portandosi la forchetta alle labbra. Vorrei potergli parlare dei bambini dell'ospedale e dal lavoro fantastico che fanno i volontari, ma non posso. Ho troppa paura di come potrebbe reagire. <<Tutto bene...>> inizio, poi continuo, <<Non sei curioso di sapere l'abito da sposa che ho scelto ieri?>>. Non mi ha fatto nessuna domanda sull'argomento e non so se sia un bene o un male. <<Sarà sicuramente delizioso>> e di nuovo silenzio. Faccio per aprire di nuovo bocca quando il suo cellulare inizia a vibrare per l'arrivo di un messaggio. Lo legge e sorride. <<Chi è?>> azzardo e lui alza quello sguardo gelido su di me. <<Vuoi farmi il terzo grado per un messaggio?!>>. Seriamente? Gli ho solo fatto una domanda. <<Certo che no>> mi asciugo con un tovagliolo. <<E' lavoro>> risponde poi. Dovrei credergli? Non lo so, ma decido di sì. <<Ok>> sussurro e poco dopo un'altra vibrazione. Il telefono vibra e lui risponde, mentre io sembro una completa idiota. Passa almeno mezz'ora e niente la situazione non cambia. Finiamo la cena e senza aggiungere altro torniamo verso casa. <<Perché non facciamo un giro?>> propongo. <<E' tardi Anna e ho ancora del lavoro da finire>> conclude e io mi zittisco una volta per tutte. Ci salutiamo con un casto bacio e ognuno per la sua strada. Sembrava troppo bello per essere vero. Il suo comportamento era fin troppo strano. Salgo in camera e dopo essermi struccata e svestita, mi infilo sotto le coperte. Non penso che Luca mi tradirebbe mai, è fatto così, ma mi ama. Ne sono sicura...e allora perché mi sento così?!
STAI LEGGENDO
Insegnami a sorridere
RomanceAnnabeth ha ventitre anni, studia legge e sa già come sarà la sua vita. Diventerà un avvocato di successo, proprio come lo è il padre e sposerà Luca, figlio di amici di famiglia, conosciuto quando ancora erano piccoli. Simon ha venticinque anni, viv...