Il resto della mattina e del pomeriggio trascorre come stabilito. Studio, estetista e parrucchiere. Quante smancerie per una festa in cui nessuno parteciperà veramente per darmi il bentornata, in cui nessuno sarà davvero preoccupato per la mia salute, in cui nessuno davvero tiene a me. Ma questa è la mia vita, la mia famiglia, la mia routine. Indosso un abito lungo color magenta facendo attenzione a non rovinare i miei capelli arricciati perfettamente sulle punte e metto delle scarpe con il tacco nere. Sembro appena uscita da una rivista e credetemi non in senso positivo, sembro talmente finta da farmi quasi paura. Ho così tanto trucco in faccia da non trovarci neanche un piccolo difetto, mentre dentro di me ho sempre pensato che siano proprio questi a fare delle persone quello che sono. Ogni imperfezione è bella proprio perchè ti rende unico. Ma per noi è proibito averne e quindi mi ritrovo ad osservare un riflesso che non mi rispecchia per niente. <<Sei pronta?>> Luca entra in camera mia e una volta dentro mi squadra dalla testa ai piedi. Nel suo completo nero e quello sguardo glaciale, aspetto solo che mi dica che ci sia qualcosa che non va, infatti mi stupisco quando non lo fa, ma invece dice quanto stia bene vestita così. <<Grazie>> arrossisco in quanto non sono proprio abituata ai suoi complimenti. <<Adesso scendiamo>> ed ecco che torna lo stesso di sempre. Il salone è stracolmo di persone che non si accorgono nemmeno del mio arrivo in mezzo a loro, ma forse è meglio così. I genitori di Luca, Marieth e George, mi vengono incontro e mi baciano le guance. Il padre è esattamente uguale al figlio, stessi occhi, stessa corporatura, stessa freddezza. Sua madre, invece, è uguale alla mia quindi potete immaginare che fantastica coppia siano. Ho sempre cercato di piacerli in tutti i modi, anche se sono quasi convinta che non siano così felici per il nostro imminente matrimonio, ma forse è solo una mia impressione. <<Anna stai benissimo>> le mie amiche mi raggiungono complimentandosi con me, quando invece dovrebbe essere il contrario. Sono davvero meravigliose e diversamente da me in questo Mondo ci sanno davvero stare, mentre io sembro sempre un pesce fuor d'acqua. <<Siete bellissime ragazze>> dico sinceramente e loro sorridono maliziose portandosi un calice di champagne alle labbra. Luca le guarda in un modo strano, come fa ogni volta. Spesso ho provato a chiedergli se non provasse simpatia nei loro confronti, ma lui mi ha sempre risposto che gli sono totalmente indifferenti. Quando siamo tutti insieme, però, è come se percepissi una certa tensione, non so cosa sia, ma sicuramente niente di buono. Lascio correre come ogni volta e mi siedo su una poltrona vicina al buffet, non ho voglia di parlare con nessuno, non ho voglia di far finta di sorridere, non ho voglia di tutto questo. Luca con un gesto della mano si allontana facendomi capire di avere di meglio da fare e io ne approfitto per buttare fuori un po' d'aria. Perchè sono nata in mezzo a queste persone? E perchè non posso essere come Alis e Ivon? Perchè non posso essere felice di tutto questo come lo è mia madre? Tiro fuori dalla borsetta il cellulare e non so come, non so perchè, faccio l'ultima cosa che avrei pensato di fare.
Da Anna:
'Che fai?'. Invio. Non so per quale strano motivo, ma era da tutto il pomeriggio che speravo che mi scrivesse anche un solo messaggio, invece niente, non si era più fatto sentire. So che non mi sto comportando bene, ma voglio solo avere un amico normale.
Da Simon:
'Pizza e film. Tu?'.
Subito sorrido come una scema non appena mi risponde.
Da Anna:
'Mia madre ha organizzato una festa per il mio ritorno a casa'.
Da Simon:
'Figo!'.
Da Anna:
'Lo dici perchè non sei mai stato ad una di queste feste'.
Da Simon:
'Forse un po' me la immagino ahah! Però sicuramente avrai il tuo futuro sposo che saprà renderti la serata interessante ;)'.
Ed in questo momento sento un peso sullo stomaco, mi sento in colpa, terribilmente in colpa nei confronti di Luca. Non si merita questo, non si merita che io stia qui a scrivere con un ragazzo che neanche conosco a sua insaputa, anche se per me è solo un amico.
Da Simon:
'Ehy, ci sei?'.
Da Anna:
'Scusa, devo andare'.
Lo liquido così e mi alzo per andare a cercare il mio fidanzato. Non va bene quello che ho appena fatto, il mio posto è accanto a lui. <<Luca, ti stavo cercando>> gli sorrido non appena me lo ritrovo davanti. <<Ti serve qualcosa?>> alza un sopracciglio. Perchè fai così? Perchè non mi sorridi? Perchè non mi baci? <<In realtà stavo pensando che magari potremmo andare in camera mia>>. Ed eccoci, come ogni volta che cerco quel qualcosa di più da lui. Quel qualcosa che riesce un minimo a darmi solo quando io gli offro il mio corpo. Anche se adesso è ancora indolenzito, ma ho bisogno di quel qualcosa. <<Andiamo>> butta giù l'ultimo sorso di champagne e saliamo le scale. La porta della mia camera dal letto si chiude dietro di noi. Cerco di avvicinarmi al letto, ma Luca si avvicina pericolosamente a me facendomi schiacciare la schiena contro la parete fredda del muro. I suoi occhi sono carichi di lussuria come ogni volta che ci avviciniamo in questo modo, i suoi gesti sono aggressivi, la sua espressione lo stesso. Non mi è mai dispiaciuto il suo modo di fare, ho sempre amato fare l'amore con lui, ma ad oggi delle domande mi sorgono alla mente. Davvero questo è fare l'amore? Io ho mai fatto veramente l'amore? Non ne ho idea, io ci ho sempre messo tutto il sentimento possibile, ma non ho mai avuto nessun'altra esperienza al di fuori di lui e quindi non saprei neanche darmi una risposta. La cosa che mi risulta più strana è il perchè io adesso mi stia facendo tutte queste domande, proprio ora che siamo qua insieme, proprio mentre ci stiamo baciando. Le sue mani vagano in ogni parte del mio corpo che però fa sempre un po' male, ma lui sembra non rendersene minimamente conto. Alzano il mio vestito fino a farlo arrivare all'altezza della vita e con una mossa decisa mi prende in braccio facendomi incrociare le gambe intorno al suo bacino, si abbassa i pantaloni e l'intimo facendo lo stesso con le mie. E non c'è niente di romantico in questo. Perché non ci sdraiamo a letto e ci abbracciamo fino a quando i nostri respiri non saranno uniti come noi? Perchè dopo avermi quasi perso, questa è la tua idea di fare l'amore con me? Ti prego baciami. Ti prego stringimi. Ti prego non farmi sentire un oggetto. Ma niente, lui ha già iniziato il suo gioco in cui io sono il suo burattino e come ogni volta gli permetto di farmi tutto ciò che vuole. I suoi movimenti sono decisi e freddi, fanno male, ma non si ferma. Ti prego fa più piano, mi fa male tutto. Lui continua, senza degnarmi di uno sguardo. La sua faccia nell'incavo del mio collo e ancora mi chiedo se sia davvero così l'amore. E se davvero fosse così, a me starebbe bene? Non lo so, ma voglio provare a fare qualcosa di diverso. Gli afferro una mano e la stringo nella mia, con un gesto del viso cerco di allinearlo con il suo. Gli sorrido dolcemente e comincio a baciargli l'angolo delle labbra. Baciami anche tu, per favore. <<Sta ferma>> riesce a dire tra un ansimo e l'altro, stacca la sua mano dalla mia per poggiarla al muro dietro di me e il mio cuore inizia a pompare velocemente, ma non come mi è successo quello stesso pomeriggio, ma per la tristezza nella quale sono sprofondata. Basta Anna, questa è la tua vita e devi imparare ad accettarla.
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Insegnami a sorridere
RomanceAnnabeth ha ventitre anni, studia legge e sa già come sarà la sua vita. Diventerà un avvocato di successo, proprio come lo è il padre e sposerà Luca, figlio di amici di famiglia, conosciuto quando ancora erano piccoli. Simon ha venticinque anni, viv...