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Sono agitata e non so perché. Non è la prima volta che trascorro una serata in compagnia delle mie amiche, ma sembra passata un'eternità dall'ultima volta che l'abbiamo fatto e non so se sia solo frutto della mia immaginazione, ma le sento distanti e molto strane nei miei confronti. Prima dell'incidente passavano molto tempo a casa mia, molto spesso me le ritrovavo la sera a tavola con i miei senza neanche saperlo. Non mi sono mai sentita totalmente me stessa con loro, ma come ben sapete non lo sono mai stata con nessuno. Loro sono molto più simili a mia madre, a Luca, al nostro mondo. Amano fare shopping, fare pulizie del viso una volta a settimana, spettegolare dell'ultima coppia che ha chiesto il divorzio. Amano le feste, amano lo champagne e sopratutto amano i soldi. Non voglio parlarne male, ma questa è la verità.
Il suono del campanello di casa mi annuncia il loro arrivo. Stiro con le mani il vestito blu di seta che indosso e sistemo una forcina che è fuoriuscita dallo chignon.
<<Ciao ragazze>> sorrido non appena le trovo in salone. <<Ciao Anna, stai benissimo>> dice Ivon. <<Vero, questo vestito è fantastico. Devi prestarmelo qualche volta>> aggiunge Alis. Sono impeccabili, come sempre del resto. La prima indossa un vestito corto coloro avorio scollato davanti, mentre la seconda un top nero con dei pantaloncini a vita alta. Hanno dei fisici statuari che riuscirebbero a mettere a disagio anche una statua.
<<Siete bellissime anche voi> mi complimento, <<Mia madre è uscita, ma vi saluta>> continuo. <<Oh, peccato>> risponde una delle due, ma non so chi visto che mi sto incamminando verso la tavola e loro hanno una voce molto molto simile. Ci sediamo e la nostra governante inizia a servirci la cena.
<<Allora Anna, come procedono i preparativi per il matrimonio?>> chiede Alis. <<Bene grazie. Manca davvero poco>> rispondo sorridendo. Ora che ci penso, il tempo stringe e neanche me ne ero resa conto. Tra qualche mese io e Luca ci sposeremo. <<Ma una volta sposati andrai a vivere a casa sua?>> chiede curiosa l'altra. <<Per il momento si, ma i nostri genitori vorrebbero regalarci una casa tutta nostra come regalo di nozze>>. <<Wow>> esclama, mentre io al solo dirlo ad alta voce mi sento tremendamente superficiale. <<Sei così fortunata. Sposerai un ragazzo fantastico e vivrai una vita di lusso>>, <<Già anch'io vorrei trovare un ragazzo così>>. <<Ma lo troverete sicuramente>> sorrido ad entrambe. <<In realtà...ci sarebbe un tipo che mi piace, ma ancora non so come finirà>> Alis sorride maliziosa, mentre io le chiedo dettagli visibilmente interessata. <<Chi è? Perché non mi hai detto niente?!>> domando a raffica. <<Perché...vanno a letto insieme e basta>> risponde Ivon al posto suo, mentre lei la guarda male. <<Per adesso...>>. <<Sei una ragazza meravigliosa, non dovresti assecondare un uomo così, non ti merita>> le dico sinceramente e lei fa un verso strano, ma non va avanti. Finiamo la nostra cena parlando un po' di tutto e mi maledico mentalmente per aver pensato che fossero cambiate o si comportassero in modo strano con me. <<Vi va di andare da qualche parte?>> chiedo speranzosa. Avevo già detto a mia madre che molto probabilmente sarei uscita con loro dopo cena e ovviamente lei ne era rimasta entusiasta. <<In realtà...>> inizia Ivon, <<...pensavamo di andare a casa e riposarci. È stata una lunga settimana e domani mattina abbiamo appuntamento dal parrucchiere molto presto>> finisce Alis. <<Oh...ok>> rispondo un po' dispiaciuta ed ecco che tornano i pensieri negativi. Non hanno mai rinunciato ad un'uscita o comunque non sono mai andate a letto così presto, ma non voglio essere maligna e voglio credere che non sia una scusa. <<Ci dispiace tanto Anna, sarà per la prossima volta>> mi salutano baciandomi entrambe le guance e dopo di che se ne vanno. Sono di nuovo sola. Sono appena le dieci di sera e non ho voglia di trascorrere la serata in camera, quindi decido di chiamare Luca.
<<Pronto>> risponde dopo un paio di squilli. <<Ciao>> lo saluto raggiante, <<Volevo sapere se ti andava di stare un po' insieme, le ragazze sono andate a letto, ma io non ho per niente sonno>>. Uno, due, tre secondi di silenzio. <<Purtroppo non posso...sono sempre in studio e ho un sacco di cose da fare. Sono davvero stanco e quando ho finito vorrei andare a dormire>> risponde frettolosamente, mentre il mio sorriso si spegne lentamente. Sono così stufa di tutti questi no, sono così stanca di essere sempre da sola. <<Ok, buonanotte>> dico e attacco. Mi appoggio al muro e respiro profondamente. Non era mai successo che gli rispondessi in modo così freddo, ma non ne posso più. Il telefono però vibra nelle mie mani e leggo il suo nome sul display, rispondo. <<Pronto>>. <<Non mi attaccare mai più il telefono in faccia, mi hai capito?!>>, il suo tono gelido e tagliente. <<Certo scusami>> ed ecco di nuovo tutta la mia insicurezza che torna a galla. <<Perfetto, ciao>> e adesso attacca lui. Lascio andare le gambe che si piegano fino a che non mi siedo per terra, porto la testa indietro e cerco di tranquillizzarmi. Vorrei solo che fosse tutto più facile. Perché è così dannatamente difficile? Perché non ho nessuno con cui poter parlare tranquillamente? E proprio mentre me lo chiedo mi viene in mente Simon. Chissà cosa starà facendo...
Entro su Facebook e lo vado a cercare, ha fatto una storia, la vado a vedere. È con i suoi amici, non so dove, sembra un locale. Vorrei andare anch'io, ma non vorrei sembrare invadente e comunque cosa direi a mia madre? A Luca?
In realtà al mio fidanzato non potrei dire proprio niente, tanto non verrebbe a saperlo, mentre a mia madre potrei dire che sono uscita con le ragazze. Mi porto una mano sulla faccia, non posso credere di star pensando davvero a questo. Non posso farlo, non devo. Mi alzo in piedi e cammino verso camera mia, entro e mi siedo davanti al mio specchio. Perché non mi sveglio un po'?
Perché non ho un briciolo di carattere?
E poi ripenso ai miei ventitre anni e al fatto che tra qualche mese molto probabilmente diventerò come mia madre, ripenso anche che sicuramente non potrò più vedere Simon e che comunque lui ha una ragazza e non faccio niente di male. Prendo il cellulare e lo chiamo. Sì, ci siamo scambiati i numeri, ma l'ho salvato sotto un altro nome. Summer. Non so perché, ma è la prima cosa che mi è venuta in mente. È la prima volta che lo chiamo e ho paura di risultare davvero troppo invadente, ma ormai la chiamata è partita. <<Anna!>> esclama sorpreso. <<Ciao Simon, scusami se ti chiamo...>> sono in imbarazzo, forse un po' troppo. <<Ma che scusa! Sono felice che tu l'abbia fatto. Tutto ok?>> dice e subito un sorriso si allarga sul mio viso. <<Si, si. Volevo solo sapere dove eravate e se potevo raggiungervi>>. <<Davvero?! Pensavo tu avessi impegni stasera!>> risponde e mi tornano in mente i messaggi di ieri sera. <<Ero con le mie amiche, ma sono andate a dormire...>>. <<Quindi mi stai usando come ripiego?>> chiede e sento gelarmi il sangue. Ho sbagliato a chiamarlo, ho sbagliato di grosso. Non so che dire. <<Anna stavo scherzando!>> ride come fa sempre e io rimango ancora immobile. Non so come faccia ad essere sempre così allegro e spensierato, ma lo invidio. <<Certo che ci puoi raggiungere, ti mando l'indirizzo>> aggiunge e dopo aver attacco me lo invia per messaggio.
Mi guardo un'ultima volta allo specchio chiedendomi se questo sia un look giusto per quel locale, ma non conoscendolo minimamente mi rassegno e scendo a chiamare un taxi che non tarda ad arrivare. Dopo poco arrivo a destinazione. Ho il cuore che va a mille quando passo l'entrata e tutti gli occhi sono su di me. Ho le palpitazioni quando mi rendo conto che sono l'unica con dei tacchi. Ho gli occhi sgranati quando mi rendo conto di essere venuta da sola in un pub mentendo a tutti. Non so davvero cosa mi passi per la testa ultimamente, ma adesso l'unica cosa che vorrei fare è tornare indietro.
<<Anna!>> grida una voce e poi vedo sventolare una mano, la sua. Mi faccio spazio tra la folla e mi avvicino. <<Wow, sei elegantissima>> commenta sorridendo. <<Si, forse un po' troppo>> rispondo imbarazzata. <<L'eleganza non è per tutti>> mi fa un occhiolino Math, uno dei ragazzi dell'altra volta e io gli sorrido. Saluto anche Chad quando torna con delle birre. Janet non c'è. Il locale è stravolto di gente, ma ora che sono seduta mi sento un pochino più a mio agio. <<Vuoi qualcosa da bere?>> mi chiede Simon, ma rifiuto. Non sono abituata a bere, anzi penso di aver bevuto solo champagne alle feste di famiglia. <<Dov'è Janet?>> chiedo curiosa e di nuovo mi domando il perché io lo sia così tanto con lui. <<Aveva da fare>> risponde vago portandosi una birra alla bocca. I miei occhi lo seguono attentamente, forse un po' troppo. Sembra una scena a rallentatore, del tipo pubblicità d'estate con le goccioline di sudore che scendono dalla faccia. Oddio, sto perdendo la testa. <<Ragazzi, dovremmo raggiungere Ricky>> dice uno dei due ragazzi di fronte a noi. <<Perché?>> chiede Simon distogliendo la mia stupida fantasia. <<È andato all'apertura di un nuovo locale in centro e guardate un po' quante pollastre ci sono>>, allunga il braccio per farci vedere una storia di Instagram dove si vedono delle ragazze ballare su un cubo. Simon ride e la mia attenzione ricade di nuovo su di lui, fino a quando un top luccicoso attira la mia attenzione sul display del telefono. Lo afferro per vedere più da vicino e le riconosco. Sono Alis e Ivon.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 09, 2019 ⏰

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