La ragazza camminava in mezzo alla strada innevata e deserta. Come al solito con questo tempo la gente preferiva rintanarsi in casa e guardare la televisione, piuttosto che uscire fuori con quel gelo.
Era un freddo inverno, poche volte Kreya ricordava di aver vissuto un tale clima gelido nella sua cittadina dimenticata da Dio. Ma andava bene così anzi, anche meglio.
Kreya era una ragazza molto magra con capelli neri corvini e occhi azzurri, strana combinazione. Amava vestirsi in stile gotico, indossando bracciali borchiati, collarini con vari pendoli come un gatto nero o una pietra nera che non aveva mai capito cosa fosse, ma mai portava pentacoli. Per quanto i suoi coetanei la deridessero per il suo stile gotico ma senza pentacoli, Kreya era una persona molto devota a dio e sapeva che il suo signore non giudicava qualcuno per il suo aspetto ma per il comportamento e comunque preferiva non indossare simboli religiosi sia suoi che di altri culti per rispetto altrui.
In casa andava tutto bene, aveva una famiglia stupenda: una madre comprensiva che le dava libertà a patto che i suoi risultati scolastici fossero alti, un padre che comunque la sosteneva nelle sue passioni, sempre nei limiti sociali.
Cosa poteva andare storto?
Kreya aveva 17 anni. Era comunque un lupo solitario ed essendo molto timida non riusciva a legare con nessuno in modo profondo a scuola e quindi subiva molti scherzi, non tanto per il suo aspetto, ormai pochi ne facevano caso, ma perché non parlava mai, tranne durante le interrogazioni e anche in quei casi solo le persone sedute in prima fila riuscivano a malapena a sentire la flebile voce della ragazza.
La ragazza comunque sapeva che era una bella ragazza, la sua lunga chioma andava in contrasto con la sua pelle pallida, vestiti la maggior parte del tempo attillati, non tanto da mostrare il suo corpo scoperto, anzi, ma in modo da risaltare le sue curve.
Erano mesi che dei bulletti di scuola più grandi di lei le urlavano insulti e cose molto volgari a cui lei monte volte nono faceva caso, ma un giorno fu diverso, fu trascinata di peso e portata in bagno, non riuscì a ribellarsi in nessun modo e successe cosa successe.
Kreya paralizzata piena di paura, però non ne ebbe coraggio a dirlo a qualcuno, era troppo riservato, privato per lei. Era una cosa orribile che nono avrebbe augurato a nessuno.
Continuava a passeggiare per quella città deserta coperta da una giacca lunga nera che la copriva completamente e come scarpe indossava dei tacchi invernali antiscivolo gotici come anche la giacca. Le piaceva il vento che le arrivava in faccia trasportando i fiocchi di neve che si scioglievano appena entravano a contatto con la pelle della ragazza.
Si fermò davanti all'unico centro commerciale della città fatto di una decina di piani, ormai era sera tardi e stava per chiudere.
Respirò profondamente ed entrò sgusciando tra le scale di emergenza arrivando fino in cima di quel palazzo. Guardò in basso, si stava affacciando sul retro del locale, dove c'erano bidoni di immondizia e vetri che probabilmente facevano parte di qualche vetrina.
Kreya prese un respiro profondo.
-Perdonami mio signore.-
Si buttò giù mentre guardava il grigio cielo mentre sentiva i morbidi fiocchi aderire al suo volto.
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Scalata In Paradiso
FantasyKreya, a causa di un episodio molto pesante decide di togliersi la vita, trovandosi a dover superare delle prove per poter entrare in paradiso con l'aiuto di un angelo che si scoprirà essere qualcosa di più... riuscirà la ragazza ad accedere al par...