Kreya aprì gli occhi e la prima cosa che vide era un soffitto bianco. Non riusciva a muoversi, non sapeva dove si trova, ricordava solo il cielo grigio da cui cadeva la neve.
Non sentiva freddo o caldo, non sentiva nulla dal suo corpo, solo leggerezza... strana sensazione per un corpo umano.
Provò a sedersi e capì che prima era stata distesa in un letto di un colore bianco candido, come anche l'intera stanza che la circondava. Una stanza molto spoglia con quel letto, un comodino al lato destro della ragazza, un lavabo davanti a lei senza uno specchio e accanto a quest'ultimo e una porta sempre di quel bianco quasi opprimente.
Provò ad alzarsi da quel letto quasi a fatica e notò che indossava una vestaglia bianca che le arrivava quasi fino alle caviglie, strano per il suo stile in quanto comunque preferiva vestirsi di nero.
Camminò a fatica fino alla porta, non capiva il motivo ma a un minimo sforzo sentiva le sue forse andarsene, come se avesse ai polsi e alle caviglie dei pesi rafforzati. Arrivò a quella candida porta con il fiatone, voleva capire dov'era, anche se immaginava che era in un ospedale... molto strano da come se ne ricordava uno e ora che ci faceva caso in quella stanza non c'era nemmeno una finestra, strana come cosa.
Aprì la porta a fatica e trovò un lungo corridoio bianco, perfino il pavimento era bianco e questa cosa le metteva molta ansia.
-Dovresti essere a letto Kreya- disse una voce maschile.
La ragazza sobbalzò, non aveva notato quella figura davanti a sé e per poco non finì a terra per lo spavento che la prese delicatamente dietro la schiena prima che cadesse.
-Scusami, non volevo spaventarti- disse il ragazzo sorridente.
Kreya lo osservò un po' confusa, aveva i suoi stessi occhi azzurro color ghiaccio con capelli rosso fuoco mentre notò una cosa curiosa, dietro di lui si stagliavano delle ali bianche.
-T-Tu...- disse la ragazza in modo molto semplice, quasi impercettibile.
-Si Kreya, sono un angelo. Ti trovi dentro il limbo delle anime suicide, sei una delle poche anime umane che possono trovarsi qui- disse il ragazzo dolcemente.
Senza aggiungere altro la prese tra le sue braccia e la riadagiò il quel candido letto.
Lei era sotto shock, alla fine lo aveva fatto.
-Allora Kreya... morta di suicidio. Beh come ti ho detto benvenuta del limbo delle anime suicide, io sarò il tuo angelo guida, ti aiuterò a superare delle prove per poi entrare nel paradiso. Mi chiamo Marel e sono pronto ad aiutarti in ogni modo che rientri nelle mie facoltà. Non temere, se fallirai delle prove potrai rifarle fino a quando non le avrai superate e per te non c'è nessun rischio di andare all'inferno in quanto tu comunque sei ocnsiderata un'anima candida, ma per il tuo gesto folle sei finita qui. Tutto chiaro?- chiese l'angelo sorridendo.
Kraya annuì confusa ma allo stesso tempo fin troppo tranquilla, stava prendendo la situazione con fin troppa filosofia, come se lei se lo fosse aspettato.
-Molto bene Kreya- disse Marel con un grande sorriso cordiale.
-Allora riposati un paio di ore. Tra qualche ora tornerò per iniziare il tuo percorso per raggiungere il paradiso. A dopo- disse l'angelo alzandosi e uscendo.
Kreya si distese di nuovo a letto guardando il soffitto non sapendo a cosa pensare.
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Scalata In Paradiso
FantasyKreya, a causa di un episodio molto pesante decide di togliersi la vita, trovandosi a dover superare delle prove per poter entrare in paradiso con l'aiuto di un angelo che si scoprirà essere qualcosa di più... riuscirà la ragazza ad accedere al par...