Il giorno dopo mi trovai nella palestra a guardare un ragazzo ben piazzato e dai capelli castani che muoveva un grosso oggetto di pietra cercando di colpire i suoi compagni.
Mattia correva attraverso esse cercando di schivarle mentre il piccolo Charly appariva e spariva per non farsi colpire dal ragazzo, una terza ragazza che non ricordai di aver mai visto, provava a colpire le enormi pietre usando getti d'acqua e facendole deviare.
-A destra.
Quella meravigliosa esibizione veniva interrotta da una Emy tranquillamemte seduta al lato della scena che doveva aiutare a prevenire le mosse del ragazzo della terra per aiutare i tre giovani eroi.
-Allora sei pronta?
Albert la guardò sorridendo.
-Pronta per cosa?
Risposi incuriosita.
-Per la tua seconda lezione.
Ribatté il ragazzo come se fosse una cosa ovvia.
-Sinistra.
Emy urlò un'altro ordine.
E quando il piccolo Charly si buttò sulla sinistra una pietra stava per colpirlo in pieno. Mattia lo sposto bruscamente e la sfera colpì lui con un impatto tale da buttarlo a terra senza fiato.
-Mattia.
Le pietre caddero a terra decretando la fine degli allenamenti.
Sentii formicolare la vista e una stretta allo stomaco.
Albert mi appoggiò una mano sulla spalla.
-Non temere, non è la prima volta che accade.
Provò a consolarmi sussurando all'orecchio.
-Allora perché mi fa così male?
Chiesi mentre cercavo di trovare un punto fisso per smettere di tremare.
- Non ci si abitua subito al dolore, devi solo allenarti.
Sentii la sua stretta più forte in un gesto confuso di affetto.
La mia vista appanatta mi faceva intravedere un Mattia che si alzava traballante con il sostegno del ragazzo più forte, Charly li stava accanto preoccupato e cercando di tirarli su il morale, anche se sembrava che non ne avesse bisogno. Dato che da una smorfia di dolore all'altra continuava a sorridere e darli qualche pacca sulla spalla.
Emy si era avvicinata per vedere come stava e quando vide che non era nulla di grave tirò un sospiro di sollievo prima di urlarli dietro per la sua impulsività.
La ragazza dell'acqua si era avvicinata al gruppo e iniziò a parlare animamente con la ragazza mentre il trio spariva in infermeria.
La vista migliorò mano a mano che il gruppo spariva e l'artiglio allo stomaco si allentava ogni volta che vedevo i due eroi sorridere.
Ma le due ragazze continuavano a discutere.
-Cosa sta succedendo ?
Chiesi puntando il mio sguardo al duo.
-Non la senti la rabbia? Emy ha dato dell'impulsivo a Mattia...
Rispose Albert puntando il suo sguardo freddo alle due ragazze.
-Ma avrebbe colpito Charly se non avesse fatto nulla.
Risposi capendo l'ira della seconda ragazza.
-Appunto, È quello che sta dicendo anche Lisa. Ma Emy dice che ci potevano essere altri mille modi per salvare entrambi senza che uno finisca in infermeria.
Restai confusa dalla risposta del ragazzo. Eppure non riuscì a dare torto a Mattia. Aveva preferito farsi colpire da una pietra senza restare troppo a pensare alle conseguenze.
-Vedi, i supereroi devono capire quand'è il momento di sacrificarsi e quando no. Il mondo può darti un sacco di opportunita per capirlo. Ma questa volta Mattia si è solo beccato una botta. Ma cosa sarebbe successo se quella sfera fosse stata affilata, e se fosse stata un proiettile?
-Mattia avrebbe trovato un'altra possibilità.
Risposi titubante.
-Ne sei davvero sicura?
Aprì la bocca per risponderli ma niente né fuoriuscì.
-Non dovreste iniziare gli allenamenti voi due?
Una figura termino la nostra conversazione.
Quando mi voltai una figura dai capelli blu famigliare ci guardava torvo, anche se sembrava che quello sguardo fosse più dirizzato al ragazzo accanto a me.
-Ciao Lucas.
Rispose Albert sorridendo come gesto di sfida al suo sguardo.
-Allora Albert non ti sembra di aver già perso tempo?
Il suo sguardo tagliente si scaraventò sullo sguardo ghiacciato di Albert che si sciolse velocemente.
-Su via Lucas, non credi di stare esagerando?
Una ragazza dai capelli rossi comparve da dietro le sue spalle scaldando l'ambiente. E fu in quel momento che ricordai dove li avevo già visti.
-Vlam.
Dissi di colpo, la ragazza mi guardo sorridendo, ora che ce l'avevo difronte vidi che il suo corpo minuto era coperto di cicatrici.
Ma lei continuò a sorridere come aveva fatto all'incontro che avevamo avuto con Hanna e i quattro.
-Sono felice che tu ti ricordi di me Lucy.
-Dove sono Nives e Ruhi?
Chiese Albert vedendo che anche lo sguardo di Lucas si era sciolto con l'arrivo della ragazza.
-In giro, non temere.
Rispose decisa lei.
-Quindi cosa avete intenzione di fare?
Chiese ritornando serio Lucas.
-Di allenarci mio capitano.
Rispose Albert acido.
-Certi comportamenti me li aspetto da Mattia, non da te.
Rispose secco Lucas.
-Ragazzi, basta.
Per quanto fosse possibile la voce di Vlam divenne tagliente e fredda e il suo sguardo, puntato su i due rivali, sarebbe stato capace di bruciarli vivi.
-Iniziamo gli allenamenti allora, vieni Lucy.
Albert si volse velocemente e mi prese per un braccio trascinandomi in una zona a se della palestra.
Per un attimo pensai che il duo appena lasciato fosse rimasto nella stessa posizione ma quando mi voltai erano entrambi spariti.
-Non badare a loro.
Disse Albert con tono duro.
-Bene allora iniziamo con...
Il ragazzo non riuscì a terminare la frase perché poco dopo il gruppo che si stava allenando ritornò senza la presenza di Mattia e del dominatore della terra.
Il trio si avvicinò a noi e Albert li guardò, in un primo momento mi parve scocciato ma appena Emy li sorrise il suo sguardo mutò.
-Vi volevate allenare sul nostro campo per caso?
Disse Emy facendo schioccare la lingua.
-Vostro? Ormai è nostro.
Decretò Albert con sguardo di sfida.
Sentii una scossa per il piccolo campo quando Albert e Emy si guardarono e lei fecce un passo verso di lui.
La ragazza dai capelli castani che poco prima avevo visto padroneggiare l'acqua con tanta eleganza si mosse sinuosamente fra i due evitando una collisione.
-Su via ragazzi, possiamo allenarci entrambi su questo campo.
In fondo prima o poi dovremmo combattere insieme.
La ragazza sorrise e aprì le mani con uno scatto verso i due.
-Non obbligatemi a fermarmi con la forza.
Disse fredda ma senza perdere il suo sorriso.
-Ok Lisa, ma abbassa quelle.
Emy le indico le mani e delicatamente Lisa le abbassò.
-Hai tanto paura di una dominatrice dell'acqua Emy...
-Albert taci, non sei meglio.
Il trio si zitti quando colpi di tosse presero il piccolo Charly.
In poco tempo vidi la figura del bambino tremolare e svanire per poi tornare com'era sorridendo e senza nessun affanno.
-Tutto bene Charly?
Lisa si avvicinò a lui e arrivo alla sua altezza dovendo piegare leggermente le ginocchiata.
-Sai come sto. E sto alla grande.
Decretò il bambino guardandola come se la ragazza le avesse appena fatto un torto.
-Certo che stai bene.
Lisa li sorriso e ritornò alla sua altezza normale che notai non fosse molto alta.
-Ci alleniamo tutti insieme.
Decretò la ragazza guardando i suoi compagni cercando qualcuno che avesse qualcosa da dire. Ma nessuno ribatté.Due ore dopo ci trovammo sfiniti e zuppi di sudore e dell'acqua che Lisa ci continuava a lanciare dietro.
Ci sedemmo su di una panchina guardando altri ragazzi che si allenavano.
Una ragazza scomparve in una nuvola
Nera mentre Iris tentava di colpirla con oggetti metallici, ogni volta che un oggetto mirava il bersaglio la ragazza si preoccupava per la sua compagnia che rispondeva con una smorfia sorridendo e in poco tempo la buttava a terra.
Il ragazzo dagli occhi di gatto che avevo intravisto poche volte in cucina divvenne una tigre e poi una lince mentre si allenava con un ragazzo che muoveva liquidi violacei.
Rimasi distratta a fissare i vari movimenti dei ragazzi nella stanza quando una piccola mano mi chiamò tirandomi una manica.
-Lucy a te piacciono i supereroi?
Charly mi guardava con occhi stanchi e lucidi mentre le mani tremanti tenevano stretta una copia di Wolverine.
-Si certo, a chi non piacciono i supereroi?
Risposi sorridendo.
-Ad Albert. Ma mi ha detto di non dirlo in giro.
Per un attimo rimasi stupita dalla sua risposta e guardai il ragazzo che fissava un punto indistinto fra le sue scarpe.
-Allora resterà un segreto fra noi.
Charly mi sorrise come solo i bambini sapevano fare e un'altro attacco di tosse lo colpì.
Vidi la sua immagine sbiadire di nuovo e quando provai a metterli una mano sulla spalla tremate anch'essa sparì. Spaventata la ritrassi guardando la mia mano tornate visibile.
Quando gli spasmi di tosse smisero di colpire il bambino notai che il suo fumetto le era caduto dalle mani stanche e tremanti.
Lo raccolsi e le lo diedi notando che sul suo viso si era formato un sorriso stanco.
-Grazie. Sai Lucy, Wolverine è il mio preferito. Mamma diceva che mio papà era come lui... Ma senza l'importalità.
Quella notizia mi diede una morsa al cuore mutando la paura di poco prima in pena.
Non riuscì a dirli niente.
-Sai Lucy, tu mi stai simpatica, si. Appena esco da casa ti faccio conoscere a mamma. Magari incontro anche i miei amici.
Il bambino non mollo il suo sorriso e io dissi che non mi sarebbe dispiaciuto affatto conoscerli.
Quando la pausa terminò ci allennammo ancora e ancora poi ogniuno prese la strada per la propria stanza andando a lavarsi e preparare per la sera. Alcuni passarono a salutare Mattia e vidi Lisa che parlava al ragazzo che l'aveva colpito come avrebbe fatto una madre ad un figlio, per poi vederli abbracciati come due fratelli.
La cena passò velocemente e quale notte crollai sul letto esausta in un sogno senza sogni.
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Non volevo essere un supereroe
FantasyLucy ha solo 17 anni quando si trova nel luogo che avrebbe segnato il deragliamento della sua vita. Crede che continuerà a vivere una vita normale e felice. Eppure non sa che qualcosa di oscuro si trova dentro di lei, poteri che non credeva reali...