All I Want for Christmas is You

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00:00; sabato
Mia madre ci chiese di restare. Passammo quindi in hotel a prendere il cambio e tornammo da lei.
"Buon Natale, amore mio."
Lo baciai.
"A te."
Mi rispose. Poi aggiunsi, eccitata:
"Allora, il mio regalo???"
"Dovrai aspettare..."
Mi rispose, un sorrisetto di sfida sulla faccia. Controbattei:
"Ma... È Natale!"
"Mi dispiace, ma li apriremo tutti insieme, i regali."
Insistetti asserendo:
"Decido io se aprire il mio regalo ora o dopo, con i miei parenti."
Scoppiò a ridere e io, imbronciata, gli chiesi:
"Cosa c'è di così divertente, scusa?!"
"Sai, potrai essere intelligente quanto vuoi, ma si vede proprio che sei una ventenne..."
Gli diedi un leggero schiaffo sul braccio.
"Hey, per la cronaca, ne ho diciannove!"
Alzò le mani in segno di resa, sempre continuando a ridere.
"Sfottimi quanto ti pare..."
E gli feci il medio.
"Però, ha veramente una bella casa tua madre."
Commentò, camminando per il salone che avevamo improvvisato a camera da letto. Mura bianche, faretti al posto dei lampadari e pavimento in marmo. Appena entrati, ci si trovava di fronte a un mobile con dei piccoli riquadri e a destra al tavolo grande nero che affacciava sul banco della cucina aperto, molto American style, alla sua sinistra il salone continuava con un divano letto a sinistra ed una porta che dava sul corridoio a destra, di fronte al divano c'era una grande TV con alla sua sinistra due vetrine da collezione. Continuando, il tira graffi della gatta di mia madre che affacciava su una grande portafinestra che occupava tutto il muro, a sinistra una scrivania con un computer e a destra un ripiano con DVD e giochi di società. Mia madre aveva spostato su quest'ultimo ripiano le cose che avevo lasciato, dato che nella mia camera, c'era ora il mio fratellino, Flavio: un ripiano era dedicato ai Thirty Seconds to Mars: tutti gli album, disegni che avevo fatto, merchandise e tutti i film di Jared e Shannon. Jared si soffermò proprio su quest'ultimo.
"Lonely Hearts..."
Disse, prendendo in mano il DVD. Ne prese poi un altro:
"The Last of The High Kings..."
Un altro ancora:
"Fight Club..."
Lo rimise a posto e chiese, quasi sconcertato:
"Li hai seriamente tutti?!"
"Esatto!"
Gli risposi, fiera.
"No, non ci cred-"
Non fece in tempo a terminare la frase che si fissò ad osservare un altro film ed esclamò:
"Basil... Ma è introvabile!"
Si girò a guardarmi. In risposta, gli feci l'occhiolino.
"Non ci credo..."
Ammise, con un risolino.
"Credici!"
Asserii io, facendo spallucce.
Prese un pennarello indelebile nero, dalla scrivania alle sue spalle, e scrisse su uno dei miei disegni:
"Non so se provare ammirazione o sgomento in questo momento... Ma ti amo comunque.
Tuo, Jared."
E mise la sua firma, con sotto la data. Adocchiò una maglietta e la prese:
"Li hai fatti tu?"
Chiese, rivolgendosi ai disegni sopra.
"Sì. Molto belli, vero? Avevo sedic'anni..."
Gli risposi, in balia dei ricordi.
"Sono tutti i miei tatuaggi..."
Commentò, sorridendomi calorosamente.
"Sono bellissimi!"
Aggiunse.
"Grazie tante."
Gli risposi, facendogli l'occhiolino.
"Non sottovalutarti. Io ho studiato anche arte, ma tu sei meglio di me, ragazzina."
Si leccò le labbra e fece un sorrisetto, marcando l'ultima parola, era cosciente della provocazione che mi aveva appena lanciato. Distolse lo sguardo da me per rivolgerlo al mobile di fronte a lui, ancora con lo stesso sorrisetto. Lo guardai torva, chinando la testa di lato.
"Non chiamarmi "ragazzina"..."
Asserii.
"Ti dà fastidio?"
E girò di nuovo lo sguardo verso di me.
"Domanda retorica."
Il mio subconscio. Domanda retorica: aveva ragione.
"Domanda retorica."
Gli risposi. Rise.
"Che mi faresti se ti ci chiamassi...?"
Mi chiese, ridendo ancora.
"Ma insomma Jared, ci vuoi arrivare o no al pranzo oggi?!"
Scoppiò in una fragorosa risata. Lo ammonii:
"Sssh Jared, di là dormono!"
"Oh già, scusa... Mi sono dimenticato che non hai i muri a blocco acustico."
E fece spallucce.
"Scusi se non sono ricca come lei, signor Leto."
"Scuse accettate."
Mi rispose, rivolgendomi un sorriso smagliante. Prima di andare a dormire, decisi di mandare un messaggio ad Irene:
"Da: Sara
A: Irene
Auguri, amore.
Come sta Alaska?"
La mora mi rispose subito:
"Da: Irene
A: Sara
Sta bene, è solo arrabbiato che lo lasci sempre da solo.
Auguri anche a te, ti amo."
"Da: Sara
A: Irene
Lo so, mi dispiace! 🥹😭
Ti amo anche io.
Che stai facendo?"
"Da: Irene
A: Sara
Io e Chris stiamo chillando nella tua stanza in attesa dell'ora di cena, ascoltando K-Pop e mangiando le tue schifezze. Tu?"
"Da: Sara
A: Irene
Non finitemi tutto, vi uccido!
Io vado a dormire, che qui, invece, è mezzanotte inoltrata. Buonanotte, amore."
"Da: Irene
A: Sara
E invece ti finiremo tutto. È la mia ricompensa per guardarti Alaska mentre tu te la godi in Italia (e non solo in questa occasione). 😁
Buonanotte, amore."
Risi e spensi il telefono. Io e Jared ci stendemmo sul divano letto e ci mettemmo a dormire.

09:00; sabato
Suonò la sveglia. Aprii gli occhi per spegnerla e vidi Jared che era seduto sul bordo del divano letto che stava giocando con la PS4 di Flavio, a GTA 5 online.
"Amore, che stai facendo?"
Gli chiesi, stropicciandomi gli occhi.
"Sto giocando."
Mi rispose il biondo, senza staccare gli occhi dallo schermo colorato.
"Ma fai schifo alla play..."
"Ma tu fai schifo!"
Asserì lui, irritato.
"Ma va', va'...  E poi, hai chiesto il permesso a Flavio?"
"No, scusa. Ora glielo chiedo, tanto sono tutti svegli, sei tu l'unica che sta ancora dormendo."
Mi girai dall'altra parte, sbuffando.
Passati cinque minuti, sentii bussare alla porta.
"Ma posso dormire in pace io?!"
Sbottai.
"Dai, Sara..."
Mi ammonì Jared. Alla porta, era Flavio. Mi tirai su a sedere di malavoglia ed andai ad aprire. Ora, Jared chiese a Flavio:
"Flavio, sto giocando. Ti dà fastidio?"
"No Jared, tranquillo."
Gli rispose il mio fratellino, sorridendogli.

12:00
Mi preparai indossando gli stessi vestiti del giorno precedente. Poi, mentre mia madre ed il compagno erano impegnati in cucina, io, Jared e Flavio eravamo sul divano a guardare la TV. In quel momento, arrivarono gli altri.
"Ciao!"
Li salutai, dopo avergli aperto la porta.
"Che guardate?"
Chiese mio zio.
"Il Fuoco di Spade."
Gli risposi.
"Cioè?"
"I concorrenti devono costruire delle spade, i giudici le testano e vince chi ha la spada migliore."
"Meglio Il Trono di Spade..."
Intervenne mia zia, facendo l'occhiolino.
"Già visto. È la mia serie TV preferita!"
Le risposi, facendo spallucce.
"La mia è Life on Mars."
Si intromise Jared. Ridemmo tutti.
"Egocentrico..."
Commentai, facendo finta di tossire.
"Come pochi..."
Aggiunse poi mia zia. Jared, in risposta, alzò le mani.

16:00
"Mamma..."
Urlai dal tavolo, lei era in cucina. Avevamo finito da poco di pranzare e stavamo giocando.
"Che vuoi?"
Mi rispose lei, guardinga.
"Quando li apriamo i regali?"
"'Sta sera, prima che tutti se ne vadano."
Sbuffai.
"Che palle..."
Mia zia mi ammonì:
"Linguaggio... Ci sono dei bambini, e anche tu sei una bambina."
Jared si strozzò con il torrone fondente che stava mangiando per il ridere, portandosi la mano libera alla bocca per educazione. Guardai torva prima Jared, che si ricompose sulla sedia e si fece serio, e poi mia zia, che mi guardò più torva di me, quindi in quel momento fui io a farmi seria, ricomponendomi anch'io sulla mia sedia. La castana rilassò lo sguardo e fece un sorrisetto compiaciuto. Si unì finalmente anche mia madre e continuammo quindi a giocare, fino a sera.

21:00
Cominciammo l'ennesimo giro di tombola. Il tabellone era tenuto dalla mia prozia:
"29."
"Tombola!"
Urlò mia madre al primo numero, facendo sbuffare alcuni e ridere altri; io ovviamente facevo parte di coloro che avevano sbuffato.
"Neanche abbiamo iniziato a giocare e già hai fatto tombola?"
Ironizzò Jared, che, probabilmente per essere educato, rise.
"Sssh, continuano a giocare!"
Rispose mia madre.
"46."
"Ambo! No scusate, non è vero."
Urlò mia madre, ottenendo le stesse reazioni di prima.
"Mamma..."
La rimproverai. Andammo avanti:
"89."
"Che cartellina di merda..."
Commentò Jared, sbuffando.
"Ma abbiamo iniziato ora! Abbi fede!"
Gli risposi, ridendo. Mia zia commentò, ridacchiando:
""Faith is all we need" e poi ti lamenti per tre numeri di Tombola?"
Risi. Jared alzò gli occhi al cielo, ma non rispose.
L'ambo ed il terno erano stati conseguiti dal compagno di mia madre, la quaterna da mia zia e la cinquina da mio zio.
"Tombola!"
Urlai io, alla fine. Diedi la cartellina alla mia prozia che la controllò.
"Touché..."
Mi disse, restituendomela.
"Non ho fatto niente! Non gioco più..."
Asserì il mio ragazzo, sbuffando. Feci una foto di nascosto alla sua espressione incazzata e la postai, a sua insaputa.
"Happy Christmas!"
Pensai, ridendomela sotto i baffi.
"Aspetta che lo scopra... Ridi finché puoi..."
Asserì il mio subconscio, ma lo ignorai.
"Amore, hai fatto tombola quattro volte oggi, più vari ambo, terno, quaterna e cinquina... Di che ti lamenti, scusa?!"
Mi rivolsi al mio ragazzo, alzando gli occhi al cielo. Lui, in tutta risposta, mi fece il medio.
Continuammo a giocare, finché non si fecero le 22.

22:00
"È arrivato il momento dei regali!!!"
Esclamò mia madre. A quelle parole, scattai come una molla.
"Finalmente!"
Dissi, contenta esattamente come una bambina a Natale!
Mia madre mi aveva regalato dei soldi, così come la mia prozia col compagno, mio zio e la parte di mia zia. Ora, era arrivato il momento di aprire il tanto atteso regalo di Jared. Lo scartai, attenta ma fremente. Era un bracciale Pandora con ciondoli personalizzati, che raffiguravano: una J attaccata ad una S (Jared e Sara), una videocamera (il cinema), un microfono attaccato alla Circular Triade (simbolo principale di 30STM), uno skyline di New York (la città in cui ci eravamo conosciuti) ed uno skyline di Malibù (il nostro primo viaggio). Lo abbracciai fortissimo.
"Oh amore, è stupendo! Grazie!"
E lo baciai. Lui ricambiò il bacio e, poi, mi disse, con un sorrisetto furbo:
"Non è tutto..."
Non capii, quindi aggiunse:
"Guarda meglio..."

You & Me || Jared LetoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora