4. Family

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"Kira Hiroto. Sono il padre adottivo del piccolo Maki-chan"

Lo sguardo che Kirino rivolse all'uomo, era paragonabile di quello di una qualsiasi persona davanti ad un'apparizione divina. Ci mancò poco che si mettesse a sbavare prendendo la mano che l'uomo dai capelli rossi gli aveva offerto. Kariya sembrava invece sul punto di sbranare vivi quelli che Kirino aveva intuito fossero i suoi genitori adottivi. Era una bella cosa che avessero invitato un suo compagno di scuola in casa loro, ma sapeva come sarebbe andata a finire nel giro di pochi minuti: avrebbero prima iniziato a parlottare della scuola in generale, poi il soggetto sarebbe diventato lui, e dalle semplici parole sarebbero passati alle sue figuracce e alle imbarazzantissime foto di quando era un bebè. E ci sarebbero arrivati se non avesse cambiato argomento in tempo, trascinando Kirino nella sua camera.

"Credi che lo stessimo mettendo in imbarazzo, Hiroto?" Chiese Midorikawa preoccupato.
L'uomo dai capelli cremisi scosse la testa divertito mentre avvolgeva un braccio intorno alla vita dell'altro.

"Conosci tuo figlio, Ryuji. Ci parla di quel ragazzo dal giorno zero, è normale che si comporti così. Perché non prepariamo la cena solo io e te?"

Intanto Ranmaru e Masaki erano seduti sul letto di quest'ultimo, e mentre uno cercava un pretesto per una chiacchierata, l'altro stava spostando lo sguardo da un lato all'altro della stanza: le pareti erano molto chiare, di un verde acqua quasi sbiadito. Il letto queen size aveva lenzuola bianche e un piumone blu navy, e i mobili erano di legno chiarissimo, quasi bianco. Attaccata ad una gruccia nell'armadio aperto, spuntava la divisa della Raimon, la sua vecchia squadra. Il ragazzo dai codini rosa sorrise nel ricordare i tempi in cui rincorrevano il pallone bianco e nero senza preoccuparsi di nulla. Ranmaru sorrise al ricordo di un Kariya Masaki quattordicenne che lo faceva dannare ventiquattro ore su ventiquattro. Ora che ci pensava, si era dato una calmata, sembrava addirittura più serio, cosa che lo fece preoccupare e non poco. Il ragazzo dai capelli turchesi lo squadrò stranito, visibilmente attratto da quello strano sorriso improvviso.

"Qualcosa ti diverte?"chiese quasi seccato.

"Sì, a dire il vero. Pensavo ai vecchi tempi, ecco tutto."

"Vecchi tempi? E a cosa di preciso?"

Kirino arrossì nel pronunciare le quattro parole che seguirono quella domanda.

"I tuoi scherzi, per esempio."

Kariya si tuffò sul letto e soffocò una risata in un cuscino.

"Mi divertivo un sacco. E voi ci cascavate sempre. Primo tra tutti Hikaru-kun!"

La domanda che seguì fece perdere il sorriso al numero quindici

"Dovevate essere molto intimi, se addirittura vi chiamavate per nome"

Kariya scosse la testa.

"È vero, eravamo amici stretti. Un giorno però, capitò che fossimo rimasti soli ad aspettare l'allenatore Endou, e lui..." prese a giocherellare con le dita senza nemmeno accorgersene, come faceva di solito quando era particolarmente nervoso.

"Beh, dopo quel giorno ci provammo. Lui era davvero una bravissima persona, ma io dovevo andare via. E non sapevo per quanto sarei stato lontano da qui. Abbiamo rotto dopo due mesi e mezzo."

Kirino si sentì un mostro. Per la terza volta in un giorno aveva fatto incupire una persona che non vedeva da anni.

"Mi dispiace, non volevo..."

"No, non dispiacerti. Non devi. Anche perchè non ne vedo il motivo."

"Era una domanda poco delicata. E non è stata l'unica volta oggi."

Fallen onto your net || Kariya Masaki x Kirino Ranmaru||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora