L'aria nei polmoni di Riccardo bruciava. Bruciava come i boschi nei mesi estivi, e lui non aveva la più pallida idea del motivo. Sentiva in lontananza, i suoni ovattati della vita che scorreva. Non ci capiva nulla, inutile dirlo. C'era quiete, era tutto dannatamente calmo e silenzioso, e bruciante. Poi ci fu un tonfo, uno di quelli orrendi, che svegliano tutti durante la notte. Shindou aprì gli occhi e vide le sue lacrime.
Lo avevano trovato appena in tempo per non farlo soffocare con la testa sotto l'acqua. Era bagnato fradicio e sdraiato sul divano con la testa confusa e piena di voci rimbombanti. Sonnolenza improvvisa, uno dei tanti effetti collaterali della compressa che aveva preso a stomaco vuoto appena arrivato a casa. Aveva come l'impressione costante di trovarsi abbracciato ad una nuvola ossuta di zucchero filato, roba da far girare le budella a tutti visto l'odore dolciastro, il che, era una gigantesca contraddizione. Dopo aver tossito tutta l'acqua, la sua gola sembrava cadere a pezzi, non riusviva ad aprire bene gli occhi.
Fece uno sforzo. Gemette, si strofinò a fatica le palpebre per poi tentare di sollevarle. Al terzo tentativo, le pupille appannate confermarono la tesi della nuvola di zucchero filato; si stagliava davanti a lui una morbida distesa, in fila, rosa, bianca e acquamarina. Sorrise e si sdraiò, era nel Regno dello Zucchero Filato! Che bello!"Apri gli occhi, Shindou!"
Da quando lo zucchero filato parla?
Si tirò a sedere e sbattè le palpebre un paio di volte."Io lo avrei lasciato soffocare, ma è solo una mia opinione"
Riconobbe quella voce in meno di un secondo. Kariya. Kariya Masaki era con lui nel Regno dello Zucchero Filato. Cercò di mettersi seduto per comprendere al meglio come farlo esiliare da quel posto magico, ma delle catene magiche lo trattenero. Non era colpa sua, tossì. Era colpa di Kariya, lui aveva distrutto la loro pace!
"S-signor Zucchero Filato! Posso spiegare!" urlò.
Qualcuno scoppiò in una fragorosa risata.
"Shh! Non è carino! Sicuramente ha la febbre, sta delirando."
"Questo è così al naturale, figuriamoci da malato."
Si girò a guardare le sue catene. Ibuki era lì, com'era bello vederlo. Ma non era da solo. Ranmaru era lì, ed era pallido come un fantasma.
Shindou tossì un paio di volte, si sistemò a sedere e cercò in tutti i modi di evitare il contatto visivo con il suo ex ragazzo, quasi preferiva la versione che gli offrivano i propri deliri.
Sperava che se ne andassero tutti, che lo lasciassero solo. Chiuse gli occhi e sospirò, poggiandosi al bracciolo del divano."Lasciamoli soli, dai" la voce di Kariya pareva essere una benedizione in quel momento.
"Pensi che sia una buona idea?" fece Ibuki grattandosi la testa.
"Penso che se non ci leviamo dal cazzo adesso, ci saranno gatte da pelare più grosse di questa in futuro."
Pensò che se ne stessero andando, che lo avrebbero lasciato con Munemasa. Si rilassò e sospirò di sollievo mentre qualcuno accanto a lui si muoveva.
Aprì un un'occhio, giusto in tempo per vedere una mano volargli in faccia e colpirlo abbastanza forte da fargli capire che non ce ne sarebbero state carezze, non in quel momento."Razza di babbeo, cosa ti dice il cervello?"
Shindou aprì gli occhi e guardò il suo interlocutore, ancora sorpreso che Ranmaru gli avesse dato una sberla tanto forte da cambiargli i connotati.
Gli stava anche per chiedere quale fosse l'occasione per cui se l'era meritata, ma si trattenne dopo aver visto il viso dell'altro cambiare colore."Che cosa credevi di ottenere facendo in quel modo? Credevi che forse non ti vedessimo con quell'aria mesta? Credevi che non ci fossimo accorti di te o cosa? Sei stato veramente pessimo e-"
"E così avete pensato di ignorarmi. Ma bravi! Per la cronaca non ho fatto niente! Mi sono addormentato mentre facevo il bagno."
"Ciò dimostra che salti a conclusioni affrettate e che hai ingoiato gli ultimi tre neuroni sani che ti rimanevano insieme a-"
"Ma che ti metti a dire?"
"Chiudi la bocca, razza di rubinetto a sensore di movimento attivo, adesso parlo io!"
Shindou Takuto non aveva mai visto l'altro ragazzo comportarsi così. Non sapeva se respingerlo e correre in un'altra stanza, non sapeva se starlo ad ascoltare. In un caso sarebbe morto, nell'altro forse no, ma in entrambi, sentiva di aver torto e il nodo che in genere si forma in gola a chi tiene il pianto, gli si era formato anche in testa, nello stomaco e nel bassoventre.
"È vero, sei stato uno stronzo di classe A, è vero, mi hai spezzato il cuore, mi hai fatto venire voglia di ammazzarti e ho pensato alle cose più brutte che abbia mai potuto anche solamente concepire, ma ciò non elide il nostro passato. Ti perdono, testa di cazzo, ti perdono."
Non sapeva se piangere, rispondere in modo sarcastico o sparire semplicemente. Forse era ciò che voleva sentirsi dire, forse era ciò che voleva. Ma se lo meritava? Chiuse gli occhi e inspirò, ingerendo aria di delusioni.
"Tu... perché non mi odii e basta?"
Kirino stava per sbattere la testa al muro.
"Ma allora sei deficiente... DILLO CHE LO SEI, PERCHÉ ALTRIMENTI NON SO COME DEFINIRTI!"
Shindou iniziò a ridere, non sapeva neanche perché. Forse per l'imbarazzo o forse, giusto per fare qualcosa.
"Avevo notato non stessi bene. Ma ti dileguavi ogni cazzo di volta in cui mi avvivinavo."
"È colpa di Kariya."
"ADESSO TI PICCHIO."
Shindou non rideva di gusto da molto evidentemente. O forse era solo Kirino a fargli quell'effetto. Lo guardò, arrossendo come una ragazzina prima di nascondersi la testa con le le braccia e mugugnare qualcosa.
"Che!?" chiese Ranmaru avvicinandosi.
A quel punto, Shindou alzò la testa. Non voleva rovinare il rapporto, né tagliare i ponti, quindi, perché comportarsi da idioti? Si schiarì la voce.
"Sai, ti stanno davvero bene."
"Eh? Cosa?"
"I-intendo... i capelli, ecco."
Imbarazzo. Imbarazzo totale. Kirino iniziò a toccarsi i capelli arrossendo.
"È stato ehm..."
"Kariya?"
"Ancora? No. Volevo dire, improvviso."
"Lo rimpiangi?"
Kirino scosse la testa in risposta, poi si avvicinò, piano come per un momento tutto loro. Shindou chiuse gli occhi, e altrettanto fece l'altro mentre portava la bocca all'orecchio del castano."Sii felice, non devi rimpiangere le tue scelte."
Shindou pianse. Aveva le labbra dischiuse e gli occhi lucidi di lussuria. Non poteva desiderarlo, non ora e nemmeno in futuro. Si odiava. Odiava Ibuki Munemasa. Odiava Masaki Kariya, odiava Kirino Ranmaru.
"Avete finito di confessarvi voi due?" Kariya era impaziente come una comarella di paese, sarebbe morto a rimanere in disparte anche per un solo minuto in più.
Ranmaru sorrise, si avviò verso il suo ragazzo in silenzio, poi salutò entrambi i ragazzi.
"Giocheremo a strip poker la settimana prossima!" esordì Kariya mentre chiudeva il cancello esterno della tenuta.
Kirino era incredulo. "E chi l'ha deciso?"
"Io e Ibuki Munemasa. Non è malaccio quella testa candeggiata."
Le risate che riempivano la strada di ritorno, non sembravano le stesse di sempre a Shindou, che si era alzato per osservare la scena. Ibuki lo abbracciò da dietro, gli cinse lo stomaco con le mani e Shindou posò la testa sulla sua spalla, sospirando.
Giuro che non sono morta.
Potrei avere altri due capitoli in bozza-
Giuro che se vi fa piacere ve li carico.
Vi amo, grazie per il supporto, non uccidetemi e non odiatemi per l'assenza (accadranno cose belle belle)
YURIORUSSIANFAIRY
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Fallen onto your net || Kariya Masaki x Kirino Ranmaru||
FanfictionErano passati due anni dal loro giorno del diploma. Due anni in cui erano successe tante cose per tutti. Chi si era allontanato, degli intimi, ogni tanto proponeva una videochiamata su Skype, chi era rimasto, organizzava spesso uscite con il resto...