null.
vuol dire zero.
è un numero, spesso mi ci paragonano.
eppure lo zero viene prima di tutto.
«sfortunatamente devo descrivere due libertini; aspettati perciò particolari osceni, e scusami se non li taccio. ignoro l'arte di dipingere senza colori; quando il vizio si trova alla portata del mio pennello, lo traccio con tutte le sue tinte, tanto meglio se rivoltanti; offrirle con tratto gentile è farlo amare, e tale proposito è lontano dalla mia mente»la mia vita l'ho dedicata semplicemente al piacere.
sessuale e non.
descrivo tutto, perché o fai le cose per bene o meglio che lasci stare. per questo, chiunque voglia leggermi, deve aspettarsi di tutto. dalle sdolcinatezze alle perversioni, dai tagli ai rituali.
"ignoro l'arte di dipingere senza colori" disse il marchese de sade.
probabilmente in pochi lo conosceranno, e chi lo conoscerà probabilmente starà già pensando che parlo di un pervertito pazzo sadico.
che poi, l'ho portato in francese al mio esame, tematica sui disturbi mentali, buffo vero?
ha rappresentato il sesso e le sue perversioni così come ci appaiono, senza fare troppo il puritano. nessuno lo è.
tornando a noi, io l'arte di dipingere senza colori non la ignoro.
perché dipingere l'arte, quella vera, è difficile.
devi avere il giusto pennello, i giusti colori, e rapportarli a chi hai davanti.
ed è quello che ho fatto io.
traccio quest'arte appena posso, appena il pennello si fonde perfettamente con le mie mani.
traccio il vizio.
traccio quest'arte senza censurare nulla, mettendoci tutti i suoi particolari, anche quelli più spinti.
e offrirle in modo gentile equivale a farlo amare, far amare il vizio, e non è una cosa che mi riguarda.
le cose o le fai in modo rude o non le fai.
perchè devi far amare il vizio senza troppe cerimonie.
lo ami? si? perfetto.
non lo ami? avanti il prossimo.
ed è così che si innalza l'inno della festa numero uno.