I'll be watching you.

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Angolo Autrice:
Ehi! Questa è la prima volta che pubblico su Wattpad, e sinceramente non so dove mettere le mani. Spero solo che si veda bene, e che la os qua sotto vi soddisfi. Anzi, se mi lasciate qualche commento sarebbe proprio l'ideale. Solo per un opinione :)
Se volete, prima di leggere, potete guardare il video.
La one shot mi è venuta in mente guardando questo video quindi è davvero importante. Adesso vi lascio alla lettura!
Un bacio,
Giulia.

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I'll be watching you.

Cosa tenesse ancora tutti i pezzi di Louis Tomlinson insieme nemmeno lui lo sapeva. Dopo quell'avvenimento si aspettava di non resistere a lungo, massimo un anno, e poi sarebbe crollato definitivamente facendo sì che anche la sua vita giungesse al termine. Invece no, aveva resistito. Certo, aveva avuto delle crisi, che all'inizio erano molto più frequenti rispetto ad adesso, ma che si avvertivano soprattutto di notte quando si ritrovava in quel letto decisamente troppo grande per una persona sola e nessun corpo da stringere a sé. Invece adesso, di notte, aveva imparato a lasciarsi anestetizzare e cullare da quella voce che quasi lo tormentava e lo illudeva che Lui fosse ancora lì.
A volte, addirittura, quando Louis si ritrovava in mezzo ad una delle sue crisi, soleva parlare con Lui, credendo che Lui lo ascoltasse, perché lui lo sapeva che lo stesse ascoltando. Sapeva che era sempre con lui, che due anni fa non l'aveva abbandonato. Gliel'aveva pure detto, che sarebbe rimasto con lui. E – oh, si sentiva così ridicolo solo a pensare queste cose. Però lui ci credeva, anzi, sapeva che Lui avesse mantenuto la sua promessa. Perché lo sentiva – nonostante a volte avesse ancora delle sensazioni di smarrimento in cui entrava in completa confusione e cominciava a piangere – che lui c'era, era lì e ci sarebbe sempre stato.
Il segreto di Louis rientrava nel non fermarsi mai a pensare, perché se pensava era decisamente la fine. Perché sapeva che qualsiasi cosa avrebbe pensato, poi, l'avrebbe ricollegata a Lui ed a quanto gli mancasse. Ma, soprattutto, a cosa gli mancasse.
Le crisi, soprattutto, lo travolgevano nei momenti in cui – stanco, dopo ore di lavoro sfiancante in ufficio ed un mal di testa allucinante – si buttava sul letto e chiudeva gli occhi, nel silenzio, respirando piano. E nemmeno due minuti dopo, già si ritrovava a pensare alle cose più disparate, ma ovviamente, tutte ricollegate a Lui. Per esempio, pensava che se in quel momento Lui fosse stato lì, gli avrebbe accarezzato i capelli, portato del tè, e poi si sarebbe accoccolato sul suo petto solo dopo avergli lasciato un bacio sulle labbra.
Nei primi tempi dopo l'evento, invece, Louis non aveva nemmeno bisogno di pensare per entrare in una delle sue crisi. Aveva dei cali di tanto in tanto, all'improvviso, in cui semplicemente quel buco nel petto si faceva sentire. Quel vuoto che sentiva dentro di sé gli bruciava così tanto, tanto quanto le immagini di Lui sorridente gli bruciavano le iridi in ogni momento. Quei cali erano molto pericolosi per lui, perché potevano verificarsi in qualsiasi momento, in modi disparati. Era capitato a volte, mentre magari era in giro per strada, in macchina o a piedi, che gli occhi gli si colmassero di lacrime al ricordo di qualche conversazione o semplici ricordi e lui solamente cercasse di controllarsi chiudendo le palpebre, tirando un lungo sospiro e proseguendo per la sua strada. Oppure, quando una volta nel suo ufficio, fu colto in pieno da un attacco di panico, il respiro gli si bloccò nei polmoni che bruciavano, e lui era sbiancato boccheggiando alla ricerca di aria, sentendo le lacrime formarsi per poi crollare giù. Crollare giù come quel piccolo vasetto in vetro mezzo pieno di caramelle, tra cui una mezza scartata. Ormai il vasetto era distrutto, e le caramelle sparse per tutta la stanza. E mentre diverse persone tra cui Niall, il suo migliore amico e collega, accorrevano per aiutarlo vedendolo così, lui se ne stava inerme senza riuscire a respirare e gli occhi spalancati al ricordo maledetto che solo delle stupide caramelle gli avevano portato.
"Dai Lou muoviti, voglio andare a casa, uffa" si era lamentato il riccio, seduto sulla scrivania dietro quella di Louis.
Era venuto lì dopo l'Università per poi ritornare a casa insieme, solo che Louis aveva ancora bisogno di qualche minuto per ricontrollare un paio di documenti, ma il ragazzo proprio non ne voleva sapere di aspettare. Così, dopo aver notato che tutte le sue lamentele non fruttavano niente, si sporse verso il cassetto che si trovava sotto alla scrivania e raccolse il vasettino contenente delle caramelle per poi..
"Amore?" Dire, e poi tirargli una caramella contro.
"Dai amore hai finito?" Tirargliene un'altra.
"Haz, se non la smetti subito sai dove vanno a finire quelle caramelle?" brontolò il liscio, per poi voltarsi e rifilare un sorriso malizioso al suo ragazzo.
"Beh, sempre meglio di stare qui a guardarti fare il finto impiegato serio" ribatté l'altro con fare offeso, con lo stesso tono di un bambino quando non viene accontentato.
Pochi secondi dopo Louis aveva già sistemato tutte le carte e si era già fiondato dal suo ricciolino che gli era mancato, nonostante non si vedessero da quella stessa mattina. Lo abbracciò e gli rifilò un bacio sul collo, mentre l'altro godeva delle sue attenzioni scartando una caramella dietro la schiena del suo ragazzo. Peccato però che Louis gliela levò dalle mani e, dopo averla poggiata nel vasetto apposito, mise il tutto dentro il cassetto sotto la scrivania accompagnato dalle lamentele di Harry.
"Ma io volevo la mia caramella!"
"Ah sì? Preferisci le caramelle a me? Va bene" Louis si finse triste e fece per spostarsi dal suo posto tra le gambe di Harry, ma quest'ultimo invece lo tirò di nuovo a sé e "baciami, stupido" gli sorrise, con quelle fossette in cui Louis amava tanto infilarci le dita. Il liscio non se lo fece ripetere due volte e dopo aver incastrato le dita tra la guancia e la zona sotto l'orecchio, si avvicinò e solo dopo averlo guardato negli occhi così verdi in cui si perdeva ogni volta, baciò quelle labbra rosse morbide delicatamente, quasi venerandole, più volte e poi dopo aver impresso un bacio più forte su quelle labbra ed aver inalato il suo stesso respiro, si staccò spinto con delicatezza dal riccio che subito dopo aveva poggiato la fronte contro quella di Louis e "voglio fare l'amore con te" aveva affermato, specchiandosi negli occhi blu.
Non sapeva quanto tempo fosse passato, aveva semplicemente ripreso conoscenza su una barella dell'ospedale con Niall che gli teneva la mano. Adesso respirava, i polmoni non gli bruciavano più, ma invece il cuore continuava a farlo. Niall, vedendolo sveglio, subito lo abbracciò. "Ehi Lou, non farlo mai più! Stavo quasi per rifiutare del cibo per quanto mi hai fatto preoccupare!" subito il biondo cercò di strappargli un sorriso, ma, inutile dirlo, non ci riuscì. L'unica cosa che il castano riusciva a fare era ritenersi deluso di non essere finalmente morto, e di non essersi risvegliato tra le braccia accoglienti di Harry.

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