capitolo 6.

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"Ti colpirò, senza odio e senza collera,
come un beccaio, come Mosè il sasso;
e perché possa al fine dissetare
il mio Sahara, le acque del dolore
zampillare farò dalla tua palpebra.

Rigonfio di speranza il desiderio
andrà sulle tue lacrime salate
come un vascello che si spinge al largo;
nel cuore inebriato dei tuoi singhiozzi,
che mi son cari, echeggeranno quasi
un tamburo che batte la sua carica.

Non sono forse un falso accordo nella
divina sinfonia, grazie all’edace
Ironia che mi scuote e mi morde?
Tutto il mio sangue, tutto, è questo nero
veleno; ed io non sono che lo specchio
in cui si guarda la strega.

Coltello e piaga, schiaffo e guancia, membra
e ruota sono, vittima e carnefice;
sono il vampiro del mio cuore, un grande
infelice, di quelli a un riso eterno
dannati, e che non possono più sorridere."

...

C. Baudelaire

La Rinascita, suona bene?

È l'evoluzione di un tormento che non cessa mai di inorridire il mio essere.
È che sono ancora qui e sono salva, sono viva, ma tormentata, triste, ferita, bloccata immobile come una bambola di cera.
È che non ho dimenticato, archiviato, perdonato.
Non mi sono mai perdonata, artefice del mio stesso dolore, élite di una vita difficile e figlia di un esperimento condotto da Dio.
È più difficile di quanto pensassi andare avanti e lasciarsi tutto alle spalle, a volte il dolore si trasforma in un macigno che pesa sulle mie spalle e impedisce la continuazione di questo cammino che non so dove mi porterà.
Inutile la mia vita, caratterizzata da questa speranza, questo volersi arrendere ma non avere il coraggio di farlo e anche da questa non curanza nei miei confronti, questo non riuscire ad affrontare le cose, questa ceca ambizione che a volte si manifesta e questo limbo.
È che a tratti ho paura di perdermi, di perderti, di perdervi.
Ho paura di tutto e di niente, ho paura di vivere, di morire, di sperimentare, di lasciare, di restare, di ricominciare.
Rinascita, quando arriverà questo momento?
Quando a tratti riuscirò a dimenticare tutto, a non sentirmi soffocata dalla nostalgia di un dolore passato, quando riuscirò a prendere piccole dosi di sofferenza e il doppio di felicità.
Quando pace giungerà tra i miei pensieri e le mie angosce, quando la stabilità diventerà velo bianco che copre il mio viso e il dolore non avrà più un palco dove esibirsi nella sua danza contorta sulle note di una solitudine pronta a infilarsi tra ogni mia costola e prosciugare lentamente il mio corpo.
Quando cesserò io, di essere solo una massa per me stessa e diventerò sostanza e speranza, amore e riscoperta, quando imparerò a vedere le cose con occhi diversi, quando riuscirò ad abbattere questa muraglia che mi separa dalla realtà e che frena l'immaginazione.
E la mia mente, amante, continuerà a consumarmi lentamente fino ad allora.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 26, 2018 ⏰

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