10. Fa che non sia ciò che penso

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Arrivammo all'ingresso del locale.  Avemmo corso talmente tanto che né io né Met avevamo fiato per parlare.

La prima cosa che attirò la mia attenzione fu un'ambulanza. Pensai "Dio ti prego fa si che non sia ciò che penso". Camminai ancora più avanti. C'erano Alice e Allegra sedute a terra con la testa fra le mani, con accanto Alex, Ricks e Eddy. Camminai ancora un po'. Vidi Chiara che piangeva e Tom che cercava di calmarla. Io e Met ci guardammo, nei nostri occhi il terrore! Ci avvicinammo all'ambulanza per vedere l'interno. Nessuno aveva il coraggio di spiccicare parola.

Avevano gli occhi spenti, tristi, spaventati. 

Aguzzo meglio lo sguardo verso l'ambulanza. Vidi una barella. Su quella barella c'era Sole. Mi crollò il mondo addosso. Iniziai a urlare :" Che cazzo è successo? Chi cazzo l'ha ridotta così? Che cazzo ha fatto Sole? Voglio parlarci! Fatemici parlare!" Nel frattempo sentivo Sole che in sottofondo diceva: "Rebbi sto bene" con voce fioca e gli infermieri dell'ambulanza che cercavano di placarmi.

Met mi caricò di peso per spostarmi, io mi muovevo come un'anguilla impazzita cercando di liberarmi. Met mise la mia testa fra le sue mani, accarezzandomi per tranquillizzarmi: "Sh sh Rebbi, calmati. Non possiamo stare qui. Non puoi parlare con Sole. Andiamo dagli altri, loro sapranno dirci cos'è successo. Andrà tutto bene."

Mi avvicinai agli altri. Avevo un'espressione distrutta. Avevo paura. Vedo Alice venire verso di me, iniziò ad urlarmi contro: "Brutta incosciente di merda! E' tutta colpa tua! Per le tue cazzate adesso Sole ne sta pagando le conseguenze." Ricks e Eddy cercarono di calmarla.

Io la guardai, rimanendo in silenzio. 

Guardai Tom e gli dissi: "E' vero quello che dice?"

Tom mi rispose: "Reb, tu non c'entri nulla. Stai tranquilla." 

Guardo Alice, la ghiacciai con lo sguardo. Ricks e Eddy gli dissero di calmarsi e la fecero sedere.

Tom prese me e Met per le spalle e disse :" Meglio andare a parlare più in la"

Continuai: "Qualcuno mi dice cosa cazzo è successo?"

Tom rispose: "Skor..." 

Met continuò: "Cosa? Parla, cazzo!"

Tom mortificato continuò: "Stanno ricominciando Met, stavolta peggio che mai."

Met capì al volo, io no. Insistetti: "Qualcuno mi spiega?"

Tom continuò: "Sole doveva andare in bagno Alex la stava accompagnando. Skor li incontra. Iniziò a fare apprezzamenti su Sole, dicendogli che si era trovato una bella troia e cose del genere. Alex ha perso il controllo. Gli è andato contro. Penelope si è messa in mezzo. Se l'è presa con Sole." 

Penelope era la ragazza di Skor, quella a cui avevo rotto il naso qualche giorno prima.

Lo interrompo: "Cosa gli ha fatto quella fulminata?"

Tom risponde: "Bhe, le ha fatto male. L'ha spintonata e buttata a terra, l'ha presa a pugni. Sole non riusciva a reagirgli. Poi noi siamo intervenuti. Abbiamo fermato Penelope e preso Sole in braccio, portandola via."

Io continuo: "Dove sono ora questi bastardi?"

Tom: "Sono riusciti a scappare. I bodyguard non hanno fatto in tempo a fermarli. Comunque Sole sta bene."

Met interviene: "Non è possibile."

Io dissi: "L'importante è che Sole stia bene - poi con la coda fra le gambe continuai- Siete sicuri che non c'entro nulla? Magari li ho fatti incazzare di più."

Met mi azzittisce subito: "No tranquilla, è già da un paio di settimane che ci danno fastidio. Tu ti sei semplicemente difesa e hai fatto bene a farlo. Sono quasi sicura che se la sia presa con te quella sera perché ci avrà visti insieme, quando ci siamo conosciuti. Lei è matta. E non deve permettersi di prendersela con te e le altre."

Tom interviene: "Met, dobbiamo fare qualcosa. Non possono cominciare a prendersela con loro."

Met rimase in silenzio. Non disse nulla. Era preoccupato.

Io intervenni: "Ragazzi, l'unica preoccupazione per noi ragazze è Penelope. Non penso che Skor si metta a picchiare le ragazze. L'ho già atterrata una volta, non avrò problemi nel farlo una seconda."

Met: "Non devi nemmeno provarci."

Tom lo interrompe: "Met, Reb da una parte ha ragione, Skor non le toccherebbe mai con un dit..

Met lo interrompe assumendo un'espressione irosa e rigida: "Tom, non dire stronzate! Lei con questa gente non deve averci niente a che fare."

Met si allontana, lasciando me e Tom da soli. Io feci un passo per seguirlo. Tom mi fermò: "Reb lascialo perdere, fidati. E' spaventato. E' preoccupato per te. Lascialo riflettere da solo, si calmerà."

Io seguì il suo consiglio. 

Iniziai a camminare verso Alice, Chiara e Allegra. 

Alice mi venne incontro e abbracciandomi mi disse: "Rebs scusami ti prego! Ero spaventata, lo so che non c'entri nulla! Lo so che non è colpa tua."

Io la scansai. Ero profondamente turbata. Non avevo voglia di parlare con nessuno, forse perché un po in colpa mi ci sentivo. Se io non avessi mai conosciuto Met, se non avessi mai fatto conoscere le mie amiche ai suoi amici, se non fossimo mai andati a ballare tutti insieme, tutto questo non sarebbe successo. Io ero profondamente innamorata di lui, avrei messo in gioco me stessa, mi sarei messa in pericolo contro quella gente, pur di stare con lui. Ma le mie amiche dovevano stare fuori da tutto questo. La colpa non era di Met o di Alex o di Eddy o di Tom o di Ricks. La colpa era semplicemente di quei matti psicopatici che si divertivano a prendersela con la gente. Dovevano essere fermati.

Mi sedetti su un muretto e mi accesi una sigaretta, aspettando notizie dagli infermieri dell'ambulanza. 






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