9. Eravamo tutti in armonia

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Trovammo subito parcheggio, fortunatamente.

Scendiamo dalla macchina. Sentivo l'adrenalina scorrere nel mio corpo. Ero felice. Vedevo le mie amiche felici. E stavo per rivederlo. Cosa potevo volere di più dalla vita?

Arriviamo al Goodfellaz. Loro erano tutti già lì. Ci vedono e si girano tutti contemporaneamente, sorridendoci. Io mi avvicino e saluto Met. Comincio a presentarmi a tutti. I suoi amici mi piacevano, notavo l'unità del loro gruppo. Si vedeva a pelle che si volevano bene. Sembravano 5 fratelli. Erano tutti molto belli, tutti diversi, ognuno con una propria particolarità. 

Alex, il tipo che interessava a Sole, era il tipico "animale da festa" esattamente come lei. Senza veli, trasparente come l'acqua; ciò che gli passava per la mente lo diceva e lo faceva. Lo adoravo.

Poi c'era Ricks, il belloccio, faceva impazzire tutte le ragazze. Poteva averle tutte senza alcuno sforzo. Era un tipo affascinante, molto solare e carismatico. La sua risata era contagiosa.

Eddy invece era il più stiloso, si denotava che aveva un buon gusto nel vestirsi e che ci teneva. Insbottonabile, un tipo molto silenzioso. La sua timidezza era papabile.

E infine a completare la gang c'era Tom. Sembrava il fratello maggiore di tutti. Era il meno bello. All'apparenza faceva paura, sguardo cattivo, fisico da wrestler, poteva spaventarti inizialmente; ma appena incominciò ad aprirsi era la persona più dolce e tenera del mondo.

Eravamo tutti entusiasti, ci stavamo divertendo. Sebbene ci conoscessimo da poco tempo eravamo tutti in armonia, ed era ciò a cui speravo di più. 

Mi ricordo che io e Met ci guardammo, soddisfatti dall'unione del gruppo. Ci capimmo guardandoci negli occhi, "ottimo lavoro" io pensai; e sono quasi sicura che anche lui pensò la stessa cosa. 

Arrivò il momento di andare. Met quella sera prese la macchina, aprì lo sportello del passeggero davanti e disse: "Prego, signorina" 

Io ridendo salì in macchina. Con noi c'erano Tom, Ricks e Chiara. Nell'altra auto invece Alex, Allegra, Sole, Eddy e Alice. 

Met e Alex, ovviamente, decisero di fare una gara. Chi l'avrebbe persa avrebbe dovuto offrire una bottiglia di champagne per tutti. Ci allineammo al semaforo rosso. Al verde entrambe le macchine schizzano via, sembrava di stare al Gran Prix De Monte Carlo. 

Met tra un cambio di marcia e l'altro posò la mano sulla mia coscia, io misi la mia mano sopra la sua e gli dissi: "Portiamoci questa bottiglia a casa!" 

Lui scoppiò a ridere e disse: "Puoi dirlo forte ragazza." e accelerò a palla, il lungotevere era tutto nostro, era completamente deserto. 

Alex stava dietro, molto dietro. Non aveva possibilità! Arrivammo prima noi.

Andammo all'entrata del locale, che era in pieno centro città. Vedo Alex che sussurra qualcosa al bodyguard, dopo 3 secondi eravamo dentro con tanto di bracciale del privè, saltando tutta la fila. Met mi prese per mano e entrammo dentro ballando. 

I camerieri ci portarono bottiglie su bottiglie, non finivano più. Eravamo tutti felicemente e beatamente ubriachi. Partirono le limonate, "se solo le avessi scommesse" pensai.

Alex e Sole, mentre erano seduti sui divanetti del tavolo, Allegra e Ricks che si erano buttati nel centro della pista, Chiara e Tom che erano usciti a fumare una sigaretta e infine Alice e Eddy che erano riusciti ad andare dietro la console del DJ. Mancavamo solo io e Met, che eravamo stati sbolognati da tutti i nostri amici. Eravamo rimasti soli.

Io e lui ci guardammo come per dire "Ora che si fa?". Lui trovò la soluzione. Prese dal secchiello con il ghiaccio una bottiglia di champagne . Mi prese per mano e mi disse: "Seguimi!" Io non feci domande.

Uscimmo dal locale, correndo.

Continuammo a correre e a ridere come matti per il centro di Roma. Sembravamo due pazzi. Cantavamo a squarciagola, ballando come schegge impazzite. Arrivammo a Piazza di Spagna e ci sedemmo sulle scalinate di Trinità dei Monti, non c'era nessuno, sembrava di essere in uno scenario post-apocalittico.

Met sbocciò la bottiglia "presa in prestito" la protese verso l'altro e disse: "Brindiamo a noi, ai nostri amici e a questa serata, la nostra serata." Bevve e mi passò la bottiglia.

Io protesi la bottiglia verso l'alto e dissi: "Ad altre mille serate così." E mi attaccai per bere.

Ad un certo punto passò uno di quegli artisti di strada con un sax in spalla.

Io guardai Met e dissi: "Ma che ci fa lui in giro? Per chi ha intenzione di suonare a quest'ora?"

Lui mi rispose: "Ah non lo so, però facciamogli rendere utile quel sax!" non fece in tempo di finire la frase che disse: "Ehi amico, puoi suonarci qualcosa?" 

Lui si avvicinò, sembrava quasi felice della richiesta, annuì con la testa e disse: "Cosa vi faccio?"

E Met con tono deciso disse :"La vie en Rose".

Io pensai "non ci credo una delle mie canzoni preferite".

L'uomo partì a suonare il sax. 

Met mi tolse la bottiglia dalla mano, la poggiò su uno dei scalini, tese la sua mano verso di me facendomi cenno di ballare con lui. Iniziammo a ballare, lui mi stringeva forte a sé, io avevo la testa appoggiata sul suo petto. E sul più bello della canzone, lui con la mano tiro su il mio mento. I nostri volti erano vicinissimi. Mi sorrise e mi baciò. Un bacio che non smetteva più di finire. Un bacio che non volevo finisse mai. Veniamo interrotti dall'applauso del uomo al termine della canzone. Non so perché si mise ad applaudirci. Noi scoppiammo in una risata di cuore. 

Met prese la bottiglia e disse: "Tieni amico, sei stato un grande. So che non è piena, ma è tutto quello che ho per ringraziarti." 

Lui rispose: "Grazie a voi!" poi rivolgendosi a Met "Comunque complimenti, è molto bella!"

Met disse: "Lo so. Più bella di così non esiste." mi strinse a sé e mi baciò la punta del naso. 

"Grazie e Buona notte!" io dissi.

Lui si sedette sugli scalini e mi fece cenno di sedermi tra le sue gambe. Lo feci. 

Mentre mi accarezzava i capelli amorevolmente disse: "Finalmente sono riuscito a baciarti"

Io dissi: "Non potevi scegliere momento più bello" mi girai e lo baciai di nuovo. Non resistetti. 

Il nostro bacio venne interrotto da una chiamata sul telefono di Met. Non rispose. Continuò a baciarmi. Il telefono continuò a suonare, altre 3 volte. Disse tra sé e sé "Che cavolo vuole adesso", poi rivolgendosi a me: "Scusa, ma se insiste così tanto devo rispondere". Era Alex.

"Merda! Arrivo subito!" Si alzò in fretta mi prese la mano e con voce preoccupata disse: "Dobbiamo andare, subito!" 

Io dissi: "Che succede?" 

Lui rispose: "Ti spiego mentre andiamo, ma adesso dobbiamo muoverci!"

Mi ricordo che mi chiesi "che cazzo sta succedendo", ero preoccupata.











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