La Mercenaria

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L'uomo si guardò intorno.

Era da poco passata la mezzanotte e ormai i pochi a circolare per le strade erano ragazzi diretti a qualche discoteca a divertirsi o che venivano cacciati da esse, oppure donne di facili costumi in attesa del proprio cliente o, come nel caso del nostro uomo, gente poco raccomandabile.

Assicuratosi che non ci fosse nessuno, estrasse dalle tasche interne del suo cappotto il suo guadagno.

Ventimila dollari, non male come gruzzoletto.

Con un sorriso, se li rimise in tasca e si diresse verso casa, attraversando i vicoli deserti.

Ma ha fatto un errore

Non ha guardato in alto.

Un ombra saltò dalla cima di un edificio all'altro mentre coi suoi occhi bianchi seguiva il percorso di quell'uomo, in attesa del momento giusto.

Una volante passò in perlustrazione e l'uomo sembrò ignorala, ma l'ombra sapeva che era nervoso, d'altronde lo era anche lei.

Ben presto l'auto fu lontana e il tizio era solo.

Momento perfetto.

Rapida come il vento, l'ombra scese, quasi scivolando sui muri fino al marciapiede, alle spalle dell'uomo che non fece nemmeno in tempo a voltarsi...


-E poi?-

A fare la domanda è stato un uomo dietro al balcone dai corti capelli arruffati biondo sporco mentre stava pulendo un bicchiere, guardando il diretto interessato, intento a bere un drink.

O meglio la diretta interessata.

Era una ragazza seduta su uno dei tanti sgabelli vicino al balcone e sembrava indossare una tuta aderente completamente nera munita di cappuccio; attorno al collo sembrava portare una lunga sciarpa le cui estremità penzolavano alle sue spalle.

Unica nota chiara in quell'abito nero erano gli occhi bianchi sopra la maschera nera che le copriva il viso ad esclusione della bocca.

La ragazza finì di bere e rispose.

-Secondo te?

Ho estratto lamia Whalter e gli ho sparato.

Rapido, indolore e ho simulato una rapina finita in tragedia.

E poi con tuttala droga che aveva addosso non mi sorprenderà se la polizia penserà prima a rintracciarne la provenienza.-

-Quindi hai i suoi ventimila, più i soldi di quella tipa che ti ha assunto.

Bel gruzzoletto.-Commentò il barista.

-Ho capito.- La ragazza schiaffeggiò un paio di banconote sul balcone.

-Con queste ti pago il credito e tieni il resto per altre spese. Ok?-

-Anche per me è un piacere fare affari con te.

Ma non ti ho ancora chiesto: che aveva la tizia contro lo spacciatore?-

La ragazza finì il drink prima di rispondere.

-Figlio morto per overdose a tredici anni.

Prima ha provato per via legale ma non c'erano prove contro quel tipo.-

-Così si è rivolta a te.

Sinash, sempre dalla parte dei deboli.-

La ragazza non rispose, si limitò a dare le spalle al balcone e a fissare l'ambiente circostante.

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