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Non vi ho fatto uscire ieri questo capitolo, perché non mi convinceva molto (e tutt'ora non mi convince), mi fate sapere se vi piace o meno? 


Spingo di colpo Gionata, facendolo quasi scivolare sul suo trolley rischiando di cadere su un Umberto che ha urleggiato come una bambina. Ma io in quel momento me ne frego, correndo, senza pensare agli sguardi confusi delle persone.

Corro, abbandonando la mia valigia a pochi passi da me e saltando tra le braccia di Matteo che mi prende in braccio, baciandomi appassionatamente e facendomi legare le gambe alla sua vita:

"Piccola mia, quanto cazzo mi sei mancata, non hai neanche idea"

Vorrei dirgli che dalle parole che mi ha riservato posso immaginare eccome invece, ma preferisco non rovinare il momento, annuendo e abbracciandolo, notando, solo ora, Pierfrancesco e Davide che mi guardano sentendosi fuoriluogo. Gli faccio un veloce cenno con il viso, per poi stringermi ancora a Matteo che non ha smesso un attimo di baciarmi il collo.

Scendo dalla sua presa e saluto Davide con un bacio sulla guancia e Pierfrancesco allo stesso modo, ma lui mi stringe in un forte abbraccio:

"Bentornata nella famiglia Jessica, ci sei mancata!"

Matteo mi riprende immediatamente, stringendomi ancora a lui, accarezzandomi la schiena, quasi spaventato all'idea di lasciarmi ancora andare. Chissà se pensa che tra cinque giorni saremo nelle medesima situazione, ma a partire sarà lui e non per tre giorni, ma per un mese. Si stacca poco da me quando vede anche gli altri arrivare. Stringe la mano e saluta amichevolmente Mario, Diego e Ghali (inaspettatamente quest'ultimo), lascia un bacio sulla guancia a Cecilia e, posso confermare, Camilla muore interiormente quando Pierfrancesco, con ironia che lei non capisce, la saluta apertamente.

Mirko non considera minimamente Matteo e lui fa lo stesso, concentrandosi, però, su Gionata che lo guarda, seduto sulla sua valigia di Gucci, tra Elia e Luca. I due si scambiano un lunghissimo sguardo. Inaspettatamente è Gionata ad alzarsi e ad alzare una mano verso Matteo, che stringe nella sua, in modo molto sportivo, senza aggiungere nessuna parola. Alla Dark riserva un leggero cenno con il viso, ignorando completamente Elia e Luca.

Matteo prende in una mano il mio bagaglio, facendomi cenno di seguirlo in macchina, venendo preceduto da Pier e Davide che stanno già camminando verso l'uscita, ma Luca lo blocca:

"Chi ti dice che lei verrà con te?"

Matteo lo squadra, in modo freddo, ma non arrabbiato:

"Sono venuto a prenderla, è ovvio che viene a casa con me, se permetti sono tre giorni che non la vedo"

"Non dovevi disturbarti, poteva stare ancora un po' con noi"

Luca sorride leggermente, sentendo Elia appoggiarlo:

"Ci starete in un altro momento con lei"

"Quando tu te ne andrai per un mese, lasciandola sola, intendi?"

Sbarro gli occhi sentendo questa frase lasciare le labbra di Gionata, l'unico che sa. Matteo alza per un fratto di secondo un sopracciglio e ho paura si possa arrabbiare, ma il suo viso si rilassa immediatamente e sorride vittorioso:

"Chi vi dice che lei non verrà con me?"

Cosa? Cos'è questa storia? Lo guardo di colpo, quasi spaventata e sento che anche la situazione si è fatta tesa. Che ora, oltre agli sguardi preoccupati e spiazzati di Gionata e Luca in primis, si è aggiunto anche quello di Mirko che, se prima prestava attenzione solo a grandi linee al dialogo, ora è completamente concentrato:

"Chi ti dice che ti daremo il permesso di portartela via?"

Gli domanda, mantenendo sempre la sua invidiabile calma e scioltezza, Mario, ponendosi al fianco di Gionata:

"La sentirete ogni giorno, è la mia ragazza. Mi sembra più che giusto che venga con me a sostenermi in questo momento, no?"

"No. Può sostenerti anche rimanendo in Italia, poi se litigate che fine le fai fare? La lasci così, in mezzo al nulla?"

Mirko si aggiunge alla conversazione, stupendo tutti, tirandosi giù il cappuccio e mostrando la sua espressione nervosa e i pugni stretti. Anche Matteo si sta alterando e, non vedendoci seguirli, sono tornati, alle sue spalle, anche Pier e Davide, che assistono al tutto in completo silenzio:

"Perché dovrei lasciarla? Puoi stare sereno che non ci lasceremo facilmente"

Che brutta cosa essere al centro di una discussione e non poter fare nulla. Per di più in aeroporto con molte persone che ci guardano. Sto pensando a come intervenire, ma, come ogni volta che io c'entro in qualcosa e non posso risolverlo, è Paolo a venire in mio soccorso, sussurrando qualcosa a Gionata, che parla:

"Fai un po' quello che vuoi, portatela pure a casa, ma domani sta da noi"

Sto per annuire, per appoggiarlo, quando Pierfrancesco mi circonda con un braccio, tirandomi a sé:

"Domani sta da noi, deve sentire i miei nuovi pezzi"

Mario alza un sopracciglio:

"Esci con l'album?"

"Usciamo tutti e tre a breve"

Risponde Davide:

"Uh, chissà chi tra voi tre asfalterò per primo"

Li deride Gionata, tirando fuori la lingua e sento la stretta di Pierfrancesco aumentare drasticamente e Matteo irrigidirsi di colpo e so che vuole fare a botte, ma Davide lo blocca, appoggiandogli una mano sulla spalla. Paolo scuote la testa, ben conscio che non era questo il suo obiettivo, raccoglie la sua valigia e si avvicina a me, lasciandomi un bacio sulla guancia, nonostante sia messo in difficoltà dal braccio di Pier e mi sussurra un: "Ci vediamo tra due giorni", allontanandosi, venendo seguito, poco a poco, anche dagli altri.

A parte Gionata che ancora mantiene uno sguardo critico e arrabbiato verso Matteo, che ricambia tranquillamente.

"Tanto resti sfigato"

Gli dice, prima di prendere la valigia e, senza salutarmi, allontanandosi verso gli altri. Pierfrancesco li guarda allontanarsi, per poi scrollare le spalle:

"Andiamo?"

Mi invita, staccandosi da me e prendendo la mia valigia, facendo cenno a Matteo di andare. Il ragazzo mi circonda le spalle, stringendomi forte a sé, come temendo di perdermi e ci dirigiamo verso la macchina di Davide che si mette alla guida, con a fianco Pierfrancesco e dietro noi due:

"Regola: se dovete limonarvi o fare...cose nella mia auto, mi avvisate che alzo la musica e cerco di evitare di fare retromarcia o azioni che implichino il girarmi. Spero sia ben chiaro, buon viaggio"

E parte immediatamente, facendomi sorridere. Mi sento subito a casa in loro compagnia. Matteo mi fa levare la cintura di sicurezza appena entriamo in autostrada e la leva anche a lui, facendomi sistemare sulle sue gambe e iniziando a baciarmi il collo, sussurrando che gli sono mancata da morire e che non mi bacia le labbra sennò non riuscirebbe più a controllarsi e Davide non ne sarebbe così entusiasta.

Passiamo tutto il viaggio così, abbracciati, senza prestare attenzione agli altri due, e forse è solo un modo per goderci le ultime ore che staremo insieme prima del mese di separazione, perché Matteo non lo sa, ma non andrò con lui probabilmente:

"A casa dobbiamo parlare"

Annuisco, appoggiandomi alla sua spalla, stanca e distrutta dal viaggio e, sotto i suoi grattini, finisco per addormentarmi.

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