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Capitolo metà serio e metà ironico. Perché so che vi piacciono le cazzate che scrivo, ma ogni tanto mi piace mettere momenti seri anche per riflettere un po' insieme. Spero vi piaccia uguale.

P.s. Scusate l'attesa, ma sono in un periodo un po' particolare

Buona lettura


Mirko mi appoggia davanti un piatto di pasta fumante, per poi spostare le sigarette per far spazio al suo piatto. Mi versa un bicchiere d'acqua e me lo pone vicino, mentre io inizio a giocare con la pasta, senza emozioni:

"Mangi?"

Mi domanda e mi invita, ma il mio scuotere la testa e stringermi in me gli basta come risposta:

"Non potrai fare così per sempre. Lo sai, vero?"

Stringo la posata, mordendomi le labbra:

"Mi stai ascoltando?"

Mi domanda, più serio e io mi alzo di colpo, lanciando la forchetta e allontanandomi, tirandomi su il cappuccio della felpa e uscendo dalla casa di Mirko dove mi ha portato, sedendomi sugli scalini fuori casa.
Mi stringo in me.
Non ne posso più.
Basta.
Perché tutti mi stanno addosso?
Cosa volete tutti dalla mia vita?

Sento i passi di Mirko dietro di me. Si ferma a qualche centimetro, per poi sedersi a fianco a me, senza dire nulla.
Dopo qualche minuto, mi circonda con un braccio, stringendomi a sé, senza dire altro. Mi lascio stringere:

"Voglio Matteo"

Sussurro, con la voce spezzata e Mirko non dice nulla, mi accarezza semplicemente i capelli, baciandomeli:

"Va tutto bene, non sei sola. Ci sono io"

Mi bacia la guancia, cercando di consolarmi, cerca di venirmi incontro, sa che sono emotivamente instabile e ricomincio ancora a piangere.

Ma da quando sono così debole?

Da quando mi sono permessa di affezionarmi così tanto ad un ragazzo. Mirko si porta una manica alla bocca. Tipico di quando ha l'ansia e non sa cosa fare.
Mi prende dai fianchi, facendomi sedere sulle sue gambe e abbracciandomi:

"Non merita le tue lacrime. Non le merita nessuno, figurati una persona come lui"

"Lo amavo"

Affondo il viso nella sua felpa, tentando di nascondere le lacrime. Lui mi stringe con un braccio:

"Ricordi cosa ti dissi a Valencia?" Ci rifletto, ma lui non me da il tempo: "Ti dissi che riuscivi a farti voler bene da chiunque nonostante il rapporto che avevi con ognuno di loro, da Gionata, a Diego, a Luca fino a Pierfrancesco, che manco era lì.
Questo pensiero non è cambiato. Appena è successo ciò che è successo, Gionata e Paolo, da ottimi amici, si sono immediatamente mobilitati per proteggerti, Diego si è subito offerto di ospitarti pur essendo tra gli ultimi amici che ti sei fatta, idem Ghali che ti ha invitato fuori a cena con Cecilia e Elia. Quest'ultimo fin da subito voleva vederti.
Mario anche era pronto ad accoglierti, ignorando i suoi impegni.
Anche Nicolò e la Dark, nonostante l'ironia, si vede che ci tengono da morire a te.

Cazzo, hai un talento che forse neanche riconosci, ti basta venire sfiorata che partono tutti a proteggerti.

Mi viene in mente di paragonarti ad una fiamma. Una fiamma anche piccola, che si può trasformare in un fuoco se viene alimentata. I tuoi amici storici. Sono loro che ti alimentano. Paolo, Elia, Nicolò, Arturo, Dylan, Umberto, Mario e Cecilia. Loro ti hanno alimentato e ti hanno fatto crescere.
Gionata e Luca sono le due esagerazioni, quando alimenti troppo qualcosa, inizia a diventare eccessivo, ma non ancora indomabile, tipo un principio di incendio, un falò, bello da vedere, ma in grado di spegnersi quando viene privato di pezzi.

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