Capitolo otto: le foto

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Delilah

Continuo a camminare lungo la strada buia, abbracciandomi il petto con le braccia mentre un brivido di freddo percorre la mia schiena esposta. L'aria gelida punge sul mio corpo, come se fosse una sfilza di aghi.

Non so dove sono, quindi in realtà non sarei in grado di tornare a casa ma sicuramente non torno in macchina con Luke, come si permette di trattarmi in quel modo?

Sospiro prendendo il telefono e chiamo l'unica persona di cui ho bisogno in questo momento.

<Del? Dove sei? Hai detto che andavi fuori ma non ti vedo da nessuna parte.> chiede allarmato Kyle.

L'ho lasciato da solo alla festa, ups.

<Uhm... in realtà non so dove sono..> ammetto grattandomi la nuca.

<Cosa vuol dire che non lo sai?> chiede e posso immaginare il suo sopracciglio che si inarca in un'espressione confusa.

<Non lo so Kyle, se ti mando la posizione mi verresti a prendere?> sussurro sedendomi su una panchina al lato della strada.

<Si arrivo.> conclude attaccando.

Entro su whatsapp e gli mando il mio indirizzo. Spero che non ci metta molto.

Attraverso velocemente la strada buia per arrivare dall'altra parte dove, grazie alla luce flebile di un lampione, riesco a individuare una panchina. Mi siedo sul marmo freddo, mordendomi il labbro per il contatto con la superficie gelida e, quando il mio corpo si abitua, mi rilasso sullo schienale.

Inizio a smanettare con il mio cellulare per passare il tempo, giocando ad un gioco stupido che ho scaricato qualche giorno fa.

Fisso lo schermo concentrata, cercando di trovare una risposta alla domanda che mi è stata fatta quando mi arriva un messaggio da uno sconosciuto. Corrugo la fronte ed apro il messaggio ma il mio cuore perde un battito quando scarico l'immagine che mi è arrivata.

Sono io.
Ma non è una mia foto qualsiasi, è una foto che mi è stata fatta ora.

Balzo giù dalla panchina velocemente, iniziando a guardarmi intorno. Sposto lo sguardo da destra a sinistra e poi capisco.

<Kyle non è divertente, esci. Sto morendo di freddo.> sbuffo spazientita, notando una figura appoggiata ad un albero poco più distante. La luce che emana il lampione non è abbastanza forte da farmi vedere il suo volto, ma mi permette solo di individuare un'ombra.

Metto le mani sui fianchi, continuando a brontolare cose verso la figura e inizio a camminare verso di lui.

<Kyle se non ti muovi giuro che ti..> ma non faccio in tempo a finire la frase che una macchina mi si posiziona davanti. Il finestrino del guidatore si abbassa e il viso stanco di Kyle sbuca dalla portiera. Lascio scivolare le braccia lungo ai fianchi, la mia espressione, dapprima imbronciata, diventa sbigottita mentre continuo a fissare Kyle come se fosse un fantasma.

<Lyl? Andiamo?> sussurra aggrottando un sopracciglio. Lancio un ultimo sguardo dove prima c'era quella figura ma noto che è sparita. Torno a guardare Kyle e, con la lentezza di una lumaca anziana, mi dirigo verso lo sportello del passeggero, lo apro e mi fiondo dentro alla macchina. La sensazione di calore e l'odore di cannella di Kyle sciolgono pian piano la tensione che in un minuto e mezzo mi aveva fatta irrigidire.

<Tutto okey?> chiede facendo partire la macchina. Annuisco appena, appoggiando la testa sul finestrino e chiudo gli occhi, ripetendomi che va tutto bene.

<Sai, ho conosciuto una ragazza alla festa... è veramente bellissima.> apro gli occhi di scatto e lo guardo. Fissa la strada con un sorriso enorme sul volto è una strana sensazione si fa largo nel mio stomaco.

<Ti.. piace?> sussurro appena, corrugando la fronte e arricciando il naso. Lui continua a sorridere e fa spallucce. <Domani ci vedremo, ho in mente di portarla in un bel posto.> mi comunica con enfasi. Resto a fissarlo ancora un po', cercando di capire la strana sensazione che sento. Kyle è sempre stato con tante ragazze, ma non ho mai sentito la parola 'bellissima' uscire dalle sue labbra riferito ad una ragazza che non sia io.

Quando la macchina si ferma davanti al cancello di casa mia lascio un veloce bacio sulla guancia del mio migliore amico, sussurro un debole 'grazie, ti voglio bene' ed esco dal veicolo, cercando le chiavi nella borsetta.

Tolgo l'allarme e apro il cancello, richiudendolo alle mie spalle. Quando Kyle si è accertato che sono dentro parte. Resta sempre ad aspettarmi finché non varco il cancello. È carino da parte sua, ma non può succedermi nulla in 5,4 secondi -il tempo di entrare dal cancello-.

Scuoto la testa e sorrido divertita e quando infilo la chiave per aprire la porta di casa il telefono vibra, avvertendomi dell'arrivo di un messaggio. Lo prendo velocemente e apro il messaggio, notando un'altra mia foto scattata sul momento. Mi giro verso la direzione in cui mi è stata fatta la foto, ma riesco solo a notare un lieve fruscio delle foglie dietro al muretto della casa accanto. Fisso intensamente quel punto e, quando un altro messaggio compare nella chat aperta, sposto lo sguardo sullo schermo del telefono.

"Non fissarmi, entra in casa."

Mi mordo il labbro e non me lo faccio ripetere due volte. Apro la porta e mi fiondo dentro casa, chiudendo la porta a chiave e inserendo l'allarme.

Tutto questo è assurdo. Le gambe iniziano a tremare, non capisco cosa stia succedendo. Chi è questa persona? Come fa a sapere dove sono? Ha seguito me e Kyle fin qua? Ma soprattutto, che cosa diavolo vuole?

Sospiro passandomi una mano tra i capelli e salgo le scale, chiudendomi in camera mia. Mi tolgo i vestiti e indosso un semplice pantaloncino corto nero e una maglietta azzurra.

Prendo in mano la foto di me e Shawn e la guardo, sorridendo tristemente. Mi ricordo quando l'abbiamo fatta, eravamo in campeggio circa tre anni fa. Era buio, faceva freddo ed eravamo sdraiati sull'erba a vedere il cielo pieno di stelle. Poco distante da noi il fuoco del falò era l'unica fonte di calore. Avevo la testa appoggiata sul suo petto e mi ricordo ancora quello che mi stava dicendo.

"Lo so che per te è difficile Lyl, lo è sempre stato." Disse all'improvviso, facendomi aggrottare la fronte. "Cosa?" Chiesi, senza distogliere lo sguardo da quel manto stellato. "La vita." Sussurrò tristemente. "Lo so che c'è qualcosa che non va, so che vivi tutto in un modo diverso e che qualcosa dentro la tua testa ti dice continuamente che stai sbagliando. A volte ti sento piangere di notte, nella tua stanza.. riesco a percepire il tuo dolore ma tu non ne parli mai. La mattina dopo ti presenti con il tuo sorriso impeccabile e una felicità che sembra scontata, ma non lo è. So di non essere stato il fratello di cui hai bisogno durante questi anni ma faccio del mio meglio per proteggere sempre la parte migliore di me, spero di riuscirci."

Una lacrima scende lentamente sulla mia guancia e io mi affretto ad asciugarla con il dorso della mano. Sono forte. Devo esserlo.

"Mi hai sempre protetto durante questi anni, ma poi sei arrivato ad uccidermi Shawn." Poso la foto sulla mensola e scuoto la testa, mettendomi a letto.

Chissà cosa stai facendo, se mi stai guardando.
Chissà se ti manco come tu manchi a me.
Chissà se ti sei pentito di quello che hai fatto e vorresti tornare qua con noi.
Chissà se lo rifaresti altre volte, tutte quelle che servono.
Chissà se ti perdonerò mai per quello che hai fatto, che ci hai fatto.
Chissà, magari ti raggiungerò presto.

Al pensiero un debole sorriso si fa spazio sul mio volto e probabilmente mi addormento così, pensando a come sarebbe bello stare con Shawn in un mondo in cui sia io che lui stiamo bene, senza continue pressioni e senza continue urla. Soltanto io e lui. Felici.

Dopo anni c'è l'ho fatta, halleluja.
Ho in mente tante belle cosine muahaha.
Alla prossima xoxo

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